Demolire tutte le periferie italiane degradate

Secondo Piacentini gli interventi di demolizione delle periferie italiane degradate possono rappresentare una opportunità di rilancio per il paese. “Rifare le città d’Italia togliendo le brutture – spiega – ha una importante funzione sociale ed economica”. E aggiunge: “Gli interventi di ricostruzione darebbero un forte impulso all’economia e sarebbero un toccasana per il settore edilizio, un sollievo dalla crisi”. L’Aniem chiede quindi una nuova normativa, che consenta agli amministratori locali di decidere in base alle esigenze delle singole realtà, ma con determinate condizioni: risparmio energetico, moderne tecnologie e sviluppo verticale, così da liberare il più possibile le aree sociali e non consumare ulteriore territorio. L’associazione lancia quindi un appello agli architetti, chiedendo progetti innovativi, che darebbero ulteriore respiro al settore. Sono infatti di pochi giorni fa i dati sempre più allarmanti della crisi. L’attività edilizia èsprofondata a -18,1% rispetto ai livelli pre-crisi e ora, accanto alla stretta del credito, è allarme per l’allungamento fino a 90 giorni dei ritardi dei pagamenti. “Si tratterebbe di una scommessa molto importante – conclude Piacentini – ma che vale la pena di giocare. Le periferie italiane pullulano di veri e propri ecomostri, edifici invivibili e a volte pericolosi. Rivoluzioniamo l’urbanistica per dare una nuova immagine alle periferie italiane, consentire un recupero sociale e dare il via a un rilancio economico”.

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