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Nel Documento programmatico di Bilancio non sembra esserci il bonus facciate. Confermati invece ecobonus al 50 e al 65% per interventi di efficienza energetica e ristrutturazione edilizia. Previsto un intervento ad hoc sulle bollette. La legge di Bilancio vale poco più di 23 miliardi a cura di Tommaso Tetro La Manovra stressa il superbonus, e cancella l’incentivo per il rifacimento delle facciate. La legge di Bilancio 2022 pur non essendo ancora stata definita nei dettagli riesce a fornire qualche indicazione su quello che dovremmo aspettarci su questo fronte. Per ora il consiglio dei ministri ha messo a punto il Dpb, il Documento programmatico di bilancio da mandare alla commissione Europea, che in sostanza fissa i paletti. Il valore dell’intero pacchetto di misure dovrebbe muoversi intorno ai 23,4 miliardi. Un elemento che non si può non metter in evidenza è che un pezzo delle norme sarà dedicato a un intervento ad hoc sulle bollette: è previsto uno stanziamento di un miliardo per la mitigazione dei prezzi dell’energia; le risorse sembra dovrebbero finire in un fondo speciale che sarà costruito dalla stessa Manovra. Detrazioni fiscali e bonus per l’edilizia Saranno prorogati superbonus, ecobonus al 65% e sconti al 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe elevata. In particolare il superbonus dovrebbe – almeno stando a quanto emerge – esser valido soltanto per i condomini (e anche per gli Istituti autonomi); escluse case unifamiliari, ville e villette. E per ora non c’è traccia del bonus facciate al 90% che quindi si dovrebbe fermare alla fine dell’anno, a meno di ulteriori interventi. Il superbonus al 110% è previsto per interventi di efficientamento energetico degli edifici, riqualificazione antisismica e installazione di impianti fotovoltaici, ma anche per esempio per colonnine di ricarica di veicoli elettrici, e eliminazione di barriere architettoniche. I lavori ‘pilota’ incentivati riguardano l’isolamento termico sugli involucri, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni e gli interventi antisismici. La detrazione viene riconosciuta al 110% entro i limiti di capienza dell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi e, in alternativa alla detrazione, si può scegliere di usufruire dello sconto in fattura, o cessione del credito corrispondente nei confronti di fornitori dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione dei lavori e di persone fisiche, di lavoro autonomo, di imprese, società, enti, banche, e istituti di credito. La proroga dell’ecobonus al 50% e 65% è prevista invece per altri 3 anni. Per il presidente dell’Ance – l’Associazione nazionale costruttori edili – Gabriele Buia “la nostra opinione ribadita più volte è che sia necessario prorogare tutti bonus al 2023 per spingere la ripresa e facilitare il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030. Oggi forse si potrebbe discutere di cosa resterà, a partire dal 2024, con la possibilità di prevedere anche un decalage. Per quanto riguarda le case unifamiliari, interpretando i timori del governo, è una questione che si potrebbe definire imponendo un tetto di reddito”. Sulla questione interviene anche il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani: “Le indiscrezioni sulla prossima Manovra sono particolarmente negative per un settore immobiliare già duramente colpito dall’annuncio della revisione del catasto, a proposito della quale torniamo ad invitare al rispetto della decisione parlamentare del 30 giugno scorso”. In particolare, “destano forti preoccupazioni l’eliminazione del bonus facciate al 90% e la mancata proroga del superbonus al 110% per le case unifamiliari e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Il primo è un incentivo utilissimo, essendo finalizzato a riqualificare le nostre città, e molto utilizzato da famiglie e imprese. Il secondo è fondamentale per rendere più sicure e più efficienti tante abitazioni frequentemente di proprietà di famiglie a basso reddito e in molti casi collocate in aree a rischio sismico. La limitazione del superbonus si pone in netto contrasto con le aspettative del comparto e creerà ulteriore tensione su un mercato già fortemente stressato dalla mancanza di materiali”. Infine per la Cna “sarebbe incomprensibile limitare la proroga soltanto a condomini e edifici Iacp, escludendo tutte le singole unità immobiliari e gli edifici funzionalmente indipendenti, così come non prorogare il bonus facciate”; la riduzione delle misure di incentivazione per la riqualificazione energetica e la valorizzazione del patrimonio immobiliare “contrasta con l’orientamento di una Manovra espansiva per sostenere e consolidare la crescita annunciata dal governo”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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