Dopo frigoriferi e lavatrici, dal 1 settembre cambiano le etichette energetiche per i prodotti di illuminazione, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza energetica, aiutando i cittadini a fare scelte consapevoli nel rispetto dell’ambiente In Europa lo scorso marzo sono diventate obbligatorie le nuove etichette energetiche per molti elettrodomestici, tra cui lavastoviglie, lavatrici, frigoriferi e apparecchi per la refrigerazione, con l’obiettivo di renderle più chiare e fruibili per i cittadini, aiutandoli nella scelta di prodotti ad alta efficienza energetica e sostenibili. Da oggi le nuove etichette energetiche diventano obbligatorie anche per i prodotti di illuminazione, in particolare per le sorgenti luminose con o senza unità di alimentazione integrata, direzionali e non direzionali e le sorgenti luminose parte di un prodotto contenitore. Come ricorda Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia, servizio gratuito che confronta e attiva le tariffe di luce, gas e internet, le etichette energetiche sono uno strumento molto utile a disposizione dei consumatori per limitare in maniera consapevole i consumi quotidiani, dando informazioni su caratteristiche e consumi di energia di ogni modello e considerando le diverse esigenze di acquisto. “Secondo le stime della Commissione Europea, le nuove etichette energetiche su elettrodomestici e sorgenti luminose potrebbero portare ad un risparmio pari a 38 TWh/anno entro il 2030, che corrisponde ad un risparmio di energia pari al consumo annuo di un paese come l’Ungheria”. Vediamo come si leggono le etichette energetiche delle sorgenti luminose e come scegliere le lampadine che consumano meno. Come per i grandi elettrodomestici, anche per i prodotti di illuminazione la scala è stata ridefinita e semplificata: sono 7 le classi possibili e vanno dalla A (migliore) alla G, con i colori che passano dal verde al rosso e riscalaggio periodico ogni 10 anni (o anche prima nel caso di una percentuale alta di modelli nelle classi A e B). Sono dunque stati eliminati i vari “+”. Le nuove etichette energetiche devono mostrare la classe energetica, il nome o il marchio del costruttore e del modello e il consumo di energia in kWh se accese per 1.000 ore. Inoltre viene introdotto un QR Code che, semplicemente inquadrato con il proprio cellulare, permetterà ai consumatori di accedere a informazioni più approfondite tramite un collegamento con la banca dati europea EPREL (European Product Registry for Energy Labelling). Inizialmente, considerando i parametri previsti, saranno assenti i prodotti in scala A e B, anche per stimolare la ricerca tecnologia da parte dei produttori verso prodotti sempre più efficienti. Nel Quaderno pubblicato da Enea “L’etichetta energetica 2021″ si legge infatti “La valutazione dei consumi e dei relativi costi annuali di esercizio per le sorgenti luminose è più complessa rispetto ad altri apparecchi soggetto all’etichettatura energetica perché ad oggi non sono presenti sul mercato modelli di lampade nelle classi superiori alla “D”, sebbene previste nella scala dell’etichettatura”. Selectra Italia a questo proposito specifica che una lampadina LED, con un consumo di circa 35 kWh/anno e un costo medio in bolletta di 7 euro/anno, verrà inserita in classe D o E, una lampadina fluorescente con 41 kWh/anno e 8 euro/anno in bolletta sarà in classe F, l’alogena con un consumo di 123 kWh/anno avrà un costo medio di circa 25 euro e si classificherà in classe G. Le lampadine a incandescenza, non più in commercio, aumenterebbero il costo in bolletta a 35 euro/anno. Il commissario UE per l’energia Kadri Simson ha commentato: “I prodotti per l’illuminazione sono diventati così efficienti negli ultimi anni che più della metà dei LED sono ora nella classe A++. L’aggiornamento delle etichette faciliterà i consumatori nella scelta dei prodotti più sostenibili, aiutandoli a risparmiare energia e denaro. L’utilizzo di un’illuminazione più efficiente contribuirà a ridurre le emissioni di gas serra dell’UE verso la neutralità climatica entro il 2050”. Per permettere la vendita degli stock esistenti, è previsto un periodo di 18 mesi in cui i prodotti con la vecchia etichetta potranno ancora essere venduti sul mercato nei punti vendita fisici. Per le vendite online, invece, le vecchie etichette esposte dovranno essere sostituite da quelle nuove entro 14 giorni lavorativi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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