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La Camera ha approvato il decreto Genova che, oltre alle misure straordinarie per il sostegno al comune dopo il crollo del Ponte Morandi, prevede due articoli molto contestati da opposizioni e associazioni ambientaliste: il condono edilizio per Ischia e per le zone terremotate del Centro Italia e l’aumento della percentuale consentita della quantità di idrocarburi di fanghi reflui spandibili in agricoltura Nella notte del 31 ottobre, dopo giorni di tensioni, la Camera ha approvato il Decreto Genova, con 284 voti a favore, 67 contrari e 41 astenuti. Il testo è passato dunque al Senato che lo dovrà convertire entro il 28 novembre. Il Decreto contiene le misure straordinarie a sostegno della ricostruzione di Genova dopo il crollo del Ponte Morandi e i due condoni per Ischia e per le zone terremotate del Centro Italia, che stanno creando qualche mal di pancia all’esecutivo. Le associazioni ambientaliste, Legambiente in primis, chiedono a forza che il Senato abbia il coraggio di non confermarli. Fra le norme messe in campo dal Decreto la nomina di un Commissario Straordinario per Genova per la ricostruzione dell’Infrastruura e il ripristino del connesso sistema viario, che rimarrà in carica per 12 mesi, e potrà essere rinominato fino a un massimo di 3 anni. Il ponte Morandi sarà realizzato a carico economico di Autostrade, che dovrà dare risposta entro 30 giorni dalla richiesta del Commissario Straordinario. Se Autostrade non dovesse pagare, lo Stato anticiperebbe 30 milioni all’anno dal 2018 al 2029. Gli abitanti delle case sgomberate dopo il crollo del Ponte non dovranno pagare le tasse e per tutto il 2019 saranno sospese le cartelle esattoriali. Sono inoltre previste misure a sostegno di imprese, artigiani e professionisti che abbiano sede all’interno della zona rossa e che dal 14 agosto alla data di entrata di vigore del decreto abbiano subito un decremento del fatturato, rispetto allo stesso periodo del 2017. Il contributo viene riconosciuto fino al 100% di questo decremento, fino a un massimo di 200.000 euro. I condoni edilizi La Camera non ha accolto nessuno degli emendamenti proposti dal PD relativi al condono edilizio. In particolare l’articolo 25 prevede il possibile condono con fondi pubblici per la ricostruzione degli immobili presenti nei 3 Comuni di Ischia, colpiti dal terremoto del 2017. Ai comuni è richiesto di dare entro 6 mesi risposta sulla conclusione dei procedimenti in esame, altrimenti ci sarà il silenzio-assenso. Rientrano molte abitazioni abusive, attualmente sotto esame per le richieste di sanatoria relative prima di tutto al condono del 1985 che, rispetto ai successivi del 1994 e del 2003, prevede maglie molto più ampie sulla sanatoria degli abusi rispetto alle autorizzazioni ambientali, alle regole per il contrasto sismico, vulcanico e idrogeologico. Tali immobili sarebbero dunque ricostruiti con finanziamenti statali. Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente commenta che “il Governo del Cambiamento si è schierato a favore delle norme salva abusi, altro che onestà e lotta all’illegalità e all’abusivismo edilizio… Grazie a questo “condono a 5 stelle” le case costruite sotto ad una collina che può venire giù per una pioggia torrenziale o in una zona ad alto rischio sismico, insanabili col condono Berlusconi ma sanabili per quello del 1985 di Craxi, saranno ora legalizzate e ricostruite con i soldi dei contribuenti, mettendo anche a rischio la vita di chi ci vivrà”. Legambiente si augura che il Senato abbia il coraggio di bloccare una norma tanto pericolosa, togliendo ogni riferimento al condono Craxi e “auspicando la formazione un gruppo di tecnici che avrà l’esclusivo compito di chiudere le pratiche di condono ancora aperte facendolo attraverso le tre leggi di riferimento, del 1985, del 1994 e del 2003”. Per quanto riguarda gli interventi nelle aree colpite dal terremoto in centro Italia, Legambiente auspica che venga cancellata la possibilità di sanare difformità fino ad agosto 2016 modificando l’articolo 39-ter. Mantenendo il termine del condono del 2003 come data massima. Inoltre andrebbe eliminata la deroga che “fa aumentare la tolleranza dal 2 al 5% di aumento di volumetria per cui una difformità edilizia non viene considerata tale, con la conseguenza che non si pagheranno multe e si potrà ricevere il contributo pubblico anche per quell’aumento di volumetria”. Fanghi con idrocarburi nei campi Un altro articolo che ha suscitato molte reazioni negative è quello che consente l’aumento di almeno 10 volte della quantità di idrocarburi di fanghi reflui spandibili in agricoltura. Ci si domanda perché tale articolo sia stato inserito nel Decreto Genova, non centrando nulla con il Ponte Morandi e si temono i pericoli per la salute. Durissimo il leader dei Verdi Angelo Bonelli, che sottolinea che si tratta di “una sanatoria inaccettabile, con l’alibi di dare risposte a un’emergenza che si è creata soprattutto al nord. A Costa dico che un ministro dell’Ambiente non può essere il notaio di decisioni altrui, e non può non opporsi”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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