La prima Università italiana della ceramica

L’ex stabilimento Pagliero, attuale ‘Centro Ceramico La Fornace’, situato a Spineto, potrebbe ospitare la prima Università italiana della ceramica.
«Abbiamo già depositato i progetti presso la Comunità Europea – spiega Daniele Chechi, titolare del Centro nonché della Ceramica Cielle -. Ad aprile inaugureremo la palazzina, tornata all’antico splendore. Nel frattempo, ci stiamo muovendo per creare un bel gruppo di lavoro». Tutto vero. In quella che tuttora è considerata la ‘Città della Ceramica’, non si può parlare che di un salto di qualità evidente.

Senza sminuire quel che c’è già e la tenacia degli artigiani che non hanno mai smesso di credere nel loro lavoro, anche in circostanze non sempre favorevoli, “rendere operativo — come sottolinea Chechi — , quello che diventerà prima un ‘Campus della ceramica’ italiana e, se l’iniziativa avrà successo, la sede della prima Università della ceramica in Italia” ha tutto il sapore di una scommessa che si vorrebbe davvero vinta.
Certo, ci vorranno tutta una serie di passaggi, il primo dei quali è già stato fatto, nei mesi scorsi, proprio da Chechi quando ha avviato i lavori di restauro sia all’esterno che all’interno dell’e dificio (abbandonato da alcuni decenni, ormai), che per oltre un secolo ha ospitato gli uffici dell’Industria Ceramica Pagliero. Un simbolo, diremmo, senza paura di esagerare, dell’operosità di una terra che molto ha dato all’economia tutta del Canavese e molto, ancora, ci si augura possa dare.

«I lavori, curati in tutti i più minimi particolari – aggiunge Daniele Chechi – , sono stati eseguiti sotto la tutela del Soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici del Piemonte, l’architetto Giuse Scalva. Abbiamo rimesso a nuovo il tetto e le facciate, ricche di archi, merletti e fregi, così com’erano quando la palazzina fu costruita».

L'impatto è sorprendente. E un po’ di cronistoria non guasta.
Fondata nel 1814, la Fornace Pagliero, verso la metà dello stesso secolo si arricchì della palazzina che, oltre ad ospitare gli uffici dirigenziali, divenne un vero e proprio ‘catalogo visivo’ della produzione dello stabilimento.

«Ogni facciata, infatti, è diversa dall’altra, con decorazioni ceramiche diventate una sorta di biglietto da visita per i clienti – spiega ancora Chechi —. Una volta terminati i lavori, il primo ed il secondo piano della palazzina saranno pronti ad ospitare una serie di ‘Master’ sulla ceramica tenuti da artisti di fama internazionale che potrebbero arrivare da Francia, Belgio, Germania e dal nord Europa. Creeremo, in alcuni locali dell’ex fornace, anche dei laboratori sperimentali per ogni settore della ceramica. Per questo abbiamo richiesto, ed ottenuto, la collaborazione con l’i stituto d’arte Felice Faccio».

I corsi, ai quali potranno partecipare gruppi da un minimo di 7 ad un massimo di quindici studenti, saranno tenuti da esperti di ogni settore. Al piano terreno della palazzina verrà invece realizzato, in collaborazione con gli attuali eredi della famiglia Pagliero, un piccolo museo con i cimeli dell’azienda: dagli scritti alle fotografie, dai premi alle medaglie ottenute in un secolo e mezzo di attività dell’azienda castellamontese. Verrà allestita anche una libreria storica, con particolare riferimento alla ceramica di Castellamonte. Insegnanti ed allievi, oltre ad alloggiare nella palazzina, potranno usufruire anche di un punto di ristoro che proprio, nei giorni scorsi, ha ottenuto la licenza da parte del consiglio comunale.

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