Trend negativo per le tecnologie italiane per il legno

La fase negativa che caratterizza il settore dall’inizio anno – dopo un triennio di crescita costante – ha avuto un’accelerazione nel terzo trimestre, amplificata dalla crisi finanziaria ed economica mondiale di cui si è iniziato a percepire la reale portata dal mese di settembre.
I risultati della consueta indagine di Acimall – svolta sulla base di un campione statistico che rappresenta l’intero settore sia dal punto di vista dimensionale, che della tipologia produttiva –  non lascia spazio a dubbi: l’industria italiana delle macchine e degli utensili per la lavorazione del legno registra un calo del 18,1 per cento rispetto al periodo agosto-settembre 2007. Un dato che è la sommatoria della flessione sui mercati esteri (meno 13,2 per cento), da sempre molto attenti alle soluzioni “made in Italy”, e della forte contrazione che ha interessato il mercato italiano (meno 32,6 per cento rispetto allo stesso periodo 2007).
Sul versante dei prezzi l’indagine Acimall rileva un aumento medio del 2,6 per cento, con una produzione assicurata, al termine del terzo trimestre, attorno a 2,4 mesi.
L’indagine qualitativa riassume le considerazioni degli intervistati: il 49 per cento indica un andamento della produzione stazionario, il 48 per cento in diminuzione e solo il 3 per cento in crescita. Le giacenze risultano stabili nel 52 per cento dei casi, in diminuzione nel 23 per cento e in crescita nel restante 24 per cento. L’occupazione viene, invece, indicata stazionaria dall’79 per cento del campione e in diminuzione dal 21 per cento. Non si registrano segnalazioni di crescita.
Le previsioni per il prossimo periodo, determinate dall’oggettiva situazione congiunturale del comparto e dal clima economico più in generale, non sono certamente orientate all’ottimismo. Secondo il 18 per cento del campione gli ordini dall’estero rimarranno stabili, diminuiranno ulteriormente per il 70 per cento e cresceranno per il 12 per cento (saldo negativo -58).
Relativamente al mercato interno, nessuno fra gli intervistati prevede una possibile crescita; il 36 per cento propende per una situazione analoga alla attuale, mentre il 64 per cento teme un ulteriore peggioramento (saldo negativo -64).
 
Per ulteriori informazioni
www.acimall.com

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