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La 16a Indagine Statistica condotta da Acimac rileva un fatturato di 1.937milioni di euro in aumento del 13,8% rispetto al 2006. Ma il settore deve far fronte a nuove sfide e difficoltà: costi di produzione che lievitano, redditività ridotta, concorrenza straniera.E’ positivo il risultato 2007 per i produttori italiani di macchine e attrezzature per la ceramica. Il fatturato del settore, infatti, è stato di 1.937,5 milioni di euro, in crescita del +13,8% sull’esercizio precedente.Dopo il lieve decremento registrato nel 2006 (-4,2 % rispetto al 2005), il 2007 è tornato sostanzialmente su un trend di crescita in linea con quelli segnati negli anni passati (per esempio, il +11,5% del 2005 sul 2004 e il +13,6% del 2004 sul 2003). Sono i dati che emergono dalla 16a Indagine Statistica Nazionale realizzata da ACIMAC, che rappresenta uno strumento in grado di fornire elementi di analisi del settore: dalla composizione strutturale al fatturato, dalle tipologie di macchine fornite alla suddivisione dei settori clienti e ai mercati di esportazione. Il fatturato 2007, lievemente al di sopra delle previsioni, conferma la solidità del mercato di riferimento. Un numero certamente positivo, che però va valutato con cautela: le aziende del settore si trovano ad affrontare quotidianamente nuove sfide e difficoltà, che vanno dall’aumento dei costi produttivi e dall’erosione della redditività fino alla stagnazione di alcuni mercati chiave e alla crescita della concorrenza. Il mercato italiano crede nella tecnologia Il mercato italiano delle macchine per ceramica – nonostante i risultati non brillanti, soprattutto in termini quantitativi, dei produttori di piastrelle ceramiche – ha registrato un aumento del +20,3% rispetto al 2006, per un fatturato di 551,4 milioni di euro. Segno che, anche in periodi di riflessione e stabilità, sono numerose le aziende clienti italiane che continuano a puntare sulle innovazioni tecnologiche, ritenendole un investimento strategico. Per l’export crescita a doppia cifra Il settore italiano delle macchine per ceramica conferma una marcata vocazione alle esportazioni, che hanno avuto nel 2007 un’incidenza sul fatturato totale pari al 71,5%. In termini assoluti, si è passati dai 1.243 milioni del 2006 a 1.386,1 milioni di euro del 2007, con una crescita a doppia cifra del +11,4%. L’export rimane dunque un fattore trainante. A livello di suddivisione del fatturato estero, la torta dei mercati continua ad avere fette abbastanza omogenee, certificando una presenza commerciale spalmata nei diversi continenti. Se l’Europa la fa da protagonista con il 40%, l’Asia pesa per il 31,8%, l’America rappresenta il 17,2% e l’Africa il 10,2%. Scendendo nel dettaglio, l’Unione Europea, allargata a tutti i Paesi che sono stati ufficialmente ammessi, rappresenta il principale mercato, ha un’incidenza del 28,2% sul fatturato totale estero e sviluppa un giro d’affari di 391 milioni di euro (+24,7%). Il Medio Oriente, dopo un 2006 negativo, riprende a correre con un +9%, a 238 milioni di euro, e ha un’incidenza del 17,2%. Al terzo posto l’Est Europa, con un fatturato di 163 milioni di euro, pari all’ 11,8% dell’export totale, in frenata del 9,2%. A seguire, con un’incidenza del 10,3% sul fatturato estero totale, il Centro Sud America che, tra l’altro, segna un confortante incremento del +23,5% rispetto all’esercizio precedente,a 143 milioni di euro. L’Africa contribuisce con 142 milioni di euro (10,2% sul totale export), in lieve incremento del 2,6%. Il volume di attività del mercato africano, che rappresenta il quinto mercato per esportazione di tecnologia ceramica italiana, si allinea con quello del Centro Sud America. Cina, Hong Kong e Taiwan segnano anche nel 2007 un incremento del fatturato passando da 78,7 a 104,8 milioni di euro (+33% sul 2006 e un’incidenza pari al 7,6%). Evidenzia invece un indice negativo il gruppo di Paesi racchiusi nella denominazione “Altri Asia” (India, Malesia, Tailandia, Vietnam, Indonesia): questi mercati, sicuramente importanti dal punto di vista ceramico, frenano di un 18,3%, a 97,4 milioni (7% dell’export), influenzati probabilmente dal diffondersi di tecnologie provenienti da altri paesi concorrenti. Il Nord America, che include anche il Messico, nel 2007 ha segnato un aumento del +32,7%, con un fatturato di 96,1 milioni di euro (6,9% dell’export). L’Oceania, con un fatturato di 10,1 milioni di euro (0,7 dell’export), chiude con +38,3%.Struttura del settore Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica nel 2007 sono risultate 167. Da sottolineare come stia proseguendo il fenomeno dell’acquisizione, da parte di primarie aziende del settore, di alcune imprese di minori dimensioni. Il numero degli occupati è aumentato di 621 unità, passando da un totale di 6.939 nel 2006 a 7.560 addetti nel 2007. All’interno di un distretto ceramico che, dal punto di vista delle aziende produttrici, ha più di un problema anche a livello occupazionale, una crescita di addetti di tali proporzioni all’interno di aziende che producono beni strumentali induce ottimismo sullo stato di salute del settore. L’internazionalizzazione L’elemento di novità dell’Indagine Statistica 2007 è il focus sul livello di internazionalizzazione delle imprese fornitrici di macchine per ceramica. Il numero delle società estere controllate dalle aziende italiane del settore (con quote di maggioranza almeno del 51%) è pari a 56 unità e la stima, in via indicativa, del volume delle attività realizzate all’estero è di 273 milioni di euro. Tipologie di macchine Anche nel 2007 non è mutato il peso percentuale delle singole tipologie di macchine nella composizione del fatturato totale: quelle che costituiscono il cuore della linea di produzione, cioè presse e stampi, rappresentano insieme il 27,3% del fatturato complessivo, seguite dagli impianti di smaltatura e decorazione (15,9%), dai forni (14,5%) e dalle macchine per la preparazione terre (12%). Settori clienti Anche nel 2007 il settore mantiene la consolidata ripartizione delle vendite di macchine in riferimento alle sei tipologie di industrie ceramiche clienti. Il settore clienti dei produttori di piastrelle pesa per il 78,1% del totale, con un fatturato pari a 1.513 milioni di euro, +11% rispetto all’anno passato. A distanza seguono i produttori di laterizi (12,3% del fatturato totale): la richiesta di macchine italiane aumenta del 33,3%, trascinata sia dal mercato estero (+30,5%) sia dal mercato nazionale (+38,5%). Le macchine per sanitari (5,7% del fatturato totale) chiudono in positivo con 110,1 milioni di euro, mentre le macchine per stoviglieria (1,9%) subiscono una flessione del 20,7% rispetto al 2006, con un fatturato di 36,3 milioni di euro. Il mercato delle macchine per refrattari (1,9% del fatturato totale), dopo il calo netto del 2006, inverte la tendenza con un +36%, pari a 37,4 milioni di euro. Positivo anche l’andamento delle vendite di macchine per ceramica varia (2,1 milioni di euro, 0,1% del fatturato totale). Previsioni per il 2008 A livello previsionale, i segnali per l’anno in corso non sono altrettanto incoraggianti. Molti mercati stanno segnando il passo, latitano i nuovi investimenti e sarà complicato mantenere il ritmo del 2007. Est Europa, Africa, Medio Oriente sono mercati che, secondo le indicazioni fornite dalle aziende, potrebbero riservare possibilità di crescita, compensando una possibile frenata in Italia, Est Asia, Unione Europea. “Resto convinto della robustezza del nostro settore e della forza delle nostre aziende: ancora oggi – chiosa il presidente uscente di Acimac, Pierluigi Ponzoni – siamo riconosciuti leader mondiali del settore. Dobbiamo lavorare per farci trovare sempre pronti con le migliori soluzioni tecnologiche e i più completi e puntuali servizi alle aziende clienti”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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