Inchiesta sugli investimenti nell’edilizia

NORD-OVEST
La frenata delle grandi opere costringe al rallentamento l’intero settore delle costruzioni nel Nord-Ovest. La situazione appare senza via di sbocco per buona parte dell’anno, a meno che non vengano sdoganati i grandi lavori che, per ora, sono sulla carta. A iniziare dalla Torino-Lione, sulla quale una decisione definitiva verrà presa a settembre, per passare dal completamento dell’autostrada Asti-Cuneo e arrivare al Terzo valico ferroviario tra Liguria e Piemonte. A riportare la preoccupazione in un settore che si era abituato ai grandi numeri, soprattutto in Piemonte, è stata la fine dei lavori per le Olimpiadi, il cui effetto era iniziato ben prima del 2006 e che si è protratto ancora per la prima parte dello scorso anno, anche se si era già esaurita la spinta propulsiva dei maxi appalti, quelli sopra i 5,1 milioni di valore. Anche l’occupazione del comparto inizia a segnare il passo. Meglio va il settore residenziale, soprattutto per la case nel centro dei capoluoghi: a Genova e Torino la crescita è intorno al 5%; ad Aosta del 3,6%, comunque sopra la media nazionale del 2,3 per cento. Le nubi su questo fronte si presentano sotto forma di saturazione del mercato in alcune aree o di prezzi troppo elevati in altre, soprattutto per le seconde case. Risulta florido, invece, il mercato dei box auto, mentre quello degli uffici penalizza le ubicazioni periferiche.
NORD-EST
Investimenti nell’edilizia in calo. Solo nel Veneto l’Ance stima per il 2007 una contrazione dello 0,5% in quantità rispetto al 2006. E anche nel resto del Triveneto la situazione non è migliore. È il mercato delle costruzioni non residenziali e dei lavori pubblici in particolare che mostra i segni di maggior difficoltà. Diverso è il caso del mercato immobiliare residenziale dove resta forte la domanda di abitazioni soprattutto da parte di cittadini extracomunitari che in alcune province – come Vicenza o Treviso – rappresentano la maggioranza di acquirenti. E che sulla casa si pensi come all’investimento principe lo dimostrano i dati sui mutui erogati: oltre 4 miliardi nel Nord-Est per l’acquisto di prime case e circa 1,7 miliardi per investimento. Da notare che nel corso degli ultimi sei anni la quota di mutui per acquisti o investimenti immobiliari è rimasta pressocchè costante rispetto al totale del Paese oscillando tra il 13 e 15% per l’acquisto e tra il 14 e il 18% per l’investimento. Le compravendite di immobili non residenziali, infine, mostrano una stagnazione per uffici e negozi, qualche vivacità per capannoni e impianti adatti alla logistica (ma in alcune aree come in Trentino Alto Adige c’è penuria di terreni), mentre volano i prezzi di box e posti auto.
CENTRO-NORD
A passo rallentato, ma è pur sempre crescita nel settore edile del Centro-Nord, in cui l’anno scorso gli investimenti hanno raggiunto quota 28 miliardi, in crescita dello 0,8% su base annua. A sostenere il settore – che comunque ha perso vivacità rispetto agli anni passati – è soprattutto il residenziale, spinto anche dai bassi tassi d’interesse che hanno indotto in tutta l’area un ampio ricorso ai mutui, prassi particolarmente in uso in Umbria dove il 90% degli acquisti di case è abbinato a un prestito. Al contrario, il segmento immobiliare commerciale, stando alle valutazioni della Fiaip (associazione agenti immobiliari), è un mercato piatto tendente al ribasso. In questo quadro, incrociando dati ed elaborazioni di Ance regionali, Unioncamere e Prometeia, è l’Emilia-Romagna la regione con il record di investimenti (15 miliardi di euro), ma la palma della crescita, seppure dopo un 2005 di stasi, va alla Toscana (+1,3% secondo stime prudenti dell’Irpet). Il mercato delle opere pubbliche, intanto, non permette di sorridere. Anche se più ricchi – +5,1% in valore, a quota 5,3 miliardi circa – i bandi relativi agli appalti pubblici nel 2006 sono diminuiti, scendendo dai 4.580 del 2005 a 4.186 del 2006. Le speranze per far ripartire il comparto stanno nell’allargamento del project financing e nella diminuzione del peso della burocrazia.
SUD
Un mercato che soffre più del resto d’Italia il calo degli appalti, non compensato dalla realizzazione di nuovi capannoni. Di conseguenza, l’edilizia al Sud continuerà anche nel 2007 a puntare sul residenziale, che dovrebbe quantomeno tenere. Riguardo ai lavori pubblici, i dati Cresme segnalano un gennaio 2007 in calo del 4,5% per numero di bandi e del 78,1% per importi rispetto al gennaio 2006. Dati che confermano il trend discendente iniziato e sono peggiori rispetto alla media nazionale (+3,5% sui bandi e -38,1% sugli importi). Pesa il rallentamento delle grandi stazioni appaltanti nazionali (soprattutto Anas e Fs), che al Sud non è compensato dagli investimenti dei grandi Comuni: nel 2006 solo Napoli ha registrato un aumento significativo degli importi investiti, ma comunque su un numero di bandi inferiore rispetto al 2005. Influiscono anche alcuni problemi creati dalle norme regionali sui lavori pubblici e le incertezze applicative create dal nuovo Codice nazionale degli appalti. Per il mercato residenziale, il centro studi Gabetti prevede un 2007 stabile, ma con l’incognita di un eventuale aumento dei tassi d’interesse. Nel 2006 i prezzi sono saliti soprattutto nell’hinterland delle grandi città, mentre verso il centro si sono quasi stabilizzati. Significativa la situazione di Napoli: +4,4% in periferia e +1,1% in centro.

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