AI e ambiente costruito: l’intelligenza artificiale può aiutarci a decarbonizzare il settore edile? 26/06/2024
MDW 2024, Installazione Is One Life Enough? nella struttura di Lampo ®Anwyn Howarth Indice degli argomenti Toggle Materiali ed elementi con “funzioni stagionali”Una nuova linfa vitale a oggetti e luoghisunRICE – la ricetta della felicitàQuinte mobili in mattoni di canapa – cemento: scenari illimitatiVietato scartare la grafite!Solid Surface icona del life cycleProcessi di upcycling La riflessione sull’economia circolare sarebbe d’obbligo se non fosse già da un bel po’ nel Dna della Milano Design Week. E poiché, a nessun contesto, più che a questo, si addice l’espressione dostoevskiana “La bellezza salverà il mondo”, non c’è da stupirsi se anche il tema della crisi ambientale (con le sue possibili soluzioni) passa attraverso la lente geniale dell’espressione artistica. Che cosa può fare l’industria delle costruzioni e la filiera del design e dell’abitare per preservare l’ambiente? Quali interventi si possono mettere in campo per interrompere drasticamente lo sfruttamento massivo delle risorse e dar vita ad un imponente movimento produttivo dalla forma circolare? Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile. Milano, ha parlato di eco-sistema della manifestazione e della filiera tutta, immagina una rete che convoglia professionalità diverse (non più solo architetti e designer ma anche artisti, studiosi delle neuroscienze, registi, grafici, tecnici del suono e cultori del bello a trecentosessanta gradi), come unica prospettiva per la progettazione del futuro. L’unione fa la forza, speriamo serva a sorreggere le sorti del mondo. Materiali ed elementi con “funzioni stagionali” Nel cortile della sede storica del Corriere della Sera, “Solferino 28”, abbiamo visto grattacieli costruiti con cassette della frutta. “Città Miniera. Design, Dismantle, Disseminate” – General View_by MCA Visual L’installazione realizzata da MCA – Mario Cucinella Architects dal nome “Città Miniera. Design, Dismantle, Disseminate” ha un valore simbolico ovviamente, ma suggerisce un’idea originale di alternanza delle funzioni per gli oggetti che ci circondano, un sistema che ricalca la stagionalità in natura (nel caso delle cassette per esempio: nascono come contenitori, una volta finita la stagione di raccolta diventano moduli per strutture più grandi, che a loro volta, finito il loro servizio, possono essere scorporate e lasciare che i moduli tornino al loro iniziale utilizzo): “Secondo questa idea possiamo immaginare lo spazio urbano come un ecosistema, che decostruendosi si trasforma a partire dalla sua stessa materia come avviene in natura. Un’idea di circolarità declinata all’architettura in cui il processo creativo diventa centrale”, spiega l’architetto Founder & Design Director dello studio. Una riflessione dinamica non solo sui temi del riuso e del riciclo ma anche sul modo in cui si progetta. Img by MCA Visual Il life cycle è un tema caro all’architetto, possiamo parlare ormai di un criterio progettuale, se guardiamo ai suoi più recenti lavori. Uno tra tutti, il Padiglione Italia per Expo 2025 ad Osaka, che si apre tra un anno: un hangar del sapere, come lo definisce l’architetto, uno spaccato della nostra cultura ospitato in un grande edificio in legno che una volta finito il suo ciclo e la funzione per cui è nato, si scorporerà per lasciare che ogni componente possa essere riutilizzata senza subire ulteriori lavorazioni. Una nuova linfa vitale a oggetti e luoghi Una parte dello Scalo Farini (circa 40mila mq) ha ricevuto nuova linfa vitale trasformandosi in un contenitore laboratoriale. Ed è proprio l’idea di infondere nuova linfa vitale ad oggetti e luoghi ormai obsoleti che ha gettato le basi per l’installazione “Is One Life Enough?”, allestita nella struttura rinnovata di Lampo Milano. ®Idan Eldar Il progetto rientra nel programma di Isola Design Festival 2024, che quest’anno, con il tema “This Future is currently Unavailable”, riflette sul concetto di circolarità nei suoi tre hub Lampo Milano, WAO PL7 e Stecca 3.0. Il tema di Isola Design Festival 2024 ci mette di fronte ad una realtà ancora molto arretrata per il tema del riciclo, ma l’installazione di Lampo Milano ha uno spirito apprezzabilmente possibilista e traduce in pratica l’idea di una nuova linfa vitale che può essere infusa ad oggetti e luoghi ormai obsoleti, a partire dalle stesse componenti della scenografia, come la base dei piedistalli, ottenuta con cartoni per le uova riciclati, e i ripiani dei piedistalli realizzati con il micelio (l’apparato vegetativo dei funghi). ®Nuno Moreira Una sezione è stata dedicata a Colab, la prima biblioteca di materiali creata negli Emirati Arabi Uniti. sunRICE – la ricetta della felicità L’Orto Botanico di Brera ha ospitato l’installazione “sunRICE – la ricetta della felicità” realizzata per Eni in collaborazione con Niko Romito, da CRA – Carlo Ratti Associati e Italo Rota – recentemente scomparso. Un percorso che racconta come nuove scoperte e idee innovative permettano di realizzare soluzioni e applicazioni di economia circolare e sostenibilità. Il percorso proponeva in particolare un viaggio attraverso il ciclo di vita del riso, a partire dalla pianta, per passare al suo uso in cucina e per arrivare a comprendere come i suoi scarti possano diventare materia prima per l’architettura. Credits by Marco Beck Peccoz Ricehouse, azienda che trasforma gli scarti che derivano dalla lavorazione del riso in materiali naturali per la bioedilizia, ha realizzato RHGEO, la soluzione tecnologica utilizzata. Si tratta di un materiale ignifugo, strutturale e resistente, che assorbe CO2, realizzato solo con scarti di riso. A fine installazione, dopo il 25 aprile, il materiale usato in pacciamatura è stato recuperato per essere reimmesso nei terreni per nuove coltivazioni. Quinte mobili in mattoni di canapa – cemento: scenari illimitati Un garage multipiano di 3.000 mq in via Gorizia 14, zona Darsena, è l’affascinante location di Desiagn Variations 2024, affascinante perché fa parte di un progetto di architettura moderna firmato da Marzo Zanuso nel 1938. Design Variations 2024 – Ph. Nathalie Krag Trova una nuova funzione durante la MDW 24 grazie al progetto di MoscaPartners che, per allestire gli ampi spazi ha voluto Park Associati e la loro opera Hemp_scape, ovvero quinte mobili ottenute con mattoni di canapa-cemento che una volta ultimato il loro servizio alla settimana del design saranno reimpiegati in nuovi progetti, con costi di trasformazione pari a zero. Le quinte mobili Hemp_scape Un esempio di riutilizzo dei materiali da costruzione che per lo studio di architetti milanese fondato nel 2000 da Filippo Pagliani e Michele Rossi rappresenta la via del futuro. Vietato scartare la grafite! In via Santa Cecilia 6, lo spazio Arena Listone Giordano ha ospitato il progetto Circular, dedicato al parquet Graphit, un rivestimento che utilizza gli scarti di grafite provenienti dalle lavorazioni di impianti industriali. Listone Giordano Circular – Marine Frassino Graphit Due le linee di parquet che presentano questa lavorazione: Fabrique, firmata da Marc Sadler e Marine Frassino Graphit dove le capacità della grafite di ritardare l’ossidazione del legno garantisce una maggiore stabilità e uniformità del colore facilitando anche il ciclo di manutenzione. E per chi avesse voluto approfondire l’argomento, l’azienda ha predisposto The Data Room, uno spazio interattivo dove attraverso l’utilizzo di tablet gli utenti hanno potuto consultare una serie di data base e approfondire le loro conoscenze sul benessere del pianeta. Solid Surface icona del life cycle Sulle potenzialità dei solid surface in architettura si è già detto molto e innumerevoli progetti ne confermano le virtù, ma passeggiare nel parco di Villa Bagatti Valsecchi disseminato per l’occasione di panche in Durat dai colori saturi fino all’ingresso dell’installazione (nel porticato ricostruito a fine ‘800 all’esterno della villa con i materiali di recupero della Porta Nord del Lazzaretto di Milano) ci catapulta in un’atmosfera onirica, uno scenario che ci fa pensare a scenografie surrealiste. Una delle panche in Durat del progetto PORTA DEI COLORI Il progetto PORTA DEI COLORI per Alcova è della designer Linda Bergroth: “Il progetto di PORTA DEI COLORI assume un significato particolare proprio perché sorge all’interno di un’antica architettura di recupero. Ed è un’emozione essere in Italia, che mi ha sempre affascinato, dalla moda, al design alla grafica, influenzando il mio modo di progettare e il mio senso del colore. L’uso di accostare pietre e materiali dalle texture diverse ha profonde radici nella cultura italiana, dall’architettura classica fino al postmodernismo. L’installazione è quindi una sintesi tra l’originale contributo di DURAT nel mondo dei materiali, la mia visione personale di designer e un contesto storico e culturale di ampio respiro”, spiega. Nell’occasione l’azienda ha presentato DURAT Plus, declinato in un grande tavolo monocromatico. Il materiale è un solid surface che contiene fino all’80% di materiali riciclati (combina resina PET riciclata e materiale solid surface riciclato). Processi di upcycling Un’antica tecnica giapponese, il Kintsugi (ricomposizione con l’oro) ci porta nello spazio polivalente di Erker Studio, in via Paolo Giovio, anch’esso risultato di un resyling che lo ha trasformato in un ibrido tra spazio espositivo, luogo di incontro e scambio di idee, laboratorio di design. In occasione della MDW 24 al suo interno è stata esposta una serie di pezzi unici nati (grazie anche agli artigiani italiani di Senamarmi) dal riutilizzo degli scarti derivanti dalla lavorazione del marmo, mediante un processo di upcycling, che vede l’impiego sia dei tagli di avanzo delle lastre stesse, sia del fango ottenuto dall’acqua in fase di taglio. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento