Ecobonus al 110%, alcune criticità

Ecobonus al 110%, alcune criticità

La maxi detrazione del 110% ecobonus e sismabonus contenuta nel Decreto Rilancio, che dopo continui rinvii è stato approvato nelle scorse ore, non piace proprio a tutti. Quali le criticità

Decreto Rilancio, perché l'ecobonus al 110% non piace a tutti

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Ieri nel tardo pomeriggio il CdM ha finalmente approvato il cosiddetto Decreto Rilancio da 55 miliardicon le misure a sostegno della ripartenza dell’economia. Tra queste è praticamente certo il superbonus edilizia, la maxi detrazione per ecobonus e sismabonus al 110%, con la possibilità di beneficiare dello sconto immediato in fattura.

Una misura che non tutti apprezzano. Vediamo di capire perché.

Il parere di Cecilia Hugony, Teicos Group

cecilia_hugony-teicosCecilia Hugony, ad dell’impresa edile Teicos Group, impegnata da tempo nel mercato delle riqualificazioni tramite il sistema della cessione del credito di imposta considera deleteria la cessione del credito per bonus casa sia per le imprese, perché andrebbe a beneficio solo delle grandi utilities, che per il mercato immobiliare.

Per quanto riguarda le imprese infatti “a oggi qualsiasi prodotto bancario (tipo prestito ponte) si basa sul merito creditizio dell’impresa; se la cessione del credito si ha solo sulle opere Ecobonus, l’impresa ha bisogno di farsi finanziare una percentuale ridotta del suo fatturato, che generalmente è composto da un mix di prodotti tra bonus casa ed eco – sismabonus”.

La cessione totale farebbe aumentare la richiesta di supporto finanziario ben oltre la metà del fatturato, rendendo insostenibile la situazione. Si rischia inoltre un blocco dei lavori perché solo le grandi utilities potrebbero gestire il mercato della ristrutturazione, ma non sono né pronte né interessate a quest’attività.

Dal punto di vista del parco immobiliare, è indubbio che sia necessario riqualificare in maniera profonda una buona parte del nostro patrimonio immobiliare, sia dal punto di vista energetico che antisismico, “l’incentivo pubblico deve orientarsi però su questi interventi, non sulla sostituzione tecnologica necessaria di componenti degradate e basta. In altre parole, la riqualificazione energetica si fa oggi in quegli edifici dove occorre risolvere problemi di degrado (finestra di opportunità) e c’è una convenienza economica nell’upgrade dell’intervento (da manutenzione a efficienza energetica) determinato dalla cessione del credito. Nel momento in cui questa esclusiva sparisce, il mercato tornerà quello di prima”.

Anche la possibile cessione del credito alle banche, pur se lodevole – continua Cecilia Hugony – presenta delle criticità legate soprattutto alle tempistiche in cui gli istituti attiveranno questa possibilità. Basti pensare che si tratta di una pratica già possibile per gli incapienti, ma fino ad oggi mai attivata e l’AdE non ha mai pubblicato la circolare per renderla operativa. “Le banche lesineranno il prodotto alle imprese di costruzioni lamentando il merito creditizio (come hanno fatto finora con i prestiti ponte). Quindi: benissimo alla norma, ma progettiamo come fare andare avanti i cantieri finché questa norma non sia realmente utilizzabile e applicabile (per esempio, senza ampliare gli interventi cedibili)”.

La possibilità dell’Ecobonus 110% recuperabile in 5 anni più la cessione è positiva se non investe tutti i cantieri in essere, altrimenti si dovrebbero rivedere tutti i contratti con tutti i problemi che ciò comporterebbe.

Ecco i punti:

1. I 5 anni devono rimanere tali anche nella seconda cessione, non solo per la prima (=sconto in fattura), in modo tale da evitare variazioni di prezzo al cliente.

2. Inseriamo un requisito tecnico supplementare coerente con il PNIEC per limitare gli interventi in corso sui quali sia applicabile: risparmio di energia primaria del 50% (EPh gentot), in modo tale da renderlo interessante per gli interventi attualmente in fase di progettazione – va bene anche la proposta, oggi sul tavolo, del doppio salto di classe.

3. NON MODIFICHIAMO i passaggi “burocratici” per la cessione del credito, in modo tale da evitare un nuovo blocco in attesa di chiarimenti e interpelli.

4. Eliminare il requisito di applicazione dei CAM (Criteri ambientali minimi) ai materiali utilizzati nell’intervento. L’applicazione dei CAM ai lavori edili è stata sospesa dall’ANAC il 5 maggio 2020 fino alla pubblicazione di un nuovo decreto, a cura del Ministero dell’Ambiente, che contenga nuove definizioni In questo momento quindi non pare opportuno esigere la loro applicazione per il super ecobonus.

Rimane di fondamentale importanza il dialogo con le banche: “Secondo quanto mi consta, anche loro stanno facendo richieste e proposte al governo per rendere operativi rapidamente i nuovi incentivi ma senza risposte”.

Associazioni del settore serramenti e involucro edilizio

Tutte le Associazioni dei serramenti e involucro hanno scritto una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Governo denunciando il rischio che il Decreto Rilancio, così come strutturato, possa affossare del tutto le PMI italiane legate alla produzione di serramenti, vetrazioni e schermature solari, che dopo questi mesi di lockdown si trovano in condizioni assolutamente precarie. Parliamo di un comparto che coinvolge 16.000 imprese e più di 200.000 addetti diretti che nel 2019 hanno sviluppato un fatturato di più di 5Mld di Euro, il 40% circa attivando le Detrazioni Fiscali.

Se il governo vuole davvero aiutare le imprese di questi settori è necessario che l’aumento delle aliquote delle detrazioni per l’ecobonus non sia rivolto solo agli interventi complessivi di riqualificazione energetica degli edifici. Non si possono escludere dalla detrazione del 110% tutti i singoli interventi che beneficiano degli attuali bonus per la riqualificazione energetica degli edifici, tra cui le sostituzioni di serramenti e schermature solari; altrimenti queste aziende rimarranno ferme, senza poter recuperare, neanche in parte, l’enorme riduzione del fatturato causato dall’emergenza coronavirus.
E’ necessario stimolare la domanda dei consumatori considerando naturalmente che la crisi che si è creata limiterà nei prossimi mesi la propensione agli acquisti.

Le misure contenute nel Decreto Rilancio, secondo i firmatari, sono addirittura dannose e se confermate limiteranno ulteriormente i singoli interventi quali la sostituzione dei serramenti: “La misura è infatti rivolta tipicamente a operazioni, procedure e condizioni condominiali e vincolata all’effettuazione di specifici interventi. Elementi che hanno in sé tutte le caratteristiche della non immediatezza che in questo caso si sposano con molto tempo a disposizione (fine 2021), con i molti regolamenti attuativi da emanare, con le leggi da modificare (vedi il valore telematico delle Assemblee Condominiali), con un panorama della proprietà edilizia in Italia che conta oltre l’80% di piccoli proprietari di singoli appartamenti e, da ultimo ma principalmente e tragicamente, fanno scopa con una offerta irrinunciabile come il 110% di detrazione fiscale”.

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