Le sfide nell’innovazione in edilizia

Il Rapporto E-Lab curato dall’Osservatorio di Legambiente e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Progettisti, Paesaggisti e Conservatori è stato presentato questa mattina al Saie di Bologna, e mostra una originale fotografia del mutamento in corso nel modo di progettare e costruire nel nostro Paese.

SELVINO

 

Sono 1.251 i Regolamenti Edilizi individuati e analizzati nel Rapporto, attraverso una analisi originale che ha messo in luce l’introduzione di temi e obiettivi energetico-ambientali. Per capire la portata di queste innovazioni, si tratta di esperienze che coinvolgono territori dove complessivamente vivono oltre 24 milioni di persone in un processo che accomuna grandi città e piccoli Comuni.

I risultati di questo primo rapporto dell’osservatorio permettono di individuare alcune sfide che l’innovazione in campo edilizio si trova di fronte.

La prima sfida riguarda la riqualificazione del patrimonio edilizio, dove occorre imprimere una forte accelerazione degli interventi da accompagnare attraverso  una  indispensabile regia nazionale.

E’ qui il vero campo di intervento nei prossimi anni, lo dicono i numeri del patrimonio edilizio, lo confermano gli obiettivi energetici internazionali e nazionali, lo ricordano purtroppo periodicamente terremoti e fenomeni di dissesto. Ed è qui che bisogna cambiare passo per rilanciare il settore edilizio, con nuove politiche e indirizzi.

Mancano sia un’analisi dello stato del patrimonio edilizio pubblico e privato (che pure è prevista dalla Direttiva 2012/27) che persino una valutazione delle politiche realizzate in questi anni, che invece oggi risulterebbe fondamentale per capire i risultati prodotti e capire come ripensare per rendere più efficaci gli incentivi.

Una strategia di riqualificazione è quanto mai urgente rispetto alla riqualificazione  del patrimonio edilizio pubblico, dove costi e sprechi risultano assai rilevanti.

Per muovere la riqualificazione in questa direzione occorre semplificare gli interventi e introdurre specifici incentivi.

Il primo obiettivo è premiare gli interventi di riduzione dei consumi energetici e adeguamento sismico che riguardano interi edifici, per offrire opportunità di risparmio a tutti e non solo a chi può permetterselo. Si motiva anche per queste ragioni la revisione degli incentivi per le detrazioni in edilizia, per fare degli Ecobonus uno strumento di innovazione degli interventi che riguardano gli edifici.

Il secondo obiettivo è la semplificazione degli interventi    di retrofit  di edifici che migliorino complessivamente la vivibilità degli spazi privati e comuni. Come si sta facendo da tempo nelle città europee, nel momento in cui si interviene su edifici pensati 40-50 anni fa, cogliendo l’occasione per intervenire non solo sulle strutture perimetrali per aumentare l’isolamento  ma anche di ripensare gli spazi interni ed esterni.

La riqualificazione deve oggi puntare a obiettivi più ambiziosi che riguardano il patrimonio abitativo, adeguandolo alle nuove esigenze di famiglie cambiate come numero dei componenti e necessità. Ad esempio, consentendo nell’ambito di interventi di retrofit che ridefiniscono le strutture perimetrali per raggiungere determinate prestazioni energetico, di prevedere anche un miglioramento nell’efficienza degli impianti di riscaldamento, ma anche di schermatura solare e di installazione di impianti da fonti rinnovabili, fino ad arrivare a rendere possibili modifiche che migliorano la vivibilità degli spazi privati e condominiali (creazione di terrazzi con obiettivi di schermatura solare e di ridefinizione delle disposizioni interne, installazione di ascensori e corpi scala a norma di Legge, interventi di ripermeabilizzazione degli spazi liberi e di creazione di tetti verdi, ecc.), purché si rispettino le distanze minime tra edifici previste dal codice civile e le altezze previste dai piani urbanistici. E’ proprio in questa direzione che stanno andando le sperimentazioni più interessanti sugli edifici residenziali nelle città europee, e occorre affrontare anche in Italia queste sfide se si vuole dare  una speranza di miglioramento delle condizioni di vivibilità dentro edifici dove, per ragioni statiche, urbanistiche e di opportunità, realizzare una semplice manutenzione è uno spreco di risorse e la demolizione e ricostruzione sono strade non percorribili .

Per rendere possibile questa prospettiva occorre da un lato un intervento normativo che chiarisca e semplifichi questi interventi, e dall’altro rendere finalmente funzionante lo strumento delle ESCO per interventi di riqualificazione complessiva di edifici con più alloggi. Nella Legge di Stabilità 2016, è stata introdotta una novità importante, che riguarda la possibilità per gli interventi sulle parti condominiali (come sono anche le pareti esterne) di cedere le detrazioni fiscali a chi realizza l’intervento. Ora occorre dare certezze a questa opportunità per Esco e imprese di costruzioni, chiarendo con l’Agenzia delle Entrate i termini per l’applicazione da un punto di vista fiscale e in ogni caso dare certezze per il futuro, visto che l’Ecobonus scade nel 2016, e interventi di questo tipo hanno bisogno di una fase di istruttoria e progettazione non breve  (proprio  perché coinvolgono diverse famiglie). Proprio per la ragione che gli interventi sui condomini sono complessi da gestire e costosi per le famiglie occorre introdurre quanto prima il fondo per l’efficienza energetica (previsto con il Decreto Legislativo 102/2014) e indirizzarlo proprio agli interventi di retrofit energetico e antisismico di interi edifici, stabilendo i criteri per l’accesso da parte di privati e enti pubblici.

Scarica l’intero OSSERVATORIO E-LAB INNOVAZIONE EDILIZIA

 

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