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La startup dell’architettura UNSense svilupperà ad Helmond, in Olanda, 100 Homes Project ,un quartiere in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici grazie all’auto produzione di energia, cibo e alla gestione sostenibile delle risorse idriche. la redazione Indice degli argomenti: Brainport Smart District: un nuovo concetto di vita Sostenibilità e condivisione dei dati Sorgerà nel Brainport Smart District della città olandese di Helmond, il quartiere adattativo composto da 100 case che dimostra come le nuove tecnologie, la sostenibilità e l’intelligenza artificiale possono rivoluzionare il futuro dell’edilizia residenziale. Il progetto è stato lanciato dalla startup arch-tech UNSense, fondata da UNStudio, su commissione dalla Brainport Smart District Foundation. “100 Homes Project” questo il nome del progetto, rientra in un piano più ampio di UNStudio per l’espansione del quartiere Brandevoort. 1.500 case permanenti, 500 temporanee, una ricca vegetazione, 12 ettari di parco commerciale ed autosufficienza energetica, produzione di cibo locale, gestione sostenibile delle risorse idriche e condivisione dei dati sono i cardini del progetto. Efficienza energetica e sostenibilità “L’ambizione non è solo quella di diventare un quartiere completamente autosufficiente, ma di essere riconosciuto come il quartiere più intelligente del mondo” dichiarano gli architetti. Brainport Smart District: un nuovo concetto di vita Dopo aver verificato la fattibilità finanziaria, tecnologica e legale del progetto, UNSense ha iniziato a compiere i primi passi per realizzare il quartiere intelligente. L’idea è di contribuire alla creazione di un concetto di vita unico e sostenibile, che abbraccia la sperimentazione e l’apprendimento attraverso la vita reale, un living lab, in cui grazie all’applicazione di dati e tecnologia si possa creare un impatto positivo sul benessere dei residenti, sia sul piano sociale che economico. “La ricerca dimostra che il progresso tecnologico ha sempre avuto un’influenza diretta sulla nostra vita quotidiana e che le precedenti rivoluzioni industriali hanno spesso portato a un risparmio di tempo, energia e denaro e ad un aumento complessivo dei livelli di comfort” dichiarano i progettisti di UNSense.“Il nostro obiettivo è quello di sviluppare servizi intelligenti che si colleghino e si adattino alle esigenze e alle abitudini di consumo dei residenti, dove i servizi di base diventeranno gestibili e i costi fissi ridotti, mentre il reddito aumenterà” concludono. Sostenibilità e condivisione dei dati L’ambizione è quella di creare un quartiere sostenibile, circolare e socialmente coeso. I residenti saranno incoraggiati ad adottare un approccio comune per la generazione di energia, la coltivazione della terra per produrre cibo e la gestione delle risorse idriche, mentre le imprese si concentreranno principalmente sulla ricerca innovativa. L’ambiente e il paesaggio urbano produttivo genereranno un’economia locale “Made in BSD”. La spina dorsale del nuovo quartiere è formata da una piattaforma digitale, la Urban Data Platform, che a differenza di molti sistemi di scambio dati esistenti, utilizza il principio di Equal Exchange, il che significa che la proprietà dei dati non è controllata da una o più aziende tecnologiche, ma dai cittadini stessi. In questo modo i residenti e gli utenti finali diventano i proprietari dei dati e, attraverso la Urban Data Platform, potranno decidere quali dati vogliono proteggere e cosa vogliono condividere. img by UN Studio Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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