FEDERCOSTRUZIONI E ANCE: innovazione motore delle imprese

Diventare l’ industria sostenibile per migliorare la qualità della vita, avvicinare l’essere umano all’ambiente e dare slancio all’economia in un momento di crisi globale in cui è necessario innovare. Da qui intende ripartire la filiera che si riconosce in Federcostruzioni che oggi, insieme all’Ance e alla Piattaforma tecnologica italiana delle Costruzioni ha promosso un incontro con il ministro del’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo al fine di analizzare le opportunità del programma europeo Horizon 2020: il nuovo sistema di finanziamento per la ricerca presentato dalla Commissione europea che potrebbe fortemente stimolare il settore delle costruzioni.
Un settore nevralgico per il rilancio dell’economia
Il settore delle costruzioni è da sempre centrale e trainante per l’economia del Paese: lo è per la dimensione della sua attività rispetto al PIL, lo è per l’occupazione che sviluppa, lo è per i beni che realizza. Per questo l’uscita dalla crisi del nostro Paese dipende fortemente dall’andamento del mercato edile. Quest’ultimo può sfruttare la sfida dell’innovazione e costituire in tal modo un volano per l’intero sistema economico “Senza innovazione non c’e sviluppo. E ciò e’ tanto più vero quando si vivono momenti e congiunture come quelle attuali in cui il cambiamento diventa una necessità ma anche un’opportunità per affrontare il futuro”. Sono le parole del presidente di Federcostruzioni e dell’Ance Paolo Buzzetti secondo cui “oggi l’edilizia deve sempre di più rispondere alle esigenze di un’adeguata qualità della vita. Logiche – ha proseguito – che, in parte, il mondo delle costruzioni ha già saputo cogliere, avendo compreso quanto l’innovazione di prodotto e di processo rappresenti il vero motore per una evoluzione armoniosa e sostenibile”.
L’innovazione riveste un ruolo primario per tracciare una nuova traiettoria di sviluppo nella quale l’industria edile deve necessariamente diventare protagonista. “Un settore – ha dichiarato il vicepresidente di Federcostruzioni Paolo Perino – che comprende sia il comparto delle costruzioni in senso stretto, sia quelli ad esso collegati realizzando un giro d’affari di circa 354 miliardi di euro l’anno ed occupando oltre 3 milioni di addetti. L’industria delle costruzioni acquista beni e servizi dall’80% dell’insieme dei settori economici, rivolgendosi quasi esclusivamente al mercato interno. La produzione e l’occupazione di un significativo numero di settori produttivi, quindi, dipendono in misura consistente, ed in alcuni casi pressoché totale, dall’attività dei comparti delle costruzioni. Una domanda aggiuntiva di 1.000 milioni di euro nell’edilizia genera effetti diretti e indiretti per 2.013 milioni di euro. Tenendo conto anche dell’indotto la ricaduta sul sistema economico è di 3.374 milioni di euro di cui:

• 1.000 milioni nel comparto delle costruzioni;
• 1.013 milioni nei settori direttamente ed indirettamente collegati all’edilizia (beni e servizi necessari al processo produttivo delle costruzioni che a loro volta attivano altri settori in modo indiretto);
• 1.361 milioni nei settori attivati dalla spesa delle famiglie.
Per quanto riguarda l’occupazione, la produzione aggiuntiva di 1.000 milioni di euro in costruzioni produce un incremento di 17.009 unità di lavoro nette di cui 10.954 direttamente nel settore delle costruzioni (pari ad una percentuale del 64,4%) e 6.055 nei comparti collegati. Secondo una stima di Federcostruzioni, inoltre, l’investimento in innovazione da parte del settore è pari a 10 miliardi di euro rispetto al giro d’affari complessivo (354 miliardi).

Il settore ha bisogno di scelte politiche coerenti per contribuire alla crescita sostenibile del Paese
Se è vero che, secondo studi anglosassoni, un miglioramento della produttività del 10% delle imprese di costruzioni determinerebbe un aumento del Pil dell’1,5%, si deve fare di più. Il settore delle costruzioni, afferma il vicepresidente di Ance Piero Torretta, per le sue potenzialità nell’ambito della efficienza energetica (il settore consuma il 45% del totale di energia e produce il 35% del totale delle emissioni di CO2), della divulgazione delle conoscenze e competenze (il settore si rapporta con l’80% dei settori economici e per il 96,7% acquista sul mercato interno) e dell’apporto alla costruzione di un sistema di Welfare (la casa e l’ambiente sono la base della serenità e della felicità della vita) ha un ruolo centrale nel contribuire ad affrontare i problemi connessi a tutti i cittadini nell’ambito di una politica di sviluppo e crescita sostenibile.Un potenziale però che ad oggi rimane per buona parte inespresso per incoerenza tra gli annunci, i programmi, le azioni e soprattutto la scarsa sensibilizzazione di mercato.

“Subito un Tavolo con Ministero e soggetti competenti”
“Federcostruzioni – ha ripreso il presidente – ha sempre prestato grande attenzione al tema dell’innovazione legandola da un lato all’esigenza di rafforzare la competitività in una prospettiva di sistema e di filiera, dall’altro alla qualità del costruire, ovvero alla capacità di offrire prodotti e condizioni rispetto alla fruizione dei beni e quindi risposte adeguate in termini di confort e di efficienza”. Ma la sfida è ancora all’inizio. In termini generali si constata un ritardo significativo dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei con un livello di spesa impegnata in ricerca e sviluppo pari all’1,3% del Pil, un valore ben lontano dall’obiettivo europeo ‘2020’ del 3%. Per questi motivi Federcostruzioni “valorizzando la logica di filiera intende avviare un percorso ambizioso ma concreto: in particolare – ha annunciato Buzzetti – la costituzione di un Tavolo di lavoro con il Ministero della ricerca e tutti i soggetti istituzionali che vogliono ridurre il gap rispetto agli altri Paesi. L’obiettivo è quello di stimolare adeguatamente le strutture produttive, anche aggregando piccole medie imprese, per costruire progetti condivisi in grado di accedere ai finanziamenti europei e contribuire a far crescere questo settore che, non solo in Italia ma anche all’estero, trova riscontri di successo, facendo dell’innovazione e della ricerca un asset strategico. Ecco le priorità: innanzitutto perseguire un cambiamento culturale iniziando con una campagna di informazione e di comunicazione capillare sia sul piano della domanda che verso le imprese anche al fine di individuare quelle più reattive e disponibili a lavorare in squadra trasversalmente. Il secondo obiettivo e’ lavorare per un sistema di regole univoco soprattutto in ambiti come quello della produzione e dei consumi energetici, ma anche della sostenibilità. Il terzo obiettivo riguarda il sistema del credito che deve essere sollecitato nell’individuare modelli contrattuali e finanziari innovativi. E ancora: sostenere di conseguenza i progetti di riqualificazione edilizia ed urbana, in quanto terreni privilegiati sia sul fronte della committenza pubblica che di quella privata. “Nelle costruzioni – ha dichiarato Paolo Perino – una fortissima spinta all’innovazione è già nata dalla trasformazione della domanda abitativa dalla quantità alla qualità, laddove per qualità si intende soprattutto maggiore sicurezza, sostenibilità, accessibilità e fruibilità; tutti aspetti chiave per il conseguimento degli obiettivi delineati nella strategia europea 2020. L’importante tensione innovativa che pervade il settore – ha aggiunto – necessita di essere adeguatamente riconosciuta e supportata nell’ambito di Horizon 2020, reale opportunità per la filiera delle costruzioni per consolidare la propensione ad un approccio di sistema, alla sperimentazione di percorsi di ricerca condivisi dai numerosi operatori coinvolti. “Per cogliere appieno le potenzialità del programma europeo – ha concluso Buzzetti – è necessario avviare una regia ben precisa in grado di ottimizzare le scarse risorse a disposizione, e non mi riferisco solo a quelle finanziarie, e coordinare le attività tipiche delle diverse competenze da coinvolgere”. A questo Tavolo Federcostruzioni sta pensando di aggiungere anche uno sportello per le imprese al fine di facilitare il flusso di informazioni. La Federazione ritiene inoltre utile la definizione di linee di politica industriale nel campo dell’innovazione capaci di indirizzare l’ambito di attività delle aziende di mercato più innovativo e di maggiore interesse.

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