Il prestigioso Pritzker Prize della Fondazione Hyatt quest’anno ha premiato Shigeru Ban, il giapponese artefice di strutture temporanee per vittime di guerre e disastri naturali ad Haiti, in Giappone, Ruanda, Turchia, Nuova Zelanda, India, Cina. Ban, l’anti archistar per eccellenza, è andato nel 1994 in Ruanda e ha costruito rifugi per profughi per conto delle Nazioni Unite, usando casse di birra e tubi di plastica e di cartone al posto del mattone, del cemento e dell’acciaio: il suo design è all’insegna dell’impermanenza. Il fatto che quest’anno il premio sia andato a lui è significativo: guerre e calamità naturali sono diventati un elemento permanente nel panorama culturale del mondo in cui viviamo. “Dopo un disastro i materiali da costruzione diventano costosi: ma i tubi di cartone non sono materiale da costruzione, si trovano facilmente dappertutto”, ha spiegato il 56enne di Tokyo, una formazione negli Usa. “I miei colleghi sono troppo impegnati a lavorare per i ricchi e i privilegiati che hanno soldi e potere e vogliono diventare visibili attraverso opere di architettura monumentale”, ha detto al Los Angeles Times. Le creazioni di Ban sono monumentali in un altro modo: l’autore dell’Auditorium di Cartone disegnato nel 2009 per l’Aquila del post terremoto come dono del governo giapponese ha messo la sua firma anche sulla Cardboard Cathedral di Christchurch, in Nuova Zelanda, dopo il sisma del 2011. Alcune delle sue strutture temporanee sono diventate permanenti, come la chiesa di carta costruita a Kobe dopo il terremoto del 1995: un edificio così apprezzato che è stato trasferito a Taiwan dove è usato come centro comunitario. Tra i progetti più famosi, il Centre Pompidou di Metz, in Francia: una struttura polifunzionale e un museo per l’arte moderna e contemporanea caratterizzati dall’enorme copertura bianca ottenuta con una membrana di polimeri e fibra di vetro. Ban sarà il settimo architetto nipponico (e il terzo in cinque anni) a ricevere il 13 giugno ad Amsterdam il riconoscimento lanciato nel 1979, dopo Toyo Ito (2013) e altri grandi tra cui Kenzo Tange (1987) e Tadao Ando (1995). “Questo premio è per me un grande onore”, ha detto da Parigi dopo aver ricevuto la notizia. “Devo continuare ad ascoltare le persone con cui lavoro, sia per il settore privato sia per le vittime dei disastri”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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