AI e ambiente costruito: l’intelligenza artificiale può aiutarci a decarbonizzare il settore edile? 26/06/2024
L’87enne architetto giapponese Arata Isozaki ha vinto il Premio Pritzker 2019, il più importante riconoscimento dell’architettura, per il suo approccio originale, “visionario” e internazinale. È il 46° vincitore del Premio Pritzker e l’ottavo architetto giapponese a ricevere l’importante onorificenza. Arata Isozaki La Giuria ha così motivato la sua scelta: “Possedendo una profonda conoscenza della storia e della teoria dell’architettura, e abbracciando l’avanguardia, non si è mai limitato a replicare lo status quo. La sua ricerca di un’architettura significativa si rifletteva nei suoi edifici che ancora oggi, sfidando le categorizzazioni stilistiche, sono in continua evoluzione. Con le sue architetture ha inoltre creato un rapporto profondo e duraturo tra Oriente e Occidente”. Allianz Tower, photo courtesy of Alessandra Chemollo Architetto, urbanista e studioso Isozaki ha ricevuto molti premi tra cui la medaglia d’oro RIBA per l’architettura nel 1986 e il Leone d’Oro alla Biennale di Architettura di Venezia 1996. La carriera di Isozaki è durata più di sessant’anni durante i quali ha firmato più di 100 edifici in Asia, Europa, Nord America, Medio Oriente e Australia. Tra le sue opere principali ricordiamo Ceramic Park Mino e Art Tower Mito in Giappone, Pala Alpitour, il Qatar National Convention Center, la Shanghai Symphony Hall e l’Allianz Tower nel quartiere CityLife a Milano (img in apertura), che con i suoi 209 metri è il secondo edificio più alto d’Italia. In Italia ha firmato anche il Palasport Olimpico di Torino per le Olimpiadi invernali del 2006 e la stazione dell’alta velocità a Bologna. Qatar National Convention Center, photo courtesy of Hisao Suzuki Tra i suoi edifici più noti c’è l’impianto sportivo Palau Sant Jordi di Barcellona, in Spagna, progettato per i Giochi Olimpici Estivi del 1992 e che riflette le influenze globali del suo lavoro. Il tetto a cupola dell’area che ospita 17.000 persone fa riferimento alle tecniche di costruzione catalane, mentre la sua forma inclinata è stata ispirata ai templi buddisti. Come finiture sono stati utilizzati materiali locali, tra cui mattoni, tegole, zinco e travertino. Palau Sant Jordi, photo courtesy of Hisao Suzuki Nato nel 1931 a Ōita a Kyushu, la terza isola più grande del Giappone, Isozaki aveva appena 14 anni quando le bombe nucleari furono lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Ricordando che la sua città natale venne distrutta dalle bombe, Isozaki ha sottolineato “La mia prima esperienza di architettura è stato il vuoto dell’architettura, e ho iniziato a considerare come le persone potrebbero ricostruire le loro case e città”. img by www.pritzkerprize.com Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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