La Reserve è un resort-hotel in cui gli edifici sono costruiti attorno agli alberi di baobab esistenti, con lo scopo di stabilire un rapporto tra natura e architettura. Un progetto che segue le tradizionali tecniche di costruzione senegalesi, basate sull’uso della terra battuta. a cura di Tommaso Tautonico Indice degli argomenti: Il resort-hotel attorno ai baobab Un legame forte con la tradizione architettonica Selezionato fra i finalisti del World Architecture Festival Awards (WAF) 2021, nella categoria Leisure Led Development – Future Project, La Reserve è un resort situato alla periferia di Dakar in un paesaggio semi-arido intervallato da baobab. Progettato dallo studio di architettura SAOTA, la struttura prende ispirazione dal territorio in cui si trova, il Senegal, e sfrutta la presenza dei baobab nella progettazione e nel posizionamento degli edifici. Lo scopo, dichiarano gli architetti, è creare una relazione dinamica e poetica tra questi alberi colossali e architettura. “Tutti gli edifici condividono un filo conduttore di base: un’architettura strettamente associata al sito, basata sull’uso di materiale naturale” dichiara Phillippe Fouché, direttore di SAOTA. “Questo approccio crea un’architettura radicata nel territorio, che non solo rispetta l’ambiente circostante, ma lo eleva e promuove un legame più stretto con il paesaggio” conclude. Il resort-hotel attorno ai baobab Il masterplan è composto da una schiera di edifici progettati attorno ai baobab esistenti. I tre elementi cardine su cui si basa il design di progetto sono gli stessi alberi di baobab, le costruzioni realizzate con la terra battuta e l’utilizzo di tecniche costruttive vernacolari. La strada d’ingresso al resort si snoda tra i giganteschi alberi, conducendo gli ospiti alla reception che circonda il più grande baobab della zona. Questa strategia progettuale vuole promuovere il legame con il paesaggio e con la cultura senegalese, in cui è consuetudine credere che il luogo dove si trova il più grande baobab della zona, diventi il punto di ritrovo più importante del territorio. Il progetto utilizza muri in terra battuta e terrapieni realizzati con terreno ricco di argilla compattato. Le grandi banchine di terra sono progettate per integrarsi con il paesaggio, creando forme ondulate che nascondono gli edifici e lasciano spazio alla vista ininterrotta sul paesaggio naturale circostante. Le banchine vengono utilizzate anche per creare camminamenti rialzati, che fungono da camini termici, in grado di favorire la ventilazione naturale degli edifici e allo stesso tempo lasciano entrare la luce naturale. Un legame forte con la tradizione architettonica Lo studio di architettura SAOTA, oltre che guardare al paesaggio circostante, non ha trascurato l’architettura locale e le tradizionali tecniche di costruzione. Il team di architetti, per la progettazione del resort, prende spunto dalle tecniche locali utilizzate per la costruzione delle capanne e dei kraal. L’ architettura vernacolare africana si basa sul metodo costruttivo di circondare, racchiudere gli spazi ed utilizzare forme geometriche frattali. La Reserve sfrutta questa tradizione, la reinterpreta in chiave moderna, e crea un complesso unico, perfettamente integrato con la natura circostante, elevando il rapporto tra natura e architettura. Img by studio di architettura SAOTA Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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