T.U. sui Beni Culturali

Giuliano Urbani dipana alcuni dubbi sul futuro dei beni culturali. Il nuovo Testo Unico sui beni culturali recepira’ fin dall’articolo 1 – dichiarato il Ministro – i limiti alla vendita dei beni stessi gia’ fissati nel 2000 con decreto del Presidente della Repubblica.
L’occasione per Urbani per tornare sulle polemiche generate dall’istituzione della Patrimonio S.P.A. e dal rischio, evocato da piu’ parti, di una dismissione del patrimonio culturale, e’ stato il convegno ‘L’impresa tra cultura e comunicazione’, organizzato a Roma, a Palazzo Barberini, dall’associazione Civita. ”Noto con dispiacere – ha sottolineato il ministro – che i miei contributi all’apertura di nuovi rapporti tra privati e Stato hanno ingenerato equivoci da entrambi i lati, per cui mi trovo a dover dare ragione alla sinistra quando parlo con le imprese e alle imprese quando parlo con la sinistra”. Urbani ha ribadito di ritenere ”una follia” la privatizzazione del patrimonio culturale: ”Sarebbe incostituzionale, dal momento che l’articolo 9 della Costituzione mette tra i principi fondamentali la tutela. Nella Finanziaria 2001 abbiamo ipotizzato uno strumento, che stiamo affinando con la Finanziaria di quest’anno, che prevede la gestione in concessione ai privati: ma il concedente, in questo caso il soprintendente, rimane proprietario e tutore vigilante del bene”. Quanto alla cartolarizzazione, cioe’ alla possibilita’ di offrire in garanzia i beni in cambio di prestiti bancari, ”all’atto di istituzione della Patrimonio S.p.A. mi assicurai subito che la decisione per i beni di rilevante valore artistico venisse presa dal ministero dell’Economia di concerto con quello dei Beni culturali. E comunque – ha sottolineato il ministro – i limiti alla dismissione sono gia’ fissati in una norma del 2000, adottata con decreto del Presidente della Repubblica…”

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