L’Ance avanza al Governo la propria proposta per la rimodulazione del Superbonus: con un intervento su Il Sole 24 Ore l’Associazione propone due possibili aliquote: 70% per tutti (mantenendo dunque quanto previsto per il 2024) e 100% per gli incapienti (con reddito Isee non superiore a 15.000 euro), con il necessario ripristino di due misure considerate fondamentali in caso di interventi di riqualificazione totale, sconto in fattura e cessione del credito. L’obiettivo dichiarato è non perdere i vantaggi che la misura ha garantito, renderla sostenibile per le finanze pubbliche e assicurare il rispetto dei target previsti dall’Europa. In particolare l’Associazione chiede che la detrazione sia prevista per gli interventi di messa in sicurezza antisismica e di riqualificazione energetica del patrimonio costruito, considerando anche le villette, ma solo nel caso di prime case. Ok anche al Sismabonus acquisti, per l’acquisto di nuove unità immobiliari realizzate in chiave antisismica al posto di fabbricati demoliti. Per la parte del 30% non agevolata dal Superbonus, la proposta è quella di attivare un fondo di garanzia a sostegno di mutui verdi a tasso agevolato. Senza dimenticare in ogni caso la questione dei crediti incagliati: Stefano Betti, vicepresidente Ance con delega a edilizia e territorio spiega che è necessaria “una proroga per i cantieri già avviati in attesa che il problema sia risolto”. Per garantire massima trasparenza e sicurezza l’Ance propone di mantenere il sistema di controlli già in essere, considerando asseverazioni e massimali, il salto di almeno 1 classe per gli interventi di miglioramento sismico e addirittura 4 classi energetiche in caso di interventi di riqualificazione su condomini in classe E, F e G, in modo da garantire il rispetto della normativa europea “Case Green“. I Costruttori chiedono inoltre che la misura abbia una durata di almeno 10/15 anni in modo da garantire una continuità degli interventi, lasciando la possibilità ai contribuenti di optare per la detrazione in un arco di tempo variabile: 5, 10 o 20 anni. Secondo l’Ance questa misura permetterebbe di riqualificare 120mila abitazioni l’anno, in modo da coprire il 15% di case particolarmente energivore su cui la direttiva EPBD chiede di intervenire. Il costo ipotizzato è di circa 20 miliardi all’anno, di cui 3 per gli incapienti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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