Evoluzione e limiti della meccanica delle murature attraverso l’analisi di dissesti esemplari

Per lunghissimo tempo i costruttori concepirono e realizzarono le grandi opere — il Partenone, il Colosseo, la Cattedrale di Beauvais, il Duomo di Milano — con metodo empirico, attraverso l’intuito e l’esperienza. È solo alle soglie del Seicento che la scienza cominciò a mostrare interesse per la pratica edificatoria. La svolta vi fu con Galileo Galilei, la cui capacità di osservazione e intuizione permise di anticipare problemi e spiegazioni che avrebbero avuto conferma solo molto tempo dopo, con il lavoro di alcuni ingegneri francesi. Gli studi di Cauchy, Navier, Saint-Venant, sulla meccanica delle murature, consentirono il formarsi di quei principi e di quelle leggi che permettono oggi di interpretare il comportamento statico degli edifici monumentali, formulare una corretta diagnosi e conseguentemente redigere un buon progetto di restauro.