Edilizia sostenibile e circolare: da buone idee e scarti naturali i componenti per costruzioni e ristrutturazioni

Costruire edifici o ristrutturarli con materiali e componenti nati dagli scarti vegetali è possibile, con creatività e una filiera made in Italy. L’esempio pluripremiato è Ricehouse: lo racconta l’architetta e Ceo Tiziana Monterisi

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Ricehouse: costruire edifici o ristrutturarli con materiali e componenti nati dagli scarti vegetali

Per l’edilizia sostenibile e circolare servono soluzioni in grado di rendere meno impattante un settore che, in Europa, rappresenta il 35% delle emissioni dell’UE legate all’energia, secondo i dati 2021 della European Environment Agency.

Sul mercato già oggi si nota un progressivo aumento di alternative ecologiche. Le potenzialità per migliorare ci sono tutte: secondo un’analisi di Bain & Company, se la circolarità del settore in Europa passasse dal 30% al 50% entro il 2040, le emissioni di gas serra legate alla produzione si dimezzerebbero.

Proprio in tema di economia circolare, le soluzioni non mancano e nemmeno la creatività. Lolla di riso, scarti della canna da zucchero, sapientemente combinati e lavorati creano nuove possibilità per realizzare e ristrutturare edifici.

A questo proposito è interessante il percorso di Ricehouse, società Benefit nata come startup nel 2016 con l’obiettivo di creare un impatto positivo sulla società a partire dalla necessità di rendere più ecologica e meno impattante l’edilizia.

Una direzione virtuosa e pluripremiata, come testimoniano la vittoria della terza tappa dell’ING Challenge (2018) il Premio Speciale Repower per l’Innovazione, nell’ambito del Premio Gaetano Marzotto (2019), il premio WPP Innovators (2021) e soprattutto il prestigioso Compasso d’Oro che ha conquistato nel 2022 grazie al suo intonaco di finitura Rh120 nella categoria “Design dei materiali e dei sistemi tecnologici”.

Da startup a società benefit, un percorso all’insegna della bioedilizia

A ideare e condurre questa realtà è Tiziana Monterisi, co-fondatrice e Ceo e Alessio Colombo, geologo, co-fondatore e Coo.

L’architetta Monterisi, incontrata a Klimahouse, ci ha illustrato alcune novità e progetti.

Tiziana Monterisi architetto fondatrice di Ricehouse«Abbiamo messo a punto un sistema tecnologico prefabbricato che esprime integralmente i valori e le caratteristiche di Ricehouse: si tratta di una muratura prefabbricata, ma isolata, che permette alla casa di essere passiva. Invece di avere una struttura di prefabbricazione in legno, è dotata di una struttura in stile cemento, ma naturale. Infatti, il 92% del pannello è composto da lolla di riso miscelata per la restante parte con cemento naturale, definito così perché la marna da cui è ricavato è naturale, non ha bisogno di additivi».

Dopo aver presentato nel 2023 due sistemi costruttivi (uno completamente assemblato a secco in legno, l’altro con il tamponamento in mattoni di riso e la struttura in cemento armato), quest’anno Ricehouse ha portato a Bolzano svariate realizzazioni sia prefabbricate in legno sia prefabbricate in lolla e cemento naturale.

«Abbiamo lavorato molto sull’efficientamento energetico con diversi nostri materiali tra cui la facciata ventilata in lolla di riso», racconta la co-fondatrice e Ceo di Ricehouse.

Tra le diverse soluzioni messe a punto dalla società benefit si segnalano, quali esempi, la miscela costituente il prefabbricato di lolla e cemento e un pannello di lolla di riso con legante di canapa-zucchero, completamente naturale che va a sostituire il cartongesso per le pareti interne.

Ricehouse: facciata ventilata riqualificazione energetica quartiere Sironi
Facciata ventilata nell’intervento di riqualificazione energetica di quattro palazzine nel quartiere Sironi a Galbiate

«Quest’anno vogliamo mettere in evidenza come l’insieme di tutti i nostri materiali si possa combinare in maniera diversa sia per le nuove costruzioni sia per le ristrutturazioni, permettendo di comporre l’intero edificio».

Chimica vegetale per l’edilizia sostenibile e circolare

 Nell’edilizia sostenibile e circolare, la “chimica vegetale” assume un’importanza rilevante: «quello che facciamo è partire da due scarti, la lolla e la paglia di riso, combinandoli con diverse miscele a seconda di cosa occorre fare. A seconda dell’utilizzo andiamo a creare miscele completamente diverse, dai leganti minerali a quelli bioplastici come polimeri a base mais, calce e argilla».

Il valore aggiunto delle soluzioni ideate e realizzate da Ricehouse è la reperibilità: «abbiamo a disposizione la materia prima in quantità pressoché infinite e con una semplice possibilità di reperimento. Oggi produciamo nel raggio di 400 km tra Biella, Pavia, Lombardia e Veneto. È una filiera pienamente made in Italy e molto ristretta sia della materia prima sia del prodotto finito».

Le novità per il 2024

Quali altre novità ci aspettano da Ricehouse per l’anno in corso? «Siamo entrati nel mondo del design, mettendo a punto delle miscele per realizzare piastrelle o tavoli e che non hanno bisogno di andare in altoforno: vengono realizzati con un legante geopolimerico che silicizza la lolla di riso».

Edilizia naturale e circolare: realizzazione Ricehouse in collaborazione con Autogrill
Ricehouse in collaborazione con Autogrill

Ricorda, sempre in materia di design anche il progetto con Autogrill, già in stato avanzato su diversi punti tra cui quello all’interno dello scalo aeroportuale di Malpensa dove arriva il Malpensa Express. In questo caso protagonista è un materiale derivato dalla lolla di riso: un legante minerale reso ignifugo. «Abbiamo anche grossi progetti di riqualificazione sempre fatti in offsite, per case di riposo e RSA», conclude Monterisi.

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