Decreto Semplificazioni, 130 opere per 200 miliardi arriva il Piano ‘Italia veloce’

Decreto Semplificazioni, 130 opere per 200 miliardi arriva il Piano ‘Italia veloce’

Al provvedimento il governo affianca il Piano ‘Italia veloce’. Dentro trovano spazio strade, ponti, ferrovie, alta velocità, ma anche acquedotti, dighe, trasporto metropolitano, porti e aeroporti. Per 36 opere, oltre a una decina tra scuole e ospedali, e gli interventi per Milano e Cortina in vista delle Olimpiadi, è previste la nomina di commissari ad hoc. Obiettivo del Piano è la riduzione delle disuguaglianze, cercando di unire tutto il Paese. Per il premier Giuseppe Conte in questo modo si offre “una strada a scorrimento veloce”.

di Tommaso Tetro

Decreto Semplificazioni, 130 opere per 200 miliardi arriva il Piano ‘Italia veloce’

Indice degli argomenti:

L’economia italiana sembrerebbe aver trovato uno spiraglio – dopo il decreto Rilancio e prima della mini-manovra da 20 miliardi ormai prossima – per rialzarsi e rimettersi in marcia nell’era post-coronavirus.

Tanto atteso, e voluto, arriva così, con questa ambizione, il decreto Semplificazioni per snellire la burocrazia, velocizzare le procedure e tagliare i lacci dell’immobilismo del Paese.

Vedremo se manterrà le promesse, senza abbassare tutele e legalità. A questo provvedimento però il governo, con il placet del premier Giuseppe Conte che lo immagina come “un trampolino di lancio per il Paese in questo momento”, ha deciso di affiancare il Piano ‘Italia veloce’ chiesto e ottenuto dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli. Dentro trovano spazio strade, ponti, ferrovie, alta velocità, ma anche acquedotti, dighe, trasporto metropolitano, porti e aeroporti.

Il Piano Italia veloce

Il Piano prevede una lista di 130 opere ritenute strategiche, con una previsione di investimenti per 200 miliardi di euro, in parte già disponibili e in parte ‘in arrivo’ grazie all’iniezione europea del Recovery fund.

E per 36 opere – oltre a una decina tra scuole e ospedali (e per Milano e Cortina in vista delle Olimpiadi invernali) – è previsto uno sprint, con la nomina di commissari ad hoc; delle 36 da commissariare 12 sono opere idriche (dighe o acquedotti), 15 opere ferroviarie, e 9 infrastrutture stradali.

A disposizione ci sono 196,7 miliardi di euro di questi, 131 miliardi sono già disponibili e oltre 65 di fabbisogno. Del totale delle risorse, 113 miliardi sono destinati alle ferrovie con nodi urbani, 54 a strade e autostrade, quasi 21 al trasporto rapido delle città metropolitane, 5,1 miliardi ai porti e 3,1 miliardi agli aeroporti.

L’elenco degli interventi

Le opere abbracciano tutta Italia, vanno da Nord a Sud; dalla Tav alla Gronda, dai collegamenti Matera-Bari all’attenzione per le isole. Manca il Ponte sullo Stretto (su cui si mormora comunque un’apertura da parte del premier Giuseppe Conte, che avrebbe dato il via libera allo studio di fattibilità).

Alcune di questi interventi: nove dighe (di nuova realizzazione e per la messa in sicurezza) in Sardegna; tra le opere idriche anche la Traversa Lago d’Idro in provincia di Brescia, l’Acquedotto del Peschiera per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento potabile, il Mose per la salvaguardia di Venezia; tra le opere ferroviarie il raddoppio della Codogno-Cremona-Mantova, il completamento dei lavori del nodo ferroviario di Genova, il collegamento dell’ultimo miglio tra il Terzo Valico dei Giovi e il porto di Genova, il completamento del raddoppio della Genova-Ventimiglia e del raddoppio della Pontremolese, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma, il potenziamento tecnologico e gli interventi infrastrutturali sulla linea Salerno-Reggio Calabria, la linea Palermo-Trapani via Milo, la realizzazione dell’asse Alta velocità Palermo-Catania-Messina, il potenziamento della linea Fortezza-Verona e della Venezia-Trieste, la linea Roma-Pescara, il completamento del raddoppio Pescara-Bari, la realizzazione delle opere relative alla tratta Napoli-Bari, la realizzazione della nuova linea Ferrandina-Matera La Martella, il potenziamento tecnologico e gli interventi infrastrutturali della linea Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno; tra le opere stradali e autostradali compaiono la A24-A25, la statale 106 Jonica, la Ragusana, il completamento della Orte-Civitavecchia con la nuova tratta Monte Romano-Civitavecchia, la Roma-Latina, il potenziamento a quattro corsie della via Salaria, il Ponte ad Albiano Magra (di competenza dell’Anas crollato in provincia di Massa Carrara ad aprile scorso) e la e78 Grosseto-Fano.

L’obiettivo del decreto, e allo stesso tempo del Piano, è la riduzione delle disuguaglianze, senza trascurare nessuna regione, cercando di unire tutto il Paese. “Offriamo una strada a scorrimento veloce, un rapporto leggero a portata di click tra le persone e lo Stato – osserva Conte – alziamo il limite di velocità, l’Italia deve correre ma alziamo anche gli autovelox: non vogliamo offrire spazio a appetiti criminali che alterano la concorrenza e fanno guadagni indebiti. Noi siamo sempre convinti di questa priorità e l’abbiamo realizzata con un decreto che semplifica, velocizza, digitalizza, sblocca una volta per tutte i cantieri e gli appalti e rende lo Stato amico delle imprese”.


2/7/20

L’Italia aspetta il decreto semplificazioni, dalle norme sugli appalti ai cantieri veloci

Per il premier Giuseppe Conte è “indispensabile” per la ripresa nell’era post-coronavirus. Tanto che dovrebbe contenere una norma studiata apposta per consentire di superare la “paura della firma” da parte dei funzionari pubblici, per dare il via libera alle opere. In 157 pagine e 48 articoli la soluzione per sciogliere i nodi che affliggono il Paese burocrazia.

L’Italia aspetta il decreto semplificazioni, dalle norme sugli appalti ai cantieri veloci

Appalti senza gare, tempi super veloci per le autorizzazioni, pubblica amministrazione sempre più on-line, costi della burocrazia che non potranno più aumentare, cantieri veloci. E’ questa l’anima del decreto Semplificazioni, che nel cuore del governo dovrebbe esser pronto e finire sul tavolo del Consiglio dei ministri di questa settimana. Ma niente condono; una norma che sarebbe stata stralciata nella notte e che inizialmente aveva trovato spazio nel testo del provvedimento.

L’Italia lo aspetta; come dice il premier Giuseppe Conte, è “indispensabile” per la ripresa nell’era post-coronavirus. Tanto che dovrebbe contenere una norma studiata apposta per consentire di superare la “paura della firma” da parte dei funzionari pubblici, per dare il via libera alle opere.

In 157 pagine e 48 articoli – che contemplano deroghe per un anno sulle soglie per le assegnazioni degli appalti senza gara, commissari e rilascio della certificazione anti-mafia, trasformazione digitale della pubblica amministrazione, revisione della responsabilità erariale e dell’abuso d’ufficio, e una serie di agevolazioni per l’edilizia
in materia ambientale e per la green economy – la soluzione per sciogliere i nodi che affliggono il Paese burocrazia; per il presidente del Consiglio è “la madre di tutte le riforme, uno snodo fondamentale per modernizzare e velocizzare il Paese. E’ l’ora della concretezza, è il momento di correre”.

Codice appalti

In arrivo deroghe per un anno al codice degli appalti: la bozza del decreto semplificazioni, ancora in via di definizione, prevede procedure semplificate fino a luglio 2021 e due sole soglie (rispetto alle attuali 5), fino a 150mila euro e oltre i 150mila euro.

Nel primo caso, ma ancora si starebbe discutendo sul limite dei 150mila euro, i lavori sarebbero assegnati per affidamento diretto, senza gara, nel secondo caso con procedure negoziate e consultazione di 5 operatori.

Per i contratti sopra la soglia comunitaria dei 5 milioni ci sarà la gara ma applicando procedure accelerate anziché quelle ordinarie, che si applicheranno anche a uno specifico elenco di opere di rilevanza nazionale necessarie per superare la fase di emergenza che saranno individuate dalla presidenza del Consiglio e dal ministero dei Trasporti.

Fino a luglio 2021 si prevede la procedura d’urgenza anche per il rilascio della certificazione antimafia (che sarà controllata ex post). Vengono indicati anche limiti ai ricorsi e ai casi in cui sia possibile sospendere la realizzazione delle opere, sempre transitori, e applicabili alle opere sopra la soglia comunitaria per le quali saranno istituiti collegi consultivi tecnici con il compito anche di risoluzione delle controversie. Sarà istituito anche un fondo specifico per la prosecuzione delle opere, per evitare stop a causa di temporanea mancanza di fondi.

Stop a nuovi costi della burocrazia

Il decreto prevede che gli atti normativi che introducono nuovi costi regolatori ne debbano contestualmente cancellare di più vecchi in modo da garantire saldo pari a zero. Se non c’è questa compensazione, questi oneri sono classificati come fiscalmente detraibili, scatta uno sconto fiscale equivalente.

La norma si propone di intervenire per evitare di “alimentare la percezione di una burocrazia e uno Stato ‘nemici’ dell’iniziativa privata”.

Tagliare i tempi delle procedure Via

Abbattere i tempi per la Via, la Valutazione di impatto ambientale. E’ una delle “prime necessità” indicate nella bozza del decreto che prevede su questo fronte un taglio dei tempi per la procedura e l’esercizio del potere sostitutivo in caso di inerzia, mentre si sta ancora valutando se introdurre uno specifico indennizzo in caso di ritardi nella chiusura del procedimento.

E’ prevista la creazione di una procedura speciale accelerata (fast-track) – affidate all’istruttoria di una commissione dedicata composta da dipendenti pubblici – per l’espletamento della Via delle opere che rientrano nel Piano energia e clima.

Ambiente e Green economy

Sono previste semplificazioni per gli interventi nei parchi, nelle Zone economiche ambientali, e nelle aree di bonifica e delle procedure per i Sin, i Siti di interesse nazionale, mentre si velocizzano i tempi per l’assegnazione dei fondi ai commissari per gli interventi contro il dissesto idrogeologico.

Un altro intervento riguarda un pezzo della green economy, per esempio su impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile ma anche sulle colonnine per le ricariche elettriche.

Inoltre sarà più facile ottenere la garanzia dello Stato (attraverso Sace) sui progetti legati al Green deal e in linea con gli obbiettivi di sviluppo sostenibile. Ed è anche previsto un piano straordinario di manutenzione del territorio forestale.

Una P.a. leggera

Per la Pubblica amministrazione arriva il via libera a tutti i servizi digitali tramite Spid, carta di identità elettronica e App IO su smartphone. L’identità digitale sostituirà il documento di identità in tutti i casi in cui viene richiesta.

Le amministrazioni dovranno offrire gli stessi servizi anche in digitale e su app mobile. Inoltre dovranno “sviluppare i propri sistemi con modalità idonee a consentire l’accesso da remoto ai propri dipendenti e favorire così il lavoro agile (smartworking)”.

Viene previsto un Codice di condotta tecnologica, emanato dal capo del dipartimento della trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri, con “regole omogenee per tutte le P.a., per lo sviluppo dei sistemi e per la progettazione e realizzazione dei servizi digitali ai cittadini, con regole per la formazione tecnologica dei pubblici dipendenti e esperti che affianchino i progetti di trasformazione digitale delle amministrazioni”.

Le comunicazioni con la pubblica amministrazione dovranno essere semplificate e rafforzate dall’utilizzo esclusivo della pec e del domicilio digitale nei rapporti tra imprese, professionisti.

Il punto di tensione

La lista delle opere – “di rilevanza nazionale la cui realizzazione è necessaria per il superamento della fase emergenziale o per far fronte agli effetti negativi, di natura sanitaria ed economica, derivanti dalle misure di contenimento e dall’emergenza sanitaria globale del Covid-19” – ancora non rientra nel testo; probabilmente ne entrerà a far parte con un mini-decreto successivo; ma è un aspetto che, offre un’indicazione politica di chi sta governando il processo, e che tiene accesa la tensione nel governo. E spingere per l’elenco delle opere, arriva direttamente dal premier Conte.

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