Lo stadio dell’hockey di Torino

Gli Archh. Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora sono risultati i vincitori del Concorso Internazionale di Progettazione per il palaghiaccio hockey e la ristrutturazione dello Stadio Comunale di Torino. ” Il progetto risponde alle richieste del bando di concorso. L’impostazione chiara e calibrata del disegno urbano proposto è tale da ridare coerenza a questo settore della Città. In particolare il “vuoto costruito” tra il vecchio Stadio Comunale, la Torre Maratona e il nuovo Palazzo dell’Hockey ha dinamicità e tensione. L’area di Piazza d’Armi interessata viene espressa con una geometria classica, segnata dall’asse della Torre Maratona e dalla linea d’acqua. Lo spazio riservato alle attività sportive libere è di chiara espressione e i campi sono disposti con ordine. Per quanto riguarda l’architettura il progetto è concettualmente intenso: il nuovo volume, rivestito da un carter di acciaio inox, è una “macchina” per lo sport e per la Città di Torino in generale e si pone come logico nei confronti della storia dell’adiacente Stadio. Esso è uno spazio pienamente disponibile per le Olimpiadi e per le attività post-olimpiche. Minimalista nella sua configurazione, questa architettura ha una grande qualità spaziale: uno spazio esterno, uno spazio “interstiziale”, un catino per le attività sportive. La struttura è chiara, incisiva, posta su poche pile composte da quattro colonne di acciaio. Una piastra tridimensionale viene posta sugli appoggi con gesto semplice. L’acciaio rifletterà la natura, il cielo, lo Stadio adiacente. Di facile gestione. Di immediata comprensione. Macchina per una società in evoluzione, macchina evolutiva. Si tratta di una presenza urbana che si avvicina alle migliori realizzazioni contemporanee, e con il tempo sarà sicuramente adottata dalla Città” La Commissione giudicatrice era composta da Ing. Piercarlo Sibille – Presidente – Arch. Massimiliano Fuksas, Ing. Franco Marconcini, Prof. Ing. Vittorio Nasce’, Arch. Carla Di Francesco, Prof. Ing. Paolo Napoli, Prof. Arch. Riccardo Bedrone, Prof. Ing. Marco Filippi, Ing. Claudio Lamberti.

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