Nasce il CircularCity Innovation Lab di Deloitte

Obiettivo del CircularCity Innovation Lab di Deloitte è rendere l’economia circolare sistemica nel contesto urbano, coniugando innovazione e sostenibilità: si occuperà di ciclo dei materiali, mobilità, risorse e ciclo dell’acqua

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Nasce il CircularCity Innovation Lab di Deloitte

L’Italia è tra le cinque economie europee a maggior tasso di circolarità, ma si registrano segnali di rallentamento. Anche per questo nasce il CircularCity Innovation Lab di Deloitte. Il progetto nato da Deloitte Climate & Sustainability e Officine Innovazione ha come obiettivo quello di rendere l’economia circolare sistemica nel contesto urbano, identificando ed accelerando, insieme ad aziende e organizzazioni leader, le soluzioni di start-up e scale-up più promettenti nei settori che possono avere un impatto sulla transizione circolare urbana: quelli inerenti al ciclo dei materiali, alla mobilità, alle risorse e al ciclo dell’acqua.

Il CircularCity Innovation Lab di Deloitte per mobilitare risorse e sviluppare iniziative

L’ultimo Global Circularity Gap Report ha certificato che solamente il 7,2% dell’economia globale può essere considerata circolare nel 2023, prevedendo inoltre che le quantità di risorse e materiali utilizzati raddoppieranno entro il 2050 rispetto ai livelli del 2015. Prendendo in analisi le quattro aree a maggior impatto, dalle rielaborazioni Deloitte presenti nel Circular Cities Outlook emerge che la forte crescita del settore delle costruzioni legata agli incentivi per la ristrutturazione è stata uno dei principali fattori che hanno influenzato l’andamento negativo del tasso di utilizzo di materiali da riciclo nel 2021 rispetto agli anni precedenti: il settore edile dipende ancora  infatti principalmente da materie prime vergini.

Il comparto della mobilità condivisa invece è un settore in costante rafforzamento a livello nazionale, con il numero di servizi di questo tipo che è aumentato nell’ultimo anno di oltre il 20%, da 158 a 190. Inoltre, l’Italia con una media di 12 servizi di mobilità condivisa per città è il secondo Paese in Europa dopo la Germania.

Un ostacolo allo sviluppo di un’economia circolare arriva dalla quantità di rifiuti urbani mandati in discarica, uno spreco di risorse e una deviazione dal recupero e dal riciclaggio. Negli ultimi cinque anni tale quantità è calata del 23%, anche se la Commissione europea ha limitato al 10% la quantità di rifiuti solidi che possono essere smaltiti in discarica e questo obiettivo deve essere raggiunto entro il 2035. In Italia nel 2021 il 19% dei rifiuti è stato inviato in discarica, quindi il Paese è ancora al di sopra dell’obiettivo fissato dall’Unione Europea.

Infine, con 9,2 miliardi di metri cubi (cioè 161 metri cubi di acqua per abitante) l’Italia detiene il record nel 2020 tra i 27 Paesi dell’Unione Europea per il totale delle acque dolci prelevate per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei. Questo numero è fortemente influenzato dal fatto che le tubazioni idriche presentano perdite significative, quasi al 42,2% rispetto al volume totale di approvvigionamento idrico secondo le stime Istat.

L’obiettivo del Lab Deloitte è anche quello di far prendere coscienza della necessità di riorientare l’impiego dei capitali e di mobilitare risorse finanziarie pubbliche e private per promuovere e sviluppare iniziative innovative e intersettoriali, come è necessario per una economia e una società davvero sostenibili. Diventa quindi fondamentale coinvolgere tutti gli stakeholder dell’ecosistema per favorire la cooperazione tra aziende e start-up, e per accelerare lo sviluppo di soluzioni innovative.

“Più della metà della popolazione mondiale vive nelle città, con un notevole consumo quotidiano di risorse primarie – sottolineano Stefano Pareglio e Francesco Iervolino, rispettivamente Presidente di Deloitte Climate & Sustainability e Partner Deloitte Officine Innovazione –. Per questo le città possono diventare incubatrici di soluzioni all’avanguardia, accelerando la transizione verso un’economia circolare, attenta all’uso della materia e dell’energia, in grado di coinvolgere l’intera comunità e di guidare il cambiamento. Ciò imporrà di riorientare l’impiego dei capitali e di mobilitare risorse finanziarie pubbliche e private per promuovere e sviluppare iniziative innovative e intersettoriali, come è necessario per una economia e una società davvero sostenibili”.

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