Venezia sommersa

Un nuovo pericolo sembra minacciare Venezia. La città lagunare, da anni oggetto di progetti di recupero più o meno realistici, continua il suo lento ma inarrestabile cammino verso la distruzione a cui potrebbe contribuire ulteriormente il milione e mezzo di metri cubi di sedimenti depositati nei canali industriali di Venezia-Porto Marghera. Non è dunque un caso se Eric Stern, rappresentante dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli USA, abbia presentato proprio a Venezia il progetto, finanziato parzialmente con capitali provati e del costo di 30 miliardi, per la realizzazione a New York di un impianto di trattamento e lavaggio dei sedimenti. Un progetto di grande interesse, dunque, anche per la città italiana che calcola di dover asportare un milione e mezzo di metri cubi di fango e di confinarne altri 3 milioni. A ciò si affianca l’idea di poter riutilizzare una consistente percentuale di questo materiale. Il riciclaggio dei fanghi inquinati, del resto, è un tema di estrema attualità in tutta Europa e sola l’Italia e la Germania si sono dotate di una normativa specifica destinata a limitare lo scarico a mare dei fanghi rimossi dai fondali portuali.

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