Rincaro delle materie prime, approvato l’emendamento per compensazioni alle imprese

Rincaro delle materie prime, approvato l'emendamento per compensazioni alle imprese

 Approvato un emendamento al Decreto Sostegni-bis che introduce un meccanismo di compensazione a favore delle aziende appaltatrici di opere pubbliche per bilanciare i sovrapprezzi ed evitare ritardi nella realizzazione delle stesse. Il ministero delle infrastrutture istituirà un fondo da 100 milioni

Rincaro delle materie prime, servono misure urgenti per impedire il blocco di cantieri e appalti

Indice degli argomenti:

Dopo gli allarmi che si sono succeduti in questo periodo – prima l’Ance, poi OICE e ASSISTAL – sul rischio che il caro materiali metta in ginocchio il settore delle costruzioni e rallenti anche i bandi di progettazione, compromettendo gli l’efficacia del Superbonus 110%, è arrivato l’intervento del Governo.

E’ stato infatti approvato in commissione bilancio della Camera (con il parere favorevole di tutti i Gruppi) un emendamento al DL Sostegni Bis, presentato dall’Onorevole Erica Mazzetti,  che introduce un meccanismo di compensazione per mitigare i prezzi alti a favore delle aziende appaltatrici.

Le compensazioni saranno valutate – ha spiegato in una nota l’onorevole Mazzetti “applicando alle quantità dei singoli materiali impiegati nelle lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori nell’anno 2021, le variazioni in aumento o in diminuzione dei relativi prezzi, rilevate dai decreti ministeriali con riferimento alla data dell’offerta, eccedenti l’otto per cento se riferite esclusivamente all’anno 2020, ed eccedenti il 10 per cento complessivo in caso di offerte antecedenti al 2020″.

Entro il 31 ottobre 2021 il ministero delle Infrastrutture accerterà dunque con decreto, per i contratti in corso di esecuzione, le differenze percentuali dei prezzi dei materiali nel primo semestre superiori o inferiori all’8%. Per le variazioni in aumento l’appaltatore deve presentare un’istanza di compensazione alla stazione appaltante entro 15 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale. Le stazioni appaltanti avranno a disposizione il 50% delle somme accantonate per imprevisti nel quadro economico di ogni progetto. In caso di risorse insufficienti il ministero delle Infrastrutture ha istituito un fondo da 100 milioni per l’adeguamento dei prezzi.


17/6/21

OICE: bene l’Osservatorio ma forti rischi per i bandi di progettazione

OICE Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica e ASSISTAL – Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management, intervengono sulla questione del forte rincaro delle materie prime di alcuni materiali da costruzioni, trend che, purtroppo, non sembra rallentare.

L’Osservatorio Oice/Informatel ha registrato una crescita significativa dei bandi di progettazione nei primi 5 mesi dell’anno: sono infatti 1.921 i bandi con un valore di 390,3 milioni di euro, +29,8% in numero e +6,7% in valore rispetto al periodo gennaio-maggio 2020. A maggio però rispetto al mese di aprile c’è stato un calo del 24,7% in numero e -8,3% in valore.

La preoccupazione del Presidente Gabriele Scicolone è che il caro materiali stia rallentando anche i bandi di progettazione: “ci giunge notizia che diversi bandi di progettazione che erano pronti per l’invio alla gazzetta ufficiale sono stati ritirati perché fanno riferimento a prezziari superati” . Un altro rischio è l’impasse per gli appalti integrati sul progetto di fattibilità per gli interventi del Pnrr e del Pnc, che potrebbe rallentare i bandi di progettazione. “Per gli interventi del Pnrr e del Pnc la scelta poi di puntare sull’appalto integrato, partendo da un progetto di fattibilità i cui contenuti sono certamente insufficienti, determinerà due effetti: un massacro fra imprese nel caso si dovesse chiedere il progetto definitivo in gara e l’impossibilità di valutare la parte tecnico-progettuale dell’offerta”.

ASSISTAL: le imprese sono in difficoltà

Angelo Carlini Presidente ASSISTAL parla di una situazione di grave difficoltà e per certi versi paradossale. L’Osservatorio Congiunturale di ASSISTAL ha infatti rilevato negli ultimi 6 mesi forti aumenti dei prezzi dei materiali utilizzati per la realizzazione di opere impiantistiche ed edili. In particolare tra dicembre e maggio ci sono stati “aumenti a doppia cifra e nello specifico registriamo un incremento del costo dei materiali pari al 40% nel caso del rame, dell’80% del ferro e acciaio, del 20% dell’alluminio e del 30% del polietilene”.

Una situazione che ha gravi ripercussioni sull’esecuzione dei contratti di appalto in essere, con il rischio in alcuni casi di rescissione in caso di mancato adeguamento dei costi da parte dei committenti e che impatta anche sul Superbonus 110%. “Infatti, l’aumento abnorme dei prezzi possiamo in parte ricondurlo all’indisponibilità dei materiali sul mercato. Questa stessa indisponibilità è la ragione per cui molte imprese ci segnalano che riscontrano moltissime difficoltà nell’avanzamento dei lavori per la riqualificazione degli edifici.”

L’allarme dell’Ance: le aziende da sole non possono far fronte agli aumenti

Il presidente dell’Ance  Gabriele Buia torna a parlare del problema del rincaro dei prezzi delle materie prime, che sta creando diverse criticità nel settore edilizio, e che in alcuni casi, come per l’acciaio, ha toccato il 150%. Le aziende, sottolinea Buia, da sole non possono far fronte a questa situazione, è necessario un intervento urgente del Governo che  aiuti a contenere i prezzi, evitando il blocco dei cantieri, pianificati anche grazie alle misure del Recovery plan e Superbonus 110%. Una “fiammata insostenibile che dura da oltre sei mesi e sta mettendo in ginocchio le imprese, che attualmente stanno facendo fronte ai rincari lavorando sotto costo”. Il rischio, senza un intervento del Governo è di “pagare conseguenze gravissime in termini di occupazione e investimenti”.

Anche Anima Confindustria nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme, per il settore della meccanica e manifatturiero, legato sia all’aumento dei prezzi dei materiali che dei costi di trasporto. Il professore Achille Fornasini dell’Università di Brescia – che in collaborazione con l’Ufficio Studi di Anima Confindustria sta realizzando un’analisi dei mercati e dei prezzi delle commodity – spiega che “il Baltic Dry Index, che sintetizza gli oneri di nolo marittimo per prodotti secchi e sfusi – dopo essere crollato in piena epidemia, l’indice ha registrato una performance eccezionale (+682% dal mese di maggio 2020) soprattutto a causa della drastica interruzione delle catene internazionali di fornitura provocate dai primi lockdown”. Il rischio è che l’aumento dei costi di trasporto e delle materie prime provochi “un’inflazione spropositata e fuori controllo”.

Il rialzo dei prezzi delle materie prime in edilizia


21 maggio 2021

Interpellanza per sostegno alle costruzioni

La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti è la prima firmataria di un’interpellanza urgente al Ministero delle Infrastrutture, che chiede un intervento del Governo per far fronte ai rincari dei prezzi delle materie prime attraverso l’introduzione di un meccanismo di compensazione per i lavori del 2021Rincaro delle materie prime, interpellanza per sostegno alle costruzioniPer far fronte al problema del rincaro delle materie prime, la deputata di Forza Italia Enrica Mazzetti ha presentato un’interpellanza urgente al Ministero delle Infrastrutture chiedendo di introdurre un meccanismo di compensazione urgente e straordinario per i lavori realizzati nel 2021.

Nell’interpellanza la deputata ha ricordato che il settore delle costruzioni risente ancora oggi della crisi iniziata nel 2007. I primi segnali di ripresa hanno subito il contraccolpo della pandemia e da qualche mese a questa parte si è aggiunto il problema del forte rincaro dei prezzi delle materie prime – in particolare materie plastiche, calcestruzzo, bitumi e metalli –  e della loro scarsa disponibilità.

Una situazione che, in mancanza di interventi tempestivi, rischia di impedire la partenza di diversi cantieri, proprio ora che la misura del Superbonus 110% sta mostrando i suoi effetti, riducendo ulteriormente i margini delle imprese di appalti pubblici e privati.

Facendo seguito a una richiesta dell’Ance al Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili di emanare misure ad hoc per fronteggiare l’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione, la deputata chiede l’emanazione di un apposito decreto che permetta di verificare su base trimestrale, le variazioni percentuali intervenute nel corso del 2021 rispetto ai prezzi medi del 2020 e di “introdurre un meccanismo di compensazione urgente e straordinario per i lavori eseguiti nel corso del 2021, attraverso il quale riconoscere alle imprese gli incrementi eccezionali intervenuti, da applicarsi, anche in deroga alle disposizioni vigenti, a tutti i lavori in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore della norma”.


23 aprile 2021

Il rincaro delle materie prime e l’impatto in edilizia

Se ne parla dallo scorso ottobre ma ora la situazione è peggiorata: negli ultimi mesi la scarsa disponibilità di alcune materie prime – fondamentali per molte aziende edili – e l’oscillazione dei prezzi, che in alcuni casi sono persino raddoppiati, sta causando disagi e rischia di mettere in ginocchio un settore già gravato dalla pandemia e da anni di crisi. L’allarme di Anima Confindustria

Il rincaro delle materie prime e l'impatto in edilizia

Scarseggiano alcune materie prime fondamentali in edilizia, parliamo in particolare di acciaio, metalli non ferrosi, plastica, polimeri e altri materiali chimici e i loro prezzi da mesi oscillano con aumenti spropositati, senza che si riescano a fare previsioni per il futuro. Una situazione esacerbata dalla pandemia, ma l’allarme del comparto non può essere inascoltato.

Anima Confindustria nel corso di un webinar organizzato nei giorni scorsi e dedicato proprio all’oscillazione dei prezzi delle materie prime, ha presentato i dati elaborati dal proprio Ufficio Studi in collaborazione con Achille Fornasini, professore di Analisi tecnica dei mercati finanziari dell’Università degli Studi di Brescia, volti a comprendere le ragioni della crisi, immaginando il possibile impatto sul comparto. 

Il vicepresidente di Anima Confindustria, Pietro Almici ha sottolineato che i continui e imprevedibili rincari delle materie prime “con prezzi che variano di giorno in giorno, unitamente alla scarsità di offerta, stanno creando grande incertezza e difficoltà nelle aziende manifatturiere. Come associazione di rappresentanza della meccanica non possiamo che rimarcare la grande preoccupazione per l’aumento dei prezzi iniziato già da ottobre scorso, che si è particolarmente acuito in questi primi mesi dell’anno”.

I dati confermano lo sbilanciamento del mercato caratterizzato da un significativo aumento della domanda, cui corrisponde una scarsa offerta.
Nei prossimi mesi nonostante l’auspicata ripresa economica, il prezzo delle materie prime continuerà ad essere un nodo importante. Le stime dicono che per esempio il rame potrebbe raggiungere il massimo storico già nei prossimi mesi. Mentre i prezzi del petrolio, dopo il crollo del 2020 (-68%) cui è seguita una forte ripresa (+203%), potrebbero assestarsi tra i 60 e i 75 dollari al barile.

Non ci si aspetta un calo nei prossimi mesi dei prezzi dell’alluminio e dei prodotti piani d’acciaio, che da gennaio hanno subito un aumento rispettivamente del 18% e del 40%.

Inoltre la scarsità dell’offerta è stata aumentata anche dalla ripresa economica di Cina e mercato asiatico in generale, iniziata prima rispetto a Europa e Nord America, che hanno fatto scorte strategiche di diverse commodity già durante il 2020.

Maurizio Tansini, presidente di Aisem/Anima commenta che “il settore della movimentazione delle merci è uno dei comparti più colpiti a livello mondiale, con cali significativi di margini o fatturati”. A peggiorare la situazione è l’incertezza sul futuro. “Per fronteggiare questa emergenza sono necessari non solo piani di supporto agli investimenti strutturali, di cui la meccanica ha bisogno, ma anche un piano strategico che non ci faccia più trovare in una condizione per cui, pur essendo una delle prime dieci economie al mondo, subiamo le influenze esterne”.

Fabrizio Leoni presidente di Aqua Italia/Anima ha sottolineato che l’aumento dei prezzi delle materie prime e la loro scarsità stanno naturalmente incidendo sui costi di produzione che le aziende devono sostenere. Una situazione aggravata dal fatto che “in Europa non abbiamo impianti sufficienti per la produzione dei polimeri necessari alla produzione della plastica e ci troviamo costretti ad importare enormi quantità di materia prima. L’Italia è il primo paese trasformatore di materiale plastico in Europa dopo la Germania ed è evidente che più di altri paesi stiamo fortemente soffrendo questa situazione”.

Anche il settore ceramico recentemente ha registrato forti rincari dei prezzi delle materie prime con ovvie conseguenze a livello di competitività delle imprese. Oltre ai rialzi dell’energia, un’indagine condotta tra le aziende ceramiche italiane mostra un aumento del prezzo del pallet di più del 30% e delle materie prime – feldspato e caolino – tra il +8 ed il +12%. 

Sul fronte dei noli marittimi le aziende denunciano, oltre all’aumento dei costi (fino al +80-100% nelle rotte verso il Nord America), gravi carenze nella disponibilità di container, che creano difficoltà nella programmazione delle spedizioni.


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