Cosa cambia nell’investimento immobiliare

E’ visibile a tutti che l’investimento immobiliare sia tornato a destare nuovo interesse: che sia un investimento a reddito o per vacanza sono aumentate le percentuali negli anni.

mattoni

Dal 2013 ad oggi, che si parli di mare, monti o laghi, a livello nazionale la percentuale di chi acquista con queste finalità è salita dal 17,1% al 18,6% (investimento a reddito) e dal 5,8% al 6,7% (casa vacanza). Sono numeri piccoli che però, in alcune città importanti, registrano variazioni considerevoli a confermare che le metropoli rappresentano ancora una location valida per gli investimenti.

La Capitale e Milano da sempre attirano lavoratori e studenti fuori sede e hanno sempre rappresentato un’occasione importante per gli investitori. Motivazioni non molto differenti anche in altre grandi città, come Bologna e Torino.
Ad aumentare il ritorno all’investimento hanno contribuito il ribasso dei prezzi che ha reso l’acquisto più conveniente, lasciando spazio a future rivalutazione e la crescita dei rendimenti immobiliari annui lordi da locazione residenziale passati dal 2013 ad oggi dal 4,1% al 4,8%, con aumenti  più alti a Milano (dal 4% al 5% annuo lordo) e a Napoli (dal 3,5% al 4,6%).

Sicuramente però qualcosa sta cambiando. Recentemente in alcune grandi città in maniera particolarmente evidente, l’investimento immobiliare è legato sempre più spesso all’attrattività turistica della città  per cui si acquista la casa per affittarla ai turisti.

In città come Firenze e Roma avevano già anticipato questa tendenza, in particolare  nel centro storico del capoluogo toscano dove  il fenomeno è talmente cresciuto negli ultimi anni da “spostare” la domanda di locazione residenziale in altre aree della città. Ora il fenomeno sembra essere agli albori anche in altre città italiane. Tra queste, in particolare, si segnalano Napoli, Verona e Palermo. Nel capoluogo campano la domanda ad uso investimento è passata in tre anni  dal 28% al 41%, un vero e proprio boom che ha interessato in particolare gli immobili posizionati nelle zone centrali. Il fenomeno è andato di pari passo con l’aumento dei turisti in città e con il ribasso dei valori immobiliari.  Presente, ma in modo non ancora evidente per ora, anche a Palermo, dove nel centro storico si realizzano numerosi investimenti immobiliari con questa finalità. Non riteniamo solo un’ipotesi il rafforzamento di questo trend  ora che la città è stata designata capitale della cultura per il 2018 (con numerosi progetti di riqualificazione), che alcune statistiche sugli arrivi dei turisti stranieri in Italia la segnalano come meta tra le  più amate dai turisti europei. Non meraviglia neppure che il fenomeno sia presente a Verona, città da sempre molto amata dai turisti, italiani e non, e che anche qui la richiesta si concentri soprattutto nel centro storico.

A Roma, che aveva anticipato la tendenza col Giubileo, questo tipo di domanda immobiliare si concentra  nelle zone intorno ai siti turistici più importanti. Meno presente questo trend a Milano e a Torino dove pure l’aumento dei turisti è stato notevole post Expo e post Olimpiadi Invernali. A Milano la domanda per investimento è passata dal 18,2% del 2013 al 25,5% del 2016 ma al momento sembra prevalere  la volontà di investire per destinare l’immobile ad affitti residenziali o a studenti, in grado di garantire introiti interessanti e continui. Simile il discorso per Torino, dove la domanda per abitazioni da mettere a reddito è rimasta praticamente stabile nell’arco di tempo considerato.

Alla luce del fatto che il nostro Paese punterà sempre più sulla risorsa “turismo” vedremo  che risvolti questo avrà sul mercato immobiliare non solo sulla destinazione degli investimenti ma anche sull’andamento delle locazioni residenziali.

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