La trasmittanza in opera delle strutture

In Italia, entro gennaio 2006, deve essere recepita la direttiva europea 02/91sull’efficienza energetica degli edifici. Nella Direttiva è stabilita la necessità dello strumento della certificazione energetica come già nella legge 10/91, per gli edifici pubblici e privati di nuova costruzione, per quelli interessati da ristrutturazione e nel caso di compravendita e locazione.

L’acquisizione dei dati per la certificazione di un edificio esistente o per la verifica di uno di nuova costruzione comporta difficoltà quali la non reperibilità del progetto cartaceo e la non corrispondenza di questo con il costruito; in sostanza non conoscendo la stratigrafia delle strutture opache è necessario avere strumenti di misura in opera. Nell’edilizia residenziale infatti le strutture opache influenzano largamente i flussi energetici tra interno ed esterno; è auspicabile dotare i certificatori di un metodo acquisizione dati standard e che riduca il più possibile le prevedibili imprecisioni derivanti da metodi non professionali. La norma ISO 9869 descrive il metodo per la misura della trasmittanza della struttura in opera.

Sulla base della maggiore affidabilità delle valutazioni conducibili per mezzo della misura in opera con i termoflussimetri l’ANIT, in collaborazione con il Politecnico di Torino, ha sviluppato una guida alla “misura della trasmittanza in opera” che descrive le caratteristiche degli strumenti da impiegare, la loro posa in opera e la rielaborazione dei dati necessari alla corretta valutazione della trasmittanza. Gli strumenti da utilizzare sono un termoflussimetro per la valutazione del flusso termico, quattro sonde di temperatura per le superfici della parete, un acquisitore dati e un software di elaborazione.

La novità è il metodo di elaborazione dati sviluppato; il modello matematico “black box” consente infatti di compiere valutazioni sulla trasmittanza con un minor numero di misure (e quindi in minor tempo) rispetto al tradizionale metodo delle medie. Questo metodo consente una maggior precisione se paragonato al metodo di calcolo basato su una sicura identificazione dei materiali e quindi è preferibile rispetto ai metodi termografici. L’Anit mette a disposizione questo strumento per il mondo professionale dei certificatori.

Per informazioni:
www.anit.it

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