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A cura di: Federica Arcadio Il Consiglio dei Ministri del 26 marzo ha approvato, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, un decreto-legge con “misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali“. Obiettivo delle disposizioni, si legge nel comunicato stampa del CdM, è tutelare la finanza pubblica nel settore dei bonus edilizi e di efficienza energetica, a partire dagli “ultimi dati certificati dall’ISTAT, che hanno portato alla revisione del deficit relativo all’anno 2023 arrivando alla misura del 7,2%, revisione al rialzo che segue quella già intervenuta per gli anni 2021 e 2022”. Il Ministro Giorgetti ha spiegato in conferenza stampa che il decreto approvato: “elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano; abbiamo inoltre eliminato la disposizione della remissione in bonis che avrebbe consentito fino al 15 ottobre 2024 le correzioni con il pagamento di minime sanzioni di tutte le comunicazioni già intervenute e previsto per tutte le nuove fattispecie una nuova comunicazione preventiva, nel momento in cui si inizia la progettazione del lavoro, in modo da avere un monitoraggio preventivo del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate”. Ricordiamo che un decreto approvato lo scorso 16 febbraio ha limitato moltissimo la possibilità di optare per sconto in fattura e cessione del credito, lasciandola aperta solo per gli interventi di rimozione delle barriere architettoniche, quelli su edifici di edilizia popolare e appartenenti alle Onlus e per gli interventi di Superbonus per i lavori nelle aree colpite dal sisma. Le misure introdotte dal Decreto: Per gli interventi successivi all’entrata in vigore delle nuove norme, sconto in fattura e cessione del credito sono eliminati per tutte le fattispecie che ancora lo prevedevano, Con l’obiettivo di ottenere, entro la data di scadenza prevista per tali agevolazioni (4 aprile 2024), il totale delle opzioni esercitate e delle cessioni stipulate, viene esclusa la possibilità di applicare la remissione in bonis che avrebbe permesso, pagando una sanzione minima, di posticipare la comunicazione della fruizione dei benefici fino al 15 ottobre 2024; Sono state introdotte misure per raccogliere più informazioni possibili relative alla realizzazione degli interventi agevolabili, in modo da assicurare una corretta conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie legate alle misure agevolative oggetto del decreto. Viene inoltre introdotto un sistema di sanzioni: la mancata trasmissione di tali informazioni riferita a interventi già avviati, comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa di 10.000 euro; per i nuovi interventi si prevede la perdita del beneficio fiscale; Con l’obiettivo di escludere che i bonus edilizi siano fruiti da parte di persone con debiti nei confronti dell’erario, si prevede di sospendere, fino a concorrenza di quanto dovuto, la possibilità di utilizzare i crediti di imposta che interessano i bonus edilizi in caso di iscrizioni a ruolo o carichi affidati agli agenti della riscossione che riguardino imposte erariali o atti emessi dall’Agenzia delle entrate per importi nel complesso superiori a euro 10.000, se scaduti i termini di pagamento e purché non siano in corso provvedimenti di sospensione o piani di rateazione per i quali non sia intervenuta decadenza; L’introduzione di misure mirate a contrastare le frodi legate alla cessione dei crediti ACE, limitando a una sola possibilità di cessione ed estendendo la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione, nonché aumentando i controlli preventivi in materia di operazioni sospette. Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene, sottolinea la preoccupazione di tutta la filiera: operatori e committenti infatti “non sanno se e quando i lavori potranno riprendere. Tra questi ultimi innumerevoli soggetti del terzo settore che hanno bisogno degli incentivi fiscali per riqualificare le loro strutture”. L’Associazione già da tempo ha proposto una revisione degli incentivi, legando sconto in fattura e cessione del credito alla qualità o all’urgenza degli interventi. E’ inoltre necessario definire politiche stabili nel medio e lungo periodo, i continui stop&go della normativa non possono certamente aiutare la, necessaria, riqualificazione del patrimonio edilizio. “La riqualificazione edilizia, peraltro, va ben al di là degli interessi di filiera: contribuendo a decarbonizzazione, salubrità di immobili e città e sicurezza energetica dovrebbe essere regolata – e sostenuta – con politiche molto più affidabili e sistematiche”. In un’intervista su Il Corriere della Sera Federica Brancaccio, Presidente dell’Ance, si dice in preoccupata, in particolare, per la stretta sui bonus volti alla ricostruzione post sisma, stupida della necessità del Governo di adottare un provvedimento d’urgenza di questo tipo (non preannunciato) e chiede a Governo e Parlamento una “profonda riflessione affinché si trovi una soluzione rispettosa dei conti del Paese con una giusta alternativa a questo stop brutale delle misure”. La Presidente di Federcostruzioni Paola Marone in occasione della presentazione di Saie 2024 ha parlato di “sconcerto” di fronte al “cambiamento normativo in materia di bonus fiscali. Le modifiche, se confermate, rischiano di destabilizzare ulteriormente il mercato già in affanno, inasprendo la situazione dei crediti incagliati e non tutelando le fasce deboli e abbandonando le imprese a nuove incertezze economiche, con rischio di chiusure e perdita dei posti di lavoro”. Anche Finco, pur riconoscendo la necessità di tutelare i conti pubblici, in una nota esprime preoccupazione per le imprese impegnate nel settore e chiede in particolare che, anche alla luce della Direttiva Case Green, siano salvaguardati i “cosiddetti bonus edilizi “minori” – che minori non sono – a partire dalla proroga oltre il 2024 del bonus per l’efficienza energetica , che altrimenti scenderebbe dall’attuale 50% al 36%”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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