Mims, 3,9 miliardi per le infrastrutture idriche italiane

Il Mims ha pubblicato il primo Rapporto “Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche” del nostro Paese. E’ necessario pianificare una strategia di medio-lungo periodo che metta in sicurezza queste opere fondamentali per il benessere delle persone e il funzionamento del sistema economico

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Mims, 3,9 miliardi per le infrastrutture idriche italiane

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Le sempre più frequenti crisi idriche dovute ai cambiamenti climatici comportano la necessità di rendere più efficienti e resilienti le infrastrutture idriche primarie utili alla fornitura di acqua destinata a usi civili, industriali, ambientali o agricoli. Per questo motivo la necessità di programmare interventi di manutenzione e messa in sicurezza su larga scala delle infrastrutture idriche appare come una priorità da non sottovalutare.

Come sottolinea il Ministro Giovannini: “La riforma e gli ingenti investimenti sul settore idrico hanno consentito di riportare il tema delle infrastrutture idriche al centro dell’azione del Governo. “Cambiamenti climatici, Infrastrutture e Mobilità” che abbiamo pubblicato lo scorso anno, è quanto mai attuale considerati gli effetti della crisi climatica e l’aumento dei fenomeni siccitosi che interessano il Paese. Da qui la necessità di una strategia di medio-lungo periodo che metta in sicurezza queste opere fondamentali per il benessere delle persone e il funzionamento del sistema economico”.

Le risorse del PNRR per le infrastrutture idriche

Per il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili il tema dell’approvvigionamento idrico ha una forte importanza. Per questo motivo la a scelta di destinare una quota importante del PNRR a interventi sulle infrastrutture idriche è stata accompagnata dall’impegno nella realizzazione di nuovi invasi, alla manutenzione straordinaria delle reti esistenti e alla messa in sicurezza degli impianti.

Le risorse del PNRR per le infrastrutture idriche

Secondo quanto riportato dal Mims, ammontano a 3,9 miliardi di euro gli investimenti economici definiti nel corso degli ultimi 19 mesi – di cui 2,9 miliardi del PNRR – il cui obiettivo è di rendere più potente e resiliente il sistema della infrastrutture idriche italiane. Un investimento importante che tocca principalmente il sud Italia: al Mezzogiorno sono destinati il 60% dei fondi stanziati per il progetto, per un totale di circa 2,3 miliardi di euro.

I finanziamenti per le infrastrutture idriche in Italia

Il Ministro Enrico Giovannini dichiara: “La scelta di destinare quasi 4 miliardi di euro, di cui il 60% per le regioni del Mezzogiorno, a interventi sulle infrastrutture idriche, per renderle efficienti, sicure e resilienti ai cambiamenti climatici, dimostra quanto il tema sia stato centrale nell’azione del Mims. Abbiamo anche riformato la governance del settore per assicurare la realizzazione di nuovi invasi, la manutenzione delle reti esistenti, la messa in sicurezza degli impianti e una gestione più efficiente dell’intero sistema, basata su una strategia di medio-lungo periodo”. 

Prosegue GiovanniniPer quanto riguarda l’attuazione del Pnrr e del Piano Nazionale Complementare (Pnc), abbiamo già raggiunto tutte le milestone ed entro l’anno verranno centrati gli obiettivi rimanenti, come da cronoprogramma. Sono state finora avviate 63 procedure di gara finanziate da Pnrr e Pnc, per un valore di 8,6 miliardi di euro, mentre nel quarto trimestre è previsto l’avvio di ulteriori 55 gare”. 

La distribuzione economica degli interventi

Nel Rapporto “Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche”, viene messa in evidenza la strategia del Mims per rendere più efficienti e sicure le reti idriche italiane. Il documento è strutturato in quattro macro aree: la prima offre una panoramica sul sistema idrico nazionale, la seconda approfondisce il ruolo del Mims nell’ambito del settore idrico e della riforma della governance, la terza analizza gli investimenti del Mims e il PNRR e la quarta offre una panoramica esaustiva sui progetti selezionati nell’ambito della misura M2C4-4.1 per le infrastrutture idriche primarie.

La terza sezione del documento offre un approfondimento dettagliato sugli investimenti del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile che si articola in diversi strumenti di finanziamento sviluppati nel corso degli ultimi anni. Sono identificate in particolare le opere finanziate dal Piano straordinario e dal Piano nazionale interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (primo stralcio ex-sezione “invasi” ed ex-sezione “acquedotti”). Inoltre, sono identificate le risorse messe a disposizione attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020.

Nel capitolo tre troviamo il dettaglio della distribuzione territoriale delle risorse economiche e la localizzazione degli interventi. Come evidenziato dal Rapporto, i maggiori finanziamenti andranno ad interessare il Mezzogiorno, mentre seguono il centro Italia e infine con una quota inferiore le infrastrutture idriche del nord. In particolare il documento evidenzia che un forte ruolo dell’investimento più costoso è relativo alle opere di derivazione della diga di Campolattaro (Campania) il cui costo è pari a 524,89 milioni di euro, di cui 205 milioni a valere sul PNRR.

Infrastrutture idriche: la localizzazione degli interventi del Mims

Nel paragrafo dedicato agli “interventi per tipologia e oggetto di intervento”, il Mims illustra la suddivisione economica dei fondi specificando che circa a il 44% dei progetti riguarda il potenziamento delle infrastrutture (ovvero 55 progetti che ammontano a circa 991 milioni di euro di finanziamento), mentre il 41% riguarda gli investimenti messi in campo per garantire il servizio attraverso l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (51 progetti per un totale finanziamento pari a 779 milioni di euro).

Il 10% dei progetti ha come obiettivo l’adeguamento sismico e alla messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni di euro), mentre il restante 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni di euro).

Al sud Italia più della metà dei progetti riguarda la garanzia del servizio (57%), mentre il 28% ha come finalità il potenziamento delle infrastrutture. Al centro Italia il 69% degli interventi è dedicato ai nuovi invasi. Infine, al nord, la categoria d’intervento principale è il potenziamento delle infrastrutture (46%), il 31% riguarda la garanzia del servizio, il 13% sarà impiegato per l’adeguamento sismico e il 10% per la realizzazione di nuovi volumi per invasi.

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