Dopo le tensioni dei giorni scorsi Lega e M5S hanno trovato un accordo e ieri il Senato, con 175 voti favorevoli, ha approvato l’emendamento con alcune modifiche al Codice Appalti. Pace fatta tra Lega e M5S che, in seguito alla telefonata tra i vicepremier Salvini e Di Maio, hanno trovato una convergenza approvando ieri in Senato, con 175 voti favorevoli, l’emendamento al DL Sblocca Cantieri che prevede alcune modifiche al Codice Appalti. Oggi Palazzo Madama dovrebbe approvare il Decreto, che passerà poi alla Camera per il definitivo via libera. Entro il 17 giugno il DL 32 dovrebbe essere convertito. Soddisfatto il Premier Conte che dal Vietnam ringrazia i due partiti al Governo per il senso di responsabilità dimostrato. Cosa prevede l’emendamento approvato Rispetto alla richiesta fatta nei giorni scorsi dalla Lega di sospendere per due anni il Codice degli Appalti, l’emendamento ha approvato la sospensione di alcuni punti. Per i Comuni viene sospeso fino alla fine del 2020 l’obbligo di bandire le gare attraverso le stazioni appaltanti; sospesa sempre fino al 2020 anche la norma che limitava il ricorso all’appalto integrato. E’ stata approvata la soglia al 40% del possibile ricorso al subappalto e il 30% del limite di prezzo per le offerte più vantaggiose. Si conferma a 40.000 euro la soglia massima per l’appalto con affidamento diretto. Molto soddisfatta Carla Tomasi, Presidente Finco, l’associazione era assolutamente contraria alla sospensione per due anni del Codice degli Appalti, che avrebbe causato la completa liberalizzazione del subappalto. “Il ripristino della percentuale massima del 40% dimostra che il Governo ha voluto contemperare da un lato la necessità di velocizzare i lavori, dall’altro di preservare la trasparenza dei comportamenti, e soprattutto la qualificazione delle imprese e quindi la qualità delle opere , senza cedere a scorciatoie che si sarebbero rivelate pericolose e di incentivo alle “scatole vuote”. Un altro fondamentale aspetto riguarda l’emendamento presentato dal Presidente dell’VIII Commissione Lavori Pubblici, il sen. del M5s Mauro Coltorti. Questo emendamento interviene sull’art. 59 del DPR 380/01, il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, aggiornandole forme di laboratorio riconosciute per effettuare test in ambito edilizio. Sarà possibile, quindi, effettuare prove e controlli su materiali, strutture e costruzioni esistenti definendo nuove forme di laboratori non ufficiali grazie all’autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture. Questo vuol dire che si osserverà un ampliamento dei Laboratori Autorizzati ad effettuare prove su materiali da costruzione, terre e rocce, ai quali si affiancheranno i Laboratori per i controlli e le prove sulle strutture esistenti. Una svolta fondamentale per un settore che fino ad oggi era stato caratterizzato da una classificazione dei Laboratori Autorizzati risalente alla non più recente Legge quadro 1086 del 1971. La necessità di rivedere questo tema è fortemente legata ai casi di dissesto che hanno interessato le strutture esistenti e agli eventi sismici, problematiche che mettono in pericolo la sicurezza del patrimonio strutturale ed infrastrutturale esistente. Il presidente della Codis, (Associazione per il Controllo, la Diagnostica e la Sicurezza delle Strutture, Infrastrutture e Beni Culturali), l’ing. Eduardo Caliano, si mostra estremamente soddisfatto usando queste parole: “Siamo grati al sen. Coltorti per aver dato corpo alla riforma da noi invocata in questi anni”; e continua dicendo che “Con questo provvedimento il nostro Paese compie un balzo in avanti rispetto agli altri Paesi UE, caratterizzandosi quale primo in Europa per aver individuato soggetti preposti al controllo diagnostico sulle strutture esistenti. In questo modo l’immenso patrimonio sia in ambito di edilizia civile e infrastrutturale che nell’ambito dei beni di interesse culturale, avrà il giusto personale specializzato nei controlli e quindi, sarà più sicuro”. “Con i controlli diagnostici sulle strutture – dichiara il vice presidente della Codis, l’ing. Nicola Aretusi – si esce dal campo delle incertezze che da sempre caratterizzano i processi di restauro e risanamento strutturale, per entrare in quello delle certezze”. __________________________________ 3/6/2019 Emendamento Lega per sospendere il Codice Appalti per 2 anni Il Vicepremier Matteo Salvini, Ministro dell’Interno e leader della Lega ha annunciato che è stato presentato un emendamento dal suo partito al Decreto Sblocca Cantieri che richiede la sospensione per due anni del Codice Appalti. Durissimi i sindacati. Il commento dell’Ance. Il Vice Premier Matteo Salvini ha annunciato in conferenza stampa che la Lega ha presentato un emendamento in Senato al Decreto Sblocca Cantieri, che prevede che il Codice Appalti sia sospeso per due anni: “E’ una norma che da anni chiedono tutte le imprese italiane che lamentano che il codice degli appalti ha complicato la vita invece di semplificarla”. L’emendamento – ha continuato il leader del Carroccio – prevede la sospensione fino al 31 dicembre 2020 di alcuni articoli del codice degli appalti e il rispetto della normativa europea vigente, come hanno fatto Germania e Gran Bretagna, quindi in totale adesione all’europeismo. In questi due anni ci si atterrà a quello che prevede la normativa europea in tema di appalti. Il Vicepremier ha definito il codice degli Appalti uno strumento vecchio che sta ingessando l’Italia, l’obiettivo dell’emendamento è quello di rilanciare gli investimenti pubblici e di facilitare l’apertura dei cantieri per la realizzazione delle opere pubbliche. L’emendamento prevede che entro il 30 novembre 2020, il Governo presenti alle Camere un’analisi sugli effetti della sospensione per gli anni 20 19 e 2020, così da permettere al Parlamento di valutare l’opportunità del mantenimento o meno della sospensione. I commenti di Ance e sindacati Tra i punti maggiormente soggetti alle critiche delle opposizioni vi è il subappalto per il quale è prevista la sospensione del limite della quota del 30 per cento dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture. Graziano Delrio, ex ministro per le Infrastrutture e capogruppo Pd alla Camera ha definito l’emendamento un atto di inaudita gravità e un regalo a mafie e corruzione. Il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, pur apprezzando il tentativo della maggioranza di razionalizzare e semplificare le norme e snellire le procedure che disciplinano il settore dei lavori pubblici, in una nota evidenzia però che non sono ammissibili “passi indietro sulla legalità e la trasparenza: è necessario eliminare definitivamente il criterio del massimo ribasso, definire con chiarezza il perimetro d’azione dei commissari, senza comprimere la concorrenza e la trasparenza dei modelli di aggiudicazione delle gare”. Le imprese, continua Buia, chiedono regole chiare, un processo decisionale snello e un sistema di aggiudicazione delle gare semplice e trasparente, che limiti il ricorso alle procedure straordinarie solo ai casi di vera emergenza”. In caso contrario il rischio è di bloccare l’intero paese, non solo il settore dell’edilizia. Durissimo il commento di Alessandro Genovesi, leader Fillea Cgil “è pura follia, è un invito ad un gran gala per la peggior specie di imprenditoria, quella mafiosa, quella che con la concorrenza sleale ammazza le imprese serie e regolari, quella che considera il salario, i diritti dei lavoratori e la sicurezza semplici optional di cui potersi liberare”. Il segretario confederale della Cgil nazionale, Giuseppe Massafra ha commentato che “Quella di Salvini non puó più essere considerata una follia. È piuttosto un disegno lucido che regala alle mafie e alla corruzione spazi enormi di agibilità. Un disegno, fatto passare per salvifico, che sta invece dalla parte della illegalità e porta il Paese verso il precipizio”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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