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Nonostante le lunghe polemiche il progetto si farà. Il piano dell’architetto giapponese Arata Isozaki per l’uscita dei Grandi Uffizi sarà realizzato, con gli eventuali ”adattamenti e modifiche” apportati dal committente, cioè dal soprintendente ai Beni ambientali e architettonici di Firenze come prevede il contratto. E’ il risultato del vertice tenutosi a Roma al ministero per i Beni culturali fra il ministro Urbani, il sottosegretario Sgarbi e i soprintendenti Lolli Ghetti, Valentino e Paolucci. E’ anche il contenuto della lettera che Urbani ha inviato ai soprintendenti interessati. Lo stesso Urbani ha sottolineato: ”Il contratto sarà rispettato, il progetto sarà realizzato, la realizzazione sarà frutto di un processo dialettico fra committente e architetto”, aggiungendo ”Quando si passa dalla fase del pre-progetto alla realizzazione del progetto, ci sono continui adattamenti previsti dal contratto e questi sono autonome determinazioni del soprintendente. A noi, come ministero, spetta naturalmente il dovere della vigilanza”. Viene anche fatto il punto della situazione sul problema della compatibilità ambientale. Ancora il Ministro ha sottolineato che ”non e’ assoluto, ma relativo e per questo il controllo ‘in itinere’ e’ fondamentale. I tempi di realizzazione dell’uscita del museo non devono interferire minimamente con il cronoprogramma del progetto dei Nuovi Uffizi”. Il committente – il soprintendente ai Beni ambientali e architettonici – precedentemente, nella persona di Lolli Ghetti, era favorevole al progetto di Isozaki, oggi invece, con Valentino, ha una posizione molto più dialettica. Contro le eventuali modifiche decise dal committente, Isozaki non ha nessuna possibilità di fare causa o di chiedere i danni. La via d’uscita, quindi, ”e’ affidarsi al soprintendente, che potrebbe non essere convinto dell’assoluta, platonica perfezione del progetto di Isozaki e conservare alcuni elementi eliminandone altri”, in particolare quella pensilina che proprio non va giù al sottosegretario. E proprio in merito al giudizio decisamente critico che Sgarbi non ha mai nascosto sul progetto Isozaki, Urbani ha detto sorridendo: ”Sgarbi, essendo un grande conoscitore dell’arte, tende a privilegiare il criterio estetico. Ma lui stesso sa che, quando se ne parla attorno a un tavolo, ci sono altri criteri da valutare, criteri funzionali, finanziari, tecnici”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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