In Lombardia, revisione dei canoni edilizia

Il governatore lombardo, Roberto Formigoni, ha voluto sottolineare che la revisione dei canoni “non è assolutamente una stangata, tant’è vero che la maggior parte dei sindacati e delle associazioni di categoria hanno discusso con noi del progetto e hanno approvato l’impianto di questo disegno di legge”.

Formigoni ha spiegato che lo scopo del progetto di legge, che dovrà essere sottoposto per l’approvazione al consiglio regionale, ha lo scopo di rendere più equo il sistema di definizione dei canoni correlandolo meglio alla reale situazione economica delle famiglie grazie all’introduzione del patrimonio Isee (indicatore socio-economico equivalente), facendo in modo che le famiglie più deboli paghino meno di quanto pagano attualmente e che, con una rimodulazione dei canoni spalmata su un triennio, si crei la possibilità di manutenzionare e ammodernare gli edifici residenziali pubblici.
Attualmente in Lombardia sono presenti oltre 170mila alloggi Erp, oltre 105mila dei quali di proprietà delle Aler: 114.458 famiglie sul totale pagano meno di 50 euro al mese di canone e in particolare 18.721 famiglie pagano meno di 7 euro al mese, 41.075 famiglie tra i 7 e i 20 euro al mese, con un canone medio mensile che in Lombardia attualmente è di 106 euro.
La riforma prevede che i nuclei familiari vengano divisi su quattro aree: quella di protezione con un reddito al netto delle tasse e delle spese sanitarie fino a 9mila euro, quella di accesso tra 9mila e 14mila euro, quella di permanenza tra 14mila e 28mila euro e infine una fascia di decadenza per coloro che hanno superato i limiti per la permanenza nell’Erp.
Il progetto di legge prevede che il canone non possa superare per l’area di protezione il 14-16% del reddito netto, per l’area di accesso il 20%, per l’area di permanenza il 22%.
“Un processo che porterà ad un aumento graduale dei canoni in tre anni – ha spiegato Formigoni – perché la Lombardia ha deciso di gradualizzare l’applicazione dell’Isee.
Stiamo discutendo poi la proposta del Governo, che prevede che il canone non possa superare il 20% del reddito lordo.
Una proposta molto meno favorevole di quanto portato avanti dalla Regione che conferma la sua forte attenzione per il sociale”.
Il canone minimo verrà fissato a 20 euro e gli aumenti medi nel triennio, ha spiegato l’assessore alla Casa, Mario Scotti, non potranno superare il 23% per l’area di protezione, il 28% per quella di accesso e il 37% per quella di permanenza: secondo i dati diffusi dalla Regione il 6% delle famiglie pagheranno un affitto inferiore all’attuale, il 4% un affitto invariato e l’80% un affitto superiore.
Tutte le risorse derivanti dai nuovi canoni serviranno per la manutenzione degli edifici ed è prevista dalla nuova normativa la possibilità di vendere non più del 20% del patrimonio Erp agli inquilini, in particolare negli edifici dove si vive in condomini a proprietà mista tra pubblico e privato.
Le case verranno messe in vendita a un prezzo inferiore del 30% a quello di mercato e la si potrà vendere solo per esigenze di razionalizzazione e economicità della gestione.
La Regione ha infine stanziato 40 milioni di euro in tre anni per costruire alloggi per famiglie con redditi che le pongono al di fuori dell’edilizia pubblica, ma che comunque non possono pagare i canoni ai valori di mercato.

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

MERCATO

Le ultime notizie sull’argomento