CNA, per le imprese sempre più difficile cedere i crediti legati ai bonus

L’ultima indagine fatta da CNA su un campione rappresentativo del settore delle costruzioni segnala che quasi 50.000 imprese hanno problemi a cedere i crediti legati ai bonus edilizi, che sono arrivati a 5 miliardi di euro.

CNA, per le imprese sempre più difficile cedere i crediti legati ai bonus

Un nuovo allarme legato al blocco della cessione dei crediti dei bonus edilizi arriva da CNA che ha realizzato un’indagine su un campione rappresentativo di aziende del settore edile da cui emerge che sono più di 50.000 le imprese che non riescono a cedere i crediti legati ai bonus per interventi di riqualificazione, anche a causa di un peggioramento delle condizioni finanziarie offerte dai possibili acquirenti.

Inoltre, rispetto alla precedente analisi, CNA registra un significativo peggioramento: i crediti fiscali non monetizzati attraverso una cessione superano oggi i 5 miliardi, quasi il doppio rispetto ai 2,6 di inizio giugno. Anche il numero di aziende con cassetto fiscale pieno da 5 mesi è aumentato in maniera esponenziale, passando dal 35% della scorsa primavera all’attuale 75%. E la percentuale di imprese con crediti superiori a 100mila euro è cresciuta dal 45 al 54,5%.

Le aziende segnalano grossi problemi non solo nel trovare soggetti che vogliano acquisire i crediti legati ai bonus edilizi, viste le difficoltà degli intermediari finanziari, ma anche ad avere offerte in linea con le attese: solo l’8% degli intervistati si dice soddisfatto, mentre nel 42% dei casi le offerte sono penalizzanti.

Una situazione difficile che sta provocando problemi lungo tutta la filiera, con difficoltà per oltre il 50% del campione nel pagare i fornitori nei tempi corretti, per il 40% di  pagare tasse e imposte, 5 aziende su 10 preventivano inoltre una possibile chiusura dei cantieri e l’86% pensa di non aprire nuovi cantieri.

Se il Governo non dovesse avviare un intervento straordinario, come richiesto dalle associazioni di categoria, per permettere alle imprese di svuotare i cassetti fiscali, saranno sempre di meno le aziende (CNA parla del 7%) disposte a riconoscere ancora lo sconto in fattura, anche perché “gli oneri per le imprese rischiano di essere superiori ai benefici degli incentivi per la riqualificazione degli edifici e per il contributo al Pil”.


6/6/2022

CNA: 33mila imprese a rischio chiusura per il blocco crediti

Il blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi secondo CNA mette a rischio sopravvivenza 33.000 imprese del settore e 150.000 posti di lavoro

CNA: 33mila imprese a rischio chiusura per il blocco crediti

Da un’analisi fatta da CNA su un campione di circa 2mila imprese rappresentative dei settori dell’edilizia, delle costruzioni e dei serramenti, stima che siano 33mila le imprese artigiane a rischio fallimento e circa 150.000 i posti di lavoro che potrebbero saltare.

I continui cambiamenti normativi di questi mesi secondo la Confederazione non hanno fatto che aumentare la confusione degli operatori del settore e delle imprese ed è ora necessario che il Governo faccia chiarezza su una materia tanto importante.

Secondo CNA “i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione arrivano a quasi 2,6 miliardi di euro“. Il 15% di tali crediti è bloccato, il che mette in grossa crisi migliaia di aziende che si trovano ad avere molti crediti senza liquidità: il 48,6% degli intervistati parla di rischio fallimento e il 68,4% considera un rischio concreto il blocco dei cantieri attivati.

Senza dimenticare che la mancata cessione dei crediti sta creando problemi lungo tutta la catena perché le imprese ritardano i pagamenti dei fornitori, “il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori”.

Dall’analisi emerge che le imprese con una maggiore incidenza di crediti bloccati sono quelle con un giro d’affari di 150mila euro (38,2% di crediti bloccati, circa 57mila euro); le imprese con un maggiore fatturato in percentuale hanno meno crediti nel proprio cassetto fiscale. I problemi per le imprese sono dovuti principalmente alla mancanza di soggetti disposti ad acquisire i crediti e ai tempi burocratici troppo lunghi. “Ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura”.


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