La Manovra approvata accoglie le proposte di Confedilizia: ecobonus, sismabonus, estensione ai condomini

Una stabilità fiscale con le detrazioni del 65% per gli interventi di risparmio energetico alla base delle richieste di Confedilizia.
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L’allungamento ai cinque anni consente poi anche ai condomini di utilizzare tale opportunità, che fino ad ora era rimasta disattesa per mancanza di tempo (un anno risultava poco per accedere ai bonus fiscali).
Incrementati fino al 75% gli interventi di maggiore entità e aumentata la possibilità, per i singoli condòmini, di cedere il proprio credito in caso di impossibilità di usufruirne.
Positiva l’avvio del sismabonus attraverso una detrazione consistente (dal 50 all’85%, a seconda dell’entità dell’intervento) per le spese sostenute per misure di miglioramento antisismico in zone a particolare rischio.
Una scelta, quella del Governo di affrontare finalmente il tema della prevenzione attraverso una politica di incentivi e non con l’imposizione di obblighi generalizzati, che risultano utili soltanto alle categorie professionali che li richiedono.

Mancano però interventi tesi ad attenuare il peso fiscale ordinario sugli immobili, soprattutto nell’ottica di continuare a risolvere gli errori compiuti sulla fiscalità immobiliare.

Cosa manca a questa manovra?

Serve necessariamente una diminuzione della pressione fiscale sugli immobili dell’ordine di diversi miliardi di euro (una riduzione delle tasse sugli immobili come negozi o uffici permetterebbe di ridurre l’iniquità di un’imposizione che raggiunge l’80% e far decollare il commercio.
Serve eliminare il danno creato da una tassazione patrimoniale che si presenta come sostanzialmente espropriativa e che è una peculiarità di questo comparto.
Tasse sulle abitazioni che – dopo l’eliminazione della Tasi sulla prima casa (con parecchie eccezioni) – si pone intorno ai 22 miliardi di euro all’anno.
Serve una importante riduzione della spesa pubblica a supporto di qualsiasi altra scelta del Governo.
Ma tutto ciò resterà un proposito irrealizzabile finché non arriverà un Governo che, oltre a comprendere l’importanza del settore immobiliare ai fini dello sviluppo e della crescita, avrà il coraggio di procedere ad una corposa riduzione della spesa pubblica.

Le proposte di Confedilzia

  • cedolare secca sui redditi da locazione non abitativa;
  • aumento al 25% della deduzione forfettaria Irpef per le spese, inopinatamente ridotta al 5 per cento con la “legge Fornero”;
  • un limite di legge alle aliquote Imu-Tasi.

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