Minicertificazione fallita

Costi e tempi hanno decretato il fallimento della minicertificazione di qualità. L’esperimento era stato introdotto dal nuovo regime di qualificazione delle imprese di costruzione in corsa per gli appalti pubblici. L’obbligo di dimostrare di possedere un’organizzazione aziendale in cui siano presenti elementi del “sistema qualità” per i lavori di importo inferiore ai 5,164 milioni di euro è scattano dal gennaio 2002. Le aziende che, sino ad ora, hanno scelto questa forma di certificazione della qualità aziendale sono molto poche e questo soprattutto a causa dei costi elevati che il procedimento comporta.
E’ il direttore di Icmq, Davide Passerini, a denunciare una situazione a dir poco critica: “Abbiamo ricevuto solo un paio di richieste di certificazione degli elementi significativi di qualità che noi stessi abbiamo cercato di disincentivare. Sia per una grande che per una piccola e media impresa riorganizzare il processo produttivo per lavorare con elementi di qualità significa implementare l’80% dei processi necessari a ottenere un attestato completo, pagando quasi la stessa cifra di un completo. E non vedo quali benefici potrebbe tranne un’impresa dall’avvicinarsi per gradi alla qualità”.

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