I condhotel, un mix tra hotel e appartamento

I condhotel, un mix tra hotel e appartamento

I condohotel arrivano dagli States e nascono come una fusione tra condominio e hotel, con l’obiettivo di coniugare relax e lusso

di Fabiana Valentini

I condhotel, un mix tra hotel e appartamento

Un’assoluta novità nel panorama ricettivo italiano: stiamo parlando dei condhotel, nuove strutture turistiche che coniugano le caratteristiche delle camere d’albergo con più ampi e privati appartamenti. Una formula “ibrida” già da tempo consolidata all’estero: i condhotel nascono negli Stati Uniti, offrendo così ai clienti un maggiore ventaglio di opportunità per una vacanza o un soggiorno di lavoro di lusso.

Condhotel: come funzionano

Come fa intendere il nome, i condhotel sono una fusione tra “condominio” e “hotel”: la struttura alberghiera presenta, oltre alle stanze, anche dei mini appartamenti dotati di cucina.

I condhotel arrivano in Italia
I proprietari di hotel per aprire un condhotel dovranno avere almeno tre stelle: i mini appartamenti dovranno essere distanti non più di 200 metri dalla struttura principali ed essere dotati di servizi e cucina. 

Gli appartamenti vengono dunque messi in vendita dal proprietario della struttura alberghiera a privati che possono utilizzare le ampie stanze come case vacanza o affittarla a loro volta dividendo l’incasso con l’hotel stesso. A gestire questa struttura vi è una portineria unica: il proprietario dell’hotel dividerà la quota del ricavo con il proprietario dell’abitazione, arrivando fino al 60%.

I condhotel arrivano in Italia
I proprietari degli appartamenti possono usarli per le vacanze o affittarli a loro volta. A gestire il tutto è il proprietario dell’hotel

La Corte dei Conti dal 21 marzo ha definito le condizioni di esercizio per questa tipologia di strutture: di fatto i condhotel sono un “un esercizio alberghiero aperto al pubblico, a gestione unitaria, composto da una o più unità immobiliari ubicate nello stesso comune o da parti di esse, che forniscono alloggio, servizi accessori ed eventualmente vitto, in camere destinate alla ricettività e, in forma integrata e complementare, in unità abitative a destinazione residenziale, dotate di servizio autonomo di cucina”.

 

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