Liberalizzazione dei subappalti contro le Direttive Europee

Liberalizzazione dei subappalti contro le Direttive Europee

Da Finco una critica sul testo dello schema di Decreto Legislativo di recepimento delle Direttive Europee e di complessivo riordino degli Appalti

subappalti
Eliminati i vincoli nell’affidamento in tema di subappalto

Carla Tomasi, Presidente Finco, si è detta particolarmente preoccupazione sul testo dello Schema di Decreto Legislativo di Recepimento delle Direttive Europee Appalti e di complessivo riordino della materia.

Attraverso una lettera inviata a Grasso, alla Boldrini, a Matteoli e Realacci, Finco ha sottolineato le principali richieste e proposte della Federazione e sollecitato il ripristino in sede di Parere Parlamentare di alcuni aspetti, già contenuti nella Legge Delega, che sono stati disattesi dallo Schema di Decreto in oggetto.

“L’eliminazione di vincoli nell’affidamento in tema di subappalto, sia pure con la parziale eccezione del 30% per le opere c.d. superspecialistiche è in grado, da sola, di rendere complessivamente negativo un percorso che, dopo accurato e reiterato esame dei due rami del Parlamento, aveva portato a dei principi di indirizzo condivisibili per la redazione dello schema di cui trattasi” ha affermato la Presidente Tomasi. Tale pressochè completa liberalizzazione del subappalto è, infatti, ad avviso di Finco, in contrasto con i principi informatori delle Direttive Europee, che prevedono comunque una reale qualificazione degli operatori, nonché in contrasto sostanziale con la Legge di Delega, laddove non è mai, in alcun modo, ravvisabile un principio così (negativamente) “rivoluzionario” del mercato.

E tutto questo a prescindere dalle ripercussioni in tema di sicurezza e di potenziale possibilità di infiltrazione malavitosa.

Gravissime sarebbero inoltre le conseguenze relative alla qualità delle opere.

“Non solo: viene posto in dubbio (anche in contrasto con gli articoli 13 e 15 della Legge 11 novembre 2011 n. 180 recante “Norme per la Tutela d’Impresa. Statuto delle Imprese” laddove viene chiaramente specificato il principio del pagamento diretto dei subappaltatori, dei fornitori con posa in opera nonché della suddivisione in lotti delle opere) il pagamento diretto dei subappaltatori, dei fornitori con posa in opera e dei fornitori di servizi e lavori.

E questo è un aspetto per certi versi davvero poco comprensibile – continua la Presidente Finco – attesi i continui richiami – a questo punto si deve dedurre solo formali – alle negative conseguenze dei ritardati pagamenti specie per le piccole imprese.

“Ma vi sono anche altre criticità che vanno corrette – continua la Presidente Tomasi – quali, solo per citare le principali, l’assenza di previsioni in merito all’anticipazione del prezzo che, dati i ritardi medi nei pagamenti della pubblica amministrazione, è di estrema rilevanza per le PMI e l’assenza dell’obbligatorietà della verifica delle capacità tecniche e professionali degli operatori partecipanti alle gare (art.83 comma 6).

La formulazione attuale dell’art. 95 inerente il massimo ribasso non è, poi, soddisfacente: meglio sarebbe, sempre a tutela delle PMI e della chiarezza delle regole, riprendere testualmente quella presente nella Legge Delega alla lettera ff) come anche esplicitamente prevedere l’esclusione automatica delle offerte anomale (cosa già oggi contemplata) ed escludere dai costi soggetti a ribasso sia gli oneri della sicurezza che quelli del personale.”

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