Superbonus 2024: ecco le novità legislative e fiscali per chi ha usufruito della maxi agevolazione 19/04/2024
Houseboat: uno stile abitativo ancora poco italiano ma con molti vantaggi, anche per l’ambiente 17/04/2024
Edilizia sicura: un metodo UE verifica la radioattività naturale dei prodotti da costruzione 12/04/2024
Bioedilizia ed edilizia circolare: ecco la startup italiana che produce materiali edili sostenibili dagli scarti 23/01/2024
Edilizia sostenibile e circolare: da buone idee e scarti naturali i componenti per costruzioni e ristrutturazioni 14/02/2024
Riqualificazione verde delle aree esterne aziendali: un’opportunità benefica e sostenibile 26/10/2023
Veranda in balcone o terrazzo, in quali casi serve il “permesso a costruire” e conseguenze legali 16/04/2024
Giacomo Serpotta e la sua scuola Posted on 22 Giugno 2009 (28 Agosto 2022) by Infobuild Il nome di Giacomo Serpotta (Palermo 1656-1732), artista “dal gusto insieme raffinato e popolaresco”, evoca, da più di un secolo, la perfezione nell’arte plastica dello stucco. Da quando, nel 1911, Ernesto Basile ne traccia il profilo critico e lo pubblica, in accompagnamento a preziose tavole fotografiche in bianco e nero curate dal pittore Rocco Lentini, le sue opere sono oggetto di un sempre più crescente interesse. Persino il Circolo artistico di Palermo ne riproduce in stucco i famosi putti e li colloca, quasi come emergessero dalle pareti, nel proprio Salone delle Feste nell’antica sede di Palazzo Larderia. I laboratori artistici delle sue realizzazioni hanno dato vita ad opere che, per raffinata esecuzione, perfezione, leggiadria o passione delle fisionomie, per perfetta evocazione di allegorie, ma anche per originalità compositiva, hanno portato la critica a considerarlo uno degli interpreti più raffinati della società dell’epoca. “Serpotta ha il gusto del personaggio – esordisce Giulio Carlo Argan –. L’immagine eroica personifica un concetto, ha la dignità e la gravità dell’esempio storico, il gesto dimostrativo e il ritmo largo e solenne della grande oratoria sacra: i personaggi del Serpotta, come gli attori del teatro, non hanno esistenza fuor della prospettiva e della luce della scena, del gesto che accennano, della frase che silenziosamente pronunciano, del costume che indossano, della parte che recitano”. Nel percorrere le vie isolane dell’attività di Giacomo Serpotta, degli ascendenti e dei discendenti della sua pratica artistica, oltre che dei suoi collaboratori, in questi itinerari dei beni culturali sotto forma di ragionamenti (nella prima parte, costituita da saggi che riguardano la sua opera da diversi punti di vista e, anche, dagli spalti dell’Europa) e, poi, sotto forma di schede monografiche raccolte in itinerari tematici, le numerose immagini che accompagnano tutti i testi vogliono documentare la molteplicità delle forme, naturali, umane e anche fantastiche, che popolano tutte le opere esaminate. Più che come sommario delle attività serpottiane, il volume si propone, pertanto, come uno strumento di riflessione su questa produzione d’età barocca e tardobarocca, rivisitata con valore estetico contemporaneo e dove lo spazio e il tempo concorrono a produrre l’opera d’arte.