All’interno di un progetto più ampio di rinnovamento dell’intera struttura, lo Studio Marco Piva è stato chiamato ad intervenire con il restyling della grande zona comune del piano terra. Obiettivo della committenza era dare una miglioria sia dell’immagine che funzionale, che non fosse però invasiva. Molta della clientela è infatti abitudinaria, affezionata all’ambiente confortevole, rilassante e soprattutto familiare che Donnafugata rappresenta, per cui la richiesta è stata per un’operazione leggera, che salvaguardasse gli elementi storici della struttura, allo stesso tempo enfatizzandola. L’intervento dello Studio Marco Piva si è quindi focalizzato da un lato individuando gli elementi nella decorazione degli interni da mantenere e valorizzare, e dall’altro sulla sostituzione e aggiunta di arredi mobili che rispondessero, oltre alla componente estetica, anche a quella emozionale di richiamo al territorio e a quella funzionale. Dal punto di vista funzionale, il grande spazio al pianterreno, tipico dell’architettura rurale agricola del 900, con la sua altezza imponente e le carpiate, era fortemente dispersivo, sia dal punto di vista acustico e termico, che visivo e gestionale. Il concept progettuale nasce dall’esigenza di creare un ritmo, dividendo gli spazi e dando loro delle funzioni, senza intervenire sull’architettura. Lo Studio Marco Piva chiamato ad intervenire con il restyling della grande zona comune del piano terra. Due forti quinte sceniche, rappresentate da due tende a tutta altezza e da un blocco in vetro, da un lato vanno ad enfatizzare l’architettura esistente, e dall’altro dividono idealmente in quattro la grande hall: l’area della reception, una zona di attesa/lounge, la zona shop e un’area salotto, pensata come estensione del bar adiacente. Questi accorgimenti, oltre a dividere visivamente gli spazi, svolgono anche un’importante funzione acustica di interruzione delle onde sonore, di mantenimento della temperatura (riducendo la dispersione dell’aria condizionata) e di filtro della luce solare che proviene dalle tre grandi porte-finestre a fondo sala. Dal punto di vista dei colori, da un lato il mood cromatico si è basato su quelle che sono le architetture e le decorazioni del luogo, con la scelta ad esempio di mantenere le cromie dorate riferite al barocco siciliano (lampadari e banchi della reception), ed anzi enfatizzarle nel lato reception, o il verde oliva e il rosso arancio per i cuscini della zona attesa, o le trame dei tessuti, decorazioni dei cuscini e cappelli dei lampadari, che si rifanno sempre ad alcuni spunti del territorio siciliano. Dall’altro, però, c’è stata la volontà di smorzare, di abbassare un po’ i toni vividi e accesi della tradizione, al fine di creare una sensazione di calma e tranquillità allo spazio, tramite l’utilizzo di colori neutri tra il bianco, il tortora e il nero. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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