Le meraviglie dell’architettura storica. L’età moderna

Prosegue il viaggio alla scoperta delle meraviglie dell’architettura storica. Questa seconda parte è dedicata all’età moderna, a quelle opere ed eventi che hanno scritto la storia dell’architettura moderna e quelle che si apprestano a farlo, tra rinascimento e contemporaneità.

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Le meraviglie dell'architettura storica. L’età moderna

La prima parte del nostro racconto (Le meraviglie dell’architettura storica. L’età antica) si era fermata al Medioevo. Questa seconda parte, quale prosecuzione narrativa, sarà dedicata alle meraviglie dell’architettura storica nell’età moderna, dal Rinascimento ad oggi.

Partendo dall’antichità, dalle prime forme di megalitismo, abbiamo percorso circa tremila anni di storia della civiltà umana, attraversando i principali stili dell’architettura storica antica e medievale. Divisi in sei capitoli, abbiamo esplorato le caratteristiche di:

  • Architettura antica
  • Architettura Greca
  • Architettura Romana
  • Architettura Paleocristiana e Bizantina
  • Architettura Romanica
  • Architettura Gotica

La storia dell’architettura prosegue il suo avvincente viaggio alla scoperta delle meraviglie dell’architettura storica dell’età moderna: Rinascimento, Barocco, Neoclassicismo, Art Nouveau, Modernismo e tutti i fenomeni contemporanei, con uno sguardo sul futuro. Come anticipato nella prima parte, parlare di architettura storica non è impresa facile, per la vastità dell’argomento. Perdonerete quindi le assenze e più o meno importanti che sono inevitabilmente parte di questo racconto (aperto a futuri approfondimenti).

A fondo pagina, una ricca bibliografia di testi e manuali autorevoli, utili per approfondire le opere, i periodi storici e le tematiche che più vi affascineranno.

Architettura storica moderna

L’architettura storica moderna, per convenzione dell’autore, ha origine alla fine del Quattrocento in Italia, un momento di grande vivacità intellettuale, dove l’uomo s’eleva a nuova coscienza di sé e sale al centro del dibattito culturale: il cosiddetto Umanesimo. Tutte le arti (pittura, scultura, letteratura, architettura) sono in fermento e, grazie anche a una forte ripresa economica e al potere della Chiesa, saranno artefici di una produzione smisurata di opere d’arte. Emerge la figura dell’architetto (capace d’inventare, guidare e dirigere le sue idee con l’ausilio di una pluralità di maestranze) e del trattatista e studioso. Stiamo parlando del Rinascimento italiano, che influenzerà profondamente l’avvenire.

Caratteristiche Architettura storica moderna
Architettura storica moderna: identità e memoria collettiva (Italia, Spagna, Germania, USA, UK, Francia).

L’architettura storica deve avere determinate caratteristiche, che la contraddistinguono dal semplice atto del costruire. Deve distinguersi, per forma, uso dei materiali, innovazione, tecnica ed arte. Deve entrare nella memoria collettiva, farsi storia, depositaria di conoscenza e bellezza, arte e tecnica. E l’architettura moderna e contemporanea non fa eccezione. Sebbene alcune opere siano piuttosto giovani e recenti, già sono entrate di diritto nei libri di storia.
Il Guggenheim di Bilbao progettato dall’architetto canadese Frank O. Gehry, ad esempio, nonostante abbia solo poco più di vent’anni, è già diventato icona della citta di Bilbao e simbolo dell’architettura decostruttivista.

Opere come la Basilica di San Pietro e la Fontana di Trevi per identificare Roma e l’Italia, il Guggenheim di New York (USA), la Torre Eiffel, il Centre Pompidou, il Louvre o le iconiche pensiline, balaustre e insegne in stile liberty della metro di Parigi (Francia), la Sagrada Familia (Barcellona – Spagna), il Big Ben e Buckingham Palace (Londra – UK), Porta di Brandeburgo (Berlino – Germania), la Mole Antonelliana di Torino, il Burj Khalifa a Dubai. Chiunque, pensando a questi monumenti, fatica a non associarlo immediatamente con la città e il Paese che lo ospita e con lo stile ed il periodo storico. Ecco alcune meraviglie dell’architettura storica moderna.

Quali sono i principali stili dell’architettura storica moderna?

In migliaia di anni sono diversi gli stili dell’architettura storica che ne hanno caratterizzato l’evoluzione, dal Rinascimento ad oggi. Il Rinascimento e Barocco diffonderanno le grandi cupole da Firenze e Roma in tutto il mondo. La figura dell’architetto e del trattatista assumeranno un rilievo di primo piano nel dibattito culturale come mai prima d’ora. La riscoperta dell’antichità classica, la prospettiva, i principi di proporzioni e armonia, sono le basi della “nuova architettura”. L’eccesso delle decorazioni traghettò il barocco verso una nuova crisi che si risolse di nuovo con un ritorno alla purezza dei canoni classici: il neoclassicismo.

I principali stili dell'architettura storica moderna

L’età moderna si apre con le innovazioni di materiali e tecniche costruttive: cemento armato, acciaio e vetro, macchina a vapore, unite alla crescita demografica, ha prodotto nuove infrastrutture come strade, ponti, stazioni ferroviarie. L’Art Nouveau o Stile Liberty sfrutta l’acciaio e il cemento armato con audacia espressiva, essendo però legata ancora alla decorazione che imita la natura (anche detta Floreale). Solo l’architettura moderna riuscirà a liberarsi radicalmente dall’apparato decorativo creando una frattura netta con il passato. Le celebri affermazioni “less is more” e “la forma segue la funzione” hanno condizionato gli architetti per generazioni, fino ad oggi. Significative saranno le esperienze costruttive di Le Corbusier con la purezza dei volumi e delle forme del telaio in cemento armato che influenzeranno tutta l’architettura del XX secolo.

Il Modernismo verrà superato a partire dagli anni Sessanta del Novecento dal cd. Postmodernismo che vuole superare quella noia espressiva diffusa (“less is a bore” diceva Robert Venturi). E che farà da apripista per il dilagare delle ricerche in campo architettonico che fioriranno in tutto il globo. Una menzione particolare spetta all’ecologismo: l’architettura sostenibile (uso dei materiali naturali e del legno, energie rinnovabili, efficienza energetica) sarà il futuro certo del costruire.

Un capitolo a parte spetta poi alla cosiddetta architettura vernacolare, quella davvero efficiente e sostenibile, generata dai bisogni dell’uomo e che prende forma dalle caratteristiche climatiche locali e dai materiali offerti dalla natura in loco. Come ad esempio le costruzioni in terra cruda e paglia, il Trullo pugliese, le case-grotta della Cappadocia e Matera, i trabucchi costieri, le torri del vento del Medioriente, e molti altri.

1. Architettura del Rinascimento

Il Medioevo si chiude con una grave epidemia di pestilenza. La “morte nera” cancellò un terzo la popolazione europea. Al termine, dopo anni di sofferenza, le genti si risollevarono con più vigore e attaccamento alla vita.

L’uomo va al centro del dibattito culturale: ha inizio il cosiddetto “umanesimo”. Tutto ha inizio a Firenze, la culla del Rinascimento Italiano. Da qui poi si diffuse in tutta Italia, da Milano a Lecce, in particolare a Roma. Le principali conquiste architettoniche del periodo sono l’invenzione della Prospettiva, e rinnovati concetti di proporzioni e armonia in seguito alla riscoperta dell’antichità classica (e di Vitruvio). Torna protagonista l’arco a tutto sesto e, nelle chiese, l’arco di trionfo e il timpano triangolare.

In architettura, l’inizio del Rinascimento Italiano si fa coincidere con la realizzazione della cupola del Brunelleschi per la Basilica di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze. Talmente grandiosa è stata l’impresa per l’epoca, che tutt’ora, nonostante i progressi tecnologici, è la più grande cupola in muratura esistente al mondo: diametro di 45,5 metri e altezza di 116 metri. Per realizzarla, l’architetto Filippo Brunelleschi prese a riferimento la cupola per eccellenza dell’architettura romana, quella del Pantheon, che superò di appena due metri (quella del Pantheon si ferma a 43,4 m). Ma l’innovò: dotò la cupola di struttura autoportante, la divise in spicchi, e l’innalzò fino all’arco a sesto acuto (capace di generare spinte laterali minori sulle pareti, rispetto alla cupola emisferica).

Opere realizzate nel Rinascimento: Cupola di Santa Maria del Fiore (Firenze), Basilica di San Pietro e Tempietto di San Pietro in Montorio a Roma, Sant'Andrea a Mantova
Il Rinascimento: Cupola di Santa Maria del Fiore (Firenze), Basilica di San Pietro e Tempietto di San Pietro in Montorio a Roma, Sant’Andrea a Mantova

Un capitolo a parte merita la Fabbrica di San Pietro, la più grande basilica della cristianità a cui hanno lavorato i maggiori artisti dell’epoca: Michelangelo, Bramante, Antonio da Sangallo il giovane, Raffaello, Peruzzi, Giacomo della Porta, Carlo Maderno. Oltre un secolo e mezzo di lavori (dal 1506 al 1665), modifiche e ripensamenti, per portare a compimento l’imponente basilica con la cupola michelangiolesca e la piazza antistante con il colonnato del Bernini.

Donato Bramante, uno dei padri dell’architettura rinascimentale, prima di arrivare a Roma ha lavorato a Milano: qui ha realizzato la tribuna della Chiesa di Santa Maria delle Grazie dov’è custodito il Cenacolo di Leonardo da Vinci e la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, famosa per l’artifizio del finto coro messo in opera con una prospettiva accentuata pittoricamente sulla parete che dà l’illusione della profondità. A Roma, oltre all’ideazione planimetrica della Basilica di S. Pietro, ha consegnato quello ch’è considerato il suo capolavoro e icona del rinascimento italiano: il tempietto di San Pietro in Montorio.

Tra le numerose opere di Michelangelo, meritano una menzione la sistemazione di Piazza del Campidoglio, porta Pia, la cappella Sforza in Santa Maria Maggiore, la basilica di Santa Maria degli Angeli, la Cappella Sistina a Roma e la Biblioteca Laurenziana a Firenze.

Raffaello va ricordato oltre alle meravigliose pitture, per aver diretto la fabbrica di San Pietro e per aver realizzato Palazzo Branconio dell’Aquila, Cappella Chigi e villa Madama (Roma). Una menzione speciale va al genio di Leonardo da Vinci, per le sue pitture, disegni e progetti di macchine avveniristiche.

La Città Eterna conosce un periodo di rinnovamento urbanistico in chiave moderna promosso da Papa Sisto V (all’anagrafe Felice Peretti), che cambio radicalmente il volto della Città Eterna. In appena 5 anni (dal 1585 al 1590), sistemò strade, sistemi fognari e acquedotti (oltre a ingenti opere di manutenzione ne costruì uno nuovo, il cd. Acquedotto Felice). Aprì nuove strade unendo tra loro le sette Basiliche romane, principali luoghi della cristianità, e le unì visivamente con obelischi sistemati ad hoc nelle piazze.

Sempre nella Capitale, altre importanti opere sono La Farnesina e Palazzo Massimo alle Colonne (di Baldassarre Peruzzi), Villa Giulia, le chiese di Sant’Andrea sulla Flaminia e Sant’Anna dei Palafrenieri (del Vignola), chiostro di Santa Maria della Pace e Palazzo Caprini (Bramante).

A Venezia, la Libreria Marciana e Palazzo Corner (di Jacopo Sansovino). A Mantova, il celebre Palazzo Te di Giulio Romano e la Basilica di Sant’Andrea di Leon Battista Alberti. A Napoli, l’arco trionfale e la Sala dei Baroni di Castel Nuovo, la chiese di Sant’Angelo a Nilo e Santa Maria del Parto. Ferrara ha il Palazzo dei Diamanti, dal caratteristico bugnato poligonale a punta, opera di Biagio Rossetti. Il centro di Urbino ospita il Palazzo Ducale, una vera e propria cittadella fortificata gioiello rinascimentale. Vicenza è la città di Andrea Palladio: Villa Capra detta La Rotonda, palazzo Porto, palazzo Valmarana, palazzo Chiericati, la Basilica e la Loggia del Capitanio.

Milano, oltre alle opere del Bramante menzionate, possiede la Ca’ Granda e la Torre del Castello Sforza del Filarete, la Basilica di Sant’Eustorgio, la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore.

Tra i migliori esempi di dimora rinascimentale un posto d’onore merita Palazzo Farnese a Caprarola (VT). Progettato da Sangallo il Giovane come una rocca difensiva dalla forma pentagonale e bastioni, venne poi tramutata in palazzo rinascimentale dal Vignola che gli successe, pur mantenendo la sagoma a cinque lati.

Fioriscono in questo periodo studi e ricerche utopiche sul tema della città ideale, a cui molti artisti e letterati si dedicarono. Ricordiamo Sforzinda (la città immaginaria del Filarete), e la città-fortezza di Palmanova (effettivamente realizzata in provincia di Udine) dalla forma di stella ad essa ispirata.

Il Rinascimento, al culmine del suo splendore, arriva ad aprire una profonda crisi negli anni a venire. Perché si considerava raggiunto il massimo nel campo delle arti, superando persino l’esempio degli antichi. Ne segue perciò un lungo periodo di imitazione di quegli insegnamenti, considerati insuperabili e perfetti, identificato con il nome di “manierismo”. Tra i cui maggiori esponenti c’è Andrea Palladio (Villa la Rotonda, in provincia di Vicenza è il suo personale gioiello).

2. Architettura Barocca

L’architettura barocca ha origine a Roma nel Seicento e si sviluppa fino alla metà del Settecento. La Chiesa della Controriforma vuole celebrare la sua potenza divina e attrarre i fedeli dopo la crisi scatenata a seguito dello scisma protestante. Il sereno equilibrio del Rinascimento viene scosso dalle emozioni: lo stupore e la passione trasmesso dalle arti attraverso l’uso di vivaci colori e forme dinamiche finalizzati alla spettacolarizzazione. Il forte senso della teatralità è attuato mediante la ricerca prospettica e scenografica a scala urbana. Elementi tipici sono le forme curve ed ellittiche, le curvature concave e convesse, le ricche decorazioni.

La prima opera veramente barocca può essere considerata il baldacchino della Basilica di San Pietro (1624- 1633), opera di Gian Lorenzo Bernini. Nel 1929, alla morte del Maderno, Bernini viene nominato nuovo architetto della Fabbrica di San Pietro appena ultimata. Tra le opere di finitura e arredo, spicca il colossale Baldacchino alto 28,5 metri che s’erge al centro della chiesa per identificare il luogo del sepolcro di San Pietro. Versione barocca del ciborio paleocristiano, misto di scultura e architettura, è interamente in bronzo dorato e caratterizzato da eleganti colonne tortili alte 11 metri.

Ma, l’opera più impressionante è indubbiamente il colonnato di San Pietro e la sistemazione della piazza antistante la basilica, la cui costruzione durò quasi dieci anni, dal 1657 al 1665. Il progetto prevedeva due piazze, una trapezoidale antistante la basilica e una più ampia di forma ellittica. Tutt’intorno un colossale colonnato (284 colonne dal diametro di 1,60 metri) coperto di tipo quadruplo (quattro colonne allineate sormontate da un capitello dorico).

Numerose sono le opere del Bernini realizzate a Roma: la fontana dei Quattro Fiumi (1648-1651) a Piazza Navona, Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale (1658-1670), Cappella Cornaro della chiesa carmelitana di Santa Maria della Vittoria (un autentico capolavoro scenografico è l’“Estasi di santa Teresa” raffigurante la santa nel pieno del rapimento dell’estasi divina) e la Chiesa di Santa Maria Assunta ad Ariccia (1663-1665).

Altra figura di spicco del barocco è Francesco Borromini. La rivalità artistica con il Bernini deve forse farsi risalire al periodo della collaborazione artistica al baldacchino, che interruppe contrariato. Capolavori del barocco romano sono considerati la Chiesa di San Carlo alle 4 fontane o San Carlino, Sant’Ivo alla Sapienza (1642-60), la Basilica di Sant’Agnese in Agone a P.zza Navona, l’Oratorio dei Filippini, l’artificiosa prospettiva di Palazzo Spada e il riassetto della basilica di San Giovanni in Laterano.

Alcuni esempi di Barocco Romano: Chiesa di San Carlo alle 4 fontane o San Carlino (Borromini), Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale (Bernini)
Barocco Romano: Chiesa di San Carlo alle 4 fontane o San Carlino (Borromini), Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale (Bernini)

Esempi barocchi ammirati in tutto il mondo sono la monumentale Fontana di Trevi del 1735 e la scalinata di Piazza di Spagna (che dalla Barcaccia del Bernini s’arrampica fino chiesa della Trinità dei Monti), modelli di gusto scenografico settecentesco, icone di Roma e del cinema. Altre opere della Città Eterna: Santa Maria della Pace di Pietro da Cortona, la facciata della Basilica di Sant’Andrea della Valle, il Porto di Ripetta (ormai scomparso), Palazzo Zuccari (oggi sede della Biblioteca Hertziana) la facciata di Chiesa di Santa Maria della Pace il capolavoro barocco di Pietro da Cortona.

Il centro storico di Lecce è barocco: pullula di capolavori come il Duomo, la basilica di Santa Croce, il Palazzo del Governo, il Palazzo del Seminario, le chiese di Santa Irene, Santa Chiara, San Matteo, la basilica di San Giovanni Battista al Rosario.

A Torino, il Barocco è diffuso principalmente da Filippo Juvarra che prende parte al completamento della reggia di Venaria Reale e realizza la Basilica e convento di Superga, Palazzo Madama, le chiese di San Filippo Neri e della Madonna del Carmine, il complesso di Stupinigi e, da Guarino Guarini, autore della Cappella della Sindone e Palazzo Carignano. Ma forse l’opera più audace del Piemonte, che vanta la cupola ellittica più grande del mondo, è il Santuario Basilica Regina Montis Regalis di Vittozzi e Gallo.

A Napoli prendono forma i Quartieri Spagnoli, la Basilica dell’Annunziata di Vanvitelli, la Certosa di San Martino e la chiesa di San Giuseppe a Pontecorvo di Fanzago, la Reale cappella del Tesoro di san Gennaro e la chiesa di Santa Teresa degli Scalzi. A Milano: le chiese di Santa Maria della Sanità, San Giuseppe, Santa Maria alla Porta, San Bernardino alle Ossa, Palazzo Clerici. A Caserta: la Reggia di Caserta di Luigi Vanvitelli.

A Venezia: la chiesa della Salute di Longhena. In Sicilia, la cattedrale di Noto, la chiesa del Gesù, i Quattro Canti e Porta Felice a Palermo, il Duomo di Siracusa, il Monastero di San Nicolò l’Arena e la Basilica della Collegiata a Catania, e altre importanti opere andate perdute a seguito dei catastrofici terremoti del 1693 e 1908 che hanno raso al suolo intere città.

L’architettura barocca si diffuse anche al di fuori dell’Italia, in Spagna (Cattedrale di Granada e di Jaén), Austria (La Karlskirche, palazzo Schönbrunn, La Jesuitenkirche), e nella Germania meridionale (Cattedrale di Dresda, lo Zwinger, Palazzo Sanssouci a Potsdam) e fino in Russia.

Il Barocco, al culmine del suo periodo evolve nel Rococò, uno stile sviluppatosi in Francia nella seconda metà del Settecento (e diffuso fino alla fine del secolo) incentrato sulla decorazione sfarzosa (curve, onde, motivi floreali e arabeschi) applicata dagli interni all’arredo, dalla moda agli oggetti d’uso comune.

3. Architettura Neoclassica

L’eccesso di decorazione a cui era arrivato il Barocco e lo sfarzoso Rococò, portò, come reazione, ad una riscoperta dei valori classici del costruire, all’armonica sobrietà. L’architettura neoclassica invoca il ritorno alla “purezza” dello stile architettonico.

Erano gli anni del “Grand Tour” e delle scoperte e scavi di Ercolano e Pompei. Delle visite alle antiche località greche della Sicilia e della Grecia stessa, decantate da J-D Le Roy (“Ruines des plus beaux monuments de la Grèce”, 1758), che vedeva nell’architettura greca l’origine del vero stile. In contrasto con l’architetto-incisore italiano Giovanni Battista Piranesi (“Della Magnificenza ed Architettura de’ Romani”, 1761) che considerava l’architettura romana come superiore, più evoluta e raffinata.

L’Inghilterra, per contrastare gli eccessi del Barocco, si affidò al Palladianesimo. In Francia, Claude Perrault mise in discussione la validità degli assunti Vitruviani e realizzò la facciata orientale del Louvre. A Parigi viene realizzato, su volontà di Napoleone, il famoso Arc de Triomphe (come copia dell’Arco di Settimio Severo a Roma), la Barrière de la Villette di Ledoux e la versione francese del Pantheon ad opera di Rondelet.

Strabilianti le opere visionarie di Etienne Louis Boulée che continuano ad ispirare generazioni di architetti.

Esempi di opere del Neoclassicismo: Piazza del Popolo a Roma, Teatro alla Scala di Milano, Basilica di Superga a Torino, Barriere de La Villette a Parigi
Neoclassicismo: Piazza del Popolo a Roma, Teatro alla Scala di Milano, Basilica di Superga a Torino, Barriere de La Villette a Parigi

In Germania: l’architetto Prussiano Karl Friedrich Schinkel (Altes Museum, Berlino, 1828-1830). L’idealismo politico e militare ha richiesto un ritorno alla monumentalità dell’ordine classico (un po’ come avverrà nel XXI secolo, con l’avvento delle grandi dittature).

È l’epoca delle profonde trasformazioni urbanistiche delle grandi capitali europee. A Parigi, il barone Haussmann trasformò radicalmente la città. La realizzazione di nuove strade (più ampie e illuminate) come gli Champ Elysee, fognature, cimiteri e parchi, oltre alla progettazione dell’arredo urbano, mutò per sempre il volto della Ville Lumière. Queste “regolarizzazioni” urbane influenzarono anche le altre capitali europee. A Vienna fu realizzato un ampio anello intorno alla città storica, la celebre “Ringstrasse” (1858-1914). A Barcellona, l’ingegnere Ildefonso Cerdà progettò nel 1859 l’espansione della città verso il mare, con una maglia a scacchiera solcata da due grandi viali diagonali. A Roma, l’architetto Giuseppe Valadier è stato l’artefice della risistemazione del centro di Roma: ha ridisegnato la forma di Piazza del Popolo completando l’opera di rinnovamento cominciata qualche decennio prima da Papa Sisto V.

4. Art Nouveau, Stile Liberty o Floreale

L’Ottocento è stato un secolo di grandi conquiste, tecniche e scientifiche. La rivoluzione industriale, la macchina a vapore, la produzione industriale di acciaio e ghisa e vetro, permettono nuove possibilità espressive. I modelli della “nuova arte” non sono più gli antichi, i classici greci o romani, ma le forme della natura. Elementi caratteristici sono le decorazioni: marmi, stucchi, ceramiche e vetri colorati, con ornamenti floreali.

Gli esponenti maggiori dell’Art Nouveau furono il belga Victor Horta (Casa Tassel a Bruxelles) e il francese Hector Guimard (autore delle iconiche pensiline, balaustre e insegne della metro di Parigi). Nelle loro opere l’acciaio viene plasmato e piegato a trasmettere la vitalità delle strutture vegetali.

In Spagna, l’architetto catalano Antoni Gaudì stupisce con le sue architetture fiabesche e surreali. A Barcellona, Casa Batlò, Casa Milà, il Parco Guell, e l’infinita Sagrada Familia (che è in costruzione da oltre un secolo), modellano spazi fluidi e colorati, vivi e naturali districandosi tra legno, cemento, vetro e ceramiche.

Esempi di Art Nouveau o stile Liberty: Casa Batlò a Barcellona, la metro di Parigi, Casa Tassel a Vienna, Casa La Fleur a Torino
Art Nouveau o stile Liberty: Casa Batlò a Barcellona, la metro di Parigi, Casa Tassel a Vienna, Casa La Fleur a Torino

In Italia il Liberty è identificato anche col termine di stile Floreale. La sua maggiore diffusione si ha a Torino, grazie ai lavori di Pietro Fenoglio, Pietro Betta e altri. Casa Fenoglio-Lafleur e Casa Girardi ostentano un apparato decorativo ricco di stilemi fitomorfi ed eleganti e sinuose linee dall’andamento ondivago. Fenoglio progettò anche la chiesa di Santa Elisabetta (all’interno del Villaggio Leumann): una delle pochissime al mondo realizzate in stile liberty, insieme alla chiesa di San Leopoldo di Otto Wagner a Vienna (concepì come una moderna casa del signore, diversa da tutte le chiese costruite fino a quel momento e in sintonia con lo stile della Secessione viennese).

Otto Wagner, architetto austriaco, ha combinato nelle sue opere gli stili storici con le funzioni moderne. Dal 1894 al 1901 condusse i lavori di costruzione della metropolitana di Vienna, progettando ogni cosa, fino al dettaglio: edifici, ponti, stazioni ma anche elementi d’arredo come lampade, ringhiere, insegne. Nel 1899 aderisce alla Secessione viennese, assieme a Joseph Maria Olbrich ed ai pittori Klimt e Schiele.

5. Architettura Moderna (Funzionalismo, Razionalismo, International Style)

La nascita dell’Architettura Moderna, coincide con quel momento di rottura dal modo classico del costruire, avvenuto intorno alla metà del Settecento, sulla scia dell’Illuminismo, quando vengono messi in discussione i principi vitruviani e avviene la definitiva separazione tra Architettura e Ingegneria (la prima scuola d’ingegneria, l’Ecole des Ponts et Chaussée, nasce a Parigi nel 1747).

Opere come ponti, stazioni, serre industriali, coacervo di tecnica e struttura, proiettano verso un razionalismo del costruire, dove la funzione predomina sull’estetica (“form follows function” dirà Louis Sullivan, l’inventore del grattacielo). Adolf Loos, nel suo libro Ornamento e delitto si accanisce contro qualsiasi decorazione, sostenendo che l’architettura che deve servire esclusivamente al suo scopo.

La prima opera moderna è forse il Crystal Palace, eretto a Londra nel 1851 in occasione della prima Esposizione Universale: un’enorme costruzione in ferro e vetro, completamente a secco e modulare. Opera di Joseph Paxton, non ingegnere bensì famoso costruttore di serre, fu da modello per l’architettura futura.
Finì distrutto, a causa di un incendio, nel 1936.

Crescita demografica, rivoluzione industriale, l’evoluzione della tecnica e della tecnologia e dei materiali (acciaio, vetro e cemento armato) permettono opere ben più grandiose (grattacieli, ponti, stazioni e aeroporti). Costruzioni diventate icone come la Torre Eiffel a Parigi, il Ponte di Brooklyn, il grattacielo Pirelli a Milano, la Mole Antonelliana a Torino. Acciaio e cemento armato spingono gli edifici in altezza oltre ogni limite mai pensato o solo immaginato prima: nasce a Chicago la tipologia edilizia del Grattacielo. Dai 10 piani e 42 metri di altezza delle origini, si è arrivati oggi al mastodontico Burj Khalifa a Dubai che, coi i suoi 828 metri, è la costruzione più alta al mondo esistente.

esempi di Modernismo: Bahahaus in Germania, Ville Savoye in Francia, Casa sulla Cascata e Casa Farnsworth in USA
Modernismo: Bahahaus in Germania, Ville Savoye in Francia, Casa sulla Cascata e Casa Farnsworth in USA

Mentre finora i caratteri dell’architettura storica erano ben identificabili e universalmente adottati, si assiste con l’architettura Moderna ad una frammentazione di stili e di idee, l’architettura assume un carattere regionale che evolve in maniera autonoma da Paese a Paese. Si passa dal funzionalismo puro, all’architettura organica al razionalismo italiano.

Di fondamentale importanza è stata l’esperienza della scuola del Bahahaus ideata da Walter Gropius secondo i principi del Movimento Moderno (o International Style), attorno a cui hanno ruotato le i principali esponenti delle avanguardie (Johannes Itten, Josef Albers, Kandinsky, Mies van der Rohe, Paul Klee). Enorme fu l’influenza che ebbe sulle tendenze dell’arte e dell’architettura e sulla nascita dell’industrial design moderno.

Figura di spicco dell’architettura moderna è certamente Le Corbusier. L’architetto svizzero, convinto sostenitore del telaio in cemento armato, con le sue teorie ha mutato profondamente l’idea del costruire. I suoi “Cinque punti di una Nuova Architettura” (tetto-giardino, finestra a nastro, pianta libera, facciata libera, pilotis) sono stati abilmente condensati nella Ville Savoye (1928-1931), a Poissy nella banlieue parigina. Le sue ricerche sull’abitare, attraverso il “Modulor”, una scala di proporzioni basate sulle misure dell’uomo, sono confluite nell’Unite d’Habitation di Marsiglia (1947-1952), un complesso residenziale e urbanistico basato sul livello minimo di esistenza da egli stesso calcolato.

Mies Van Der Rohe è l’architetto dell’essenziale (less is more). Le sue idee sono ben espresse nel Padiglione di Barcellona (1929), la Farnsworth House (1945-1951), il Seagram Building a New York (1958) e la Neue Nationalgalerie di Berlino (1968).

Icone dell’architettura moderna sono le opere di Wright (Casa sulla Cascata ed il Guggenheim di New York), Alvar Aalto (il Sanatorio di Paimio, Municipio di Säynätsalo e Villa Mairea in Finlandia), Louis Kahn (Kimbell Art Museum, Salk Institute, la biblioteca della Phillips Exeter Academy, Yale University Art Gallery, Dacca in Bangladesh), Pier Luigi Nervi (Palazzo del Lavoro a Torino, Palazzetto dello Sport e Stadio Flaminio di Roma).

Un capitolo a parte merita la stagione del Razionalismo Italiano (maggiori esponenti: Terragni, Piacentini, Adalberto Libera, Moretti, Angiolo Mazzoni) che tanto ha costruito – perfino intere città (Latina, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Pomezia, Colleferro, Carbonia). L’architettura inseguiva un nuovo ordine classico, semplificato nell’ornamento ma con un forte senso della monumentalità, in assonanza con la propaganda del regime fascista (la Casa del Fascio a Como, ne è l’edificio icona).

Rappresentativi del razionalismo sono il quartiere dell’EUR a Roma, la Città Universitaria di Roma La Sapienza, la stazione Santa Maria Novella a Firenze, la basilica di San Giovanni Bosco a Cinecittà e numerosi uffici postali in tutta Italia.

6. Architettura Contemporanea (Postmoderno, Decostruttivismo, Materialismo, Ecologismo)

L’architettura contemporanea, proprio per il suo carattere temporale, è impresa audace farla appartenere al campo dell’architettura storica. Ma ci sono opere e autori che, per valore e ingegno, sono destinati ad entrare nell’olimpo della storia dell’architettura. Manufatti carichi di significati che sono già monumento, icone e simbolo dell’umanità. L’architettura contemporanea però va intesa come un movimento in via di definizione, tutt’ora in corso. Può riconoscersi come distacco dal Movimento Moderno in una pluralità di diversi approcci al modo di costruire, al contempo, interconnessi e distinti.

Il movimento cosiddetto High Tech esalta la tecnologia, esibendola con vivace spregiudicatezza: impianti, ascensori, tubi, strutture, sistemi di ventilazione, funi non vengono più celati allo sguardo ma ostentati con fierezza. L’opera che ha tracciato la via, il simbolo dell’architettura tecnologica è il Centre Pompidou o Beaubourg di Renzo Piano e Richard Rogers, costruito a Parigi tra il 1971 ed il 1977.

Esempi di architetture dell'Età contemporanea: la Strada Novissima alla Biennale del 1980, il Guggenheim di Bilbao, il Bosco Verticale, il Mjøstårnet
Età contemporanea: la Strada Novissima alla Biennale del 1980, il Guggenheim di Bilbao, il Bosco Verticale, il Mjøstårnet

La Strada Novissima, costruita in occasione della Biennale di Venezia del 1980 con venti architetti nternazionali sotto la guida di Paolo Portoghesi, costituisce il momento fondante dell’architettura postmoderna. Un nuovo linguaggio che guarda al passato con lo spirito del presente, derivato dalla Pop Art contaminata di elementi classici: forme e ordini classici amalgamati con un gusto moderno. Icone postmoderne sono la Casa Vanna Venturi a Philadelphia, l’eclettica Piazza d’Italia a New Orleans di Charles Moore, le celebri Casa Baldi e Casa Papanice di Portoghesi, il Cimitero di San Cataldo a Modena di Aldo Rossi.

Sviluppata alla fine degli anni 80, sul concetto filosofico di “decostruzionismo” di Jacques Derrida, l’architettura decostruttivista si pone alla ricerca di una nuova geometria fatta di forme plastiche e strutture libere, fluide, distorte e deformi, un’estetica anticonvenzionale che rifiuta la purezza formale modernista.

Icone decostruttiviste sono le opere di Frank Gehry (Guggenheim di Bilbao, Casa danzante a Praga), Zaha Hadid (Port House di Anversa, museo MAXXI a Roma, Opus a Dubai, Heydar Aliyev Center a Baku in Azerbaigian), Daniel Libeskind (grattacielo Złota 44 a Varsavia, l’Imperial War Museum North a Manchester), Peter Eisenman (Wexner Center for Arts in Ohio), Rem Koolhaas (CCTV Headquarters a Pechino), Bernard Tschumi (Parc de la Villette a Parigi).

Negli anni 60 ardevano le sperimentazioni architettoniche, le utopie urbanistiche futuriste. Accanto agli inglesi Archigram e gli italiani di Superstudio, in Giappone si sviluppa il movimento Metabolista sotto la guida del professor Kenzo Tange (Pritzker 1987). Tra i suoi allievi spiccano le figure di Arata Isozaki (Pritzker 2019) autore dei musei MOMA a Gunma e MOCA a Los Angeles, del Palau Sant Jordi e dell’Allianz Tower a Milano e Kishō Kurokawa, considerato il padre dei Metabolisti giapponesi, e autore dell’opera simbolo: la controversa Nakagin Capsule Tower.

Parallelamente alle ricerche estetiche e funzionali, si è andata sviluppando una marcata sensibilità ecologica (accelerata dalla crisi energetica del 73) che ha investito inesorabilmente anche l’architettura. Si comincia a parlare di impatto ambientale, risorse limitate, inquinamento, consumo di suolo, effetto serra e cambiamenti climatici. L’architettura aspira alla sostenibilità: efficienza energetica, bioedilizia o bioarchitettura, tetti verdi, uso di materiali naturali e fonti rinnovabili. Avviene la globale riscoperta dei tradizionali sistemi costruttivi in legno (Platform Frame, Telaio, Blockbau) e i nuovi prodotti frutto dell’ingegnerizzazione (Xlam, legno lamellare, LVL, compensati strutturali) che permettono nuove possibilità espressive (legno pieghevole, Archery Hall & Boxing Club, Tamedia Office) e trattamenti che ne aumentano la durabilità (Shou Sugi Ban o Yakisugi, il legno acetilato e termotrattato).

I grattacieli verdi Miostarnet e Ascent MKE (i più alti edifici in legno al mondo), il Bosco Verticale di Stefano Boeri, le scuole sostenibili di Cucinella (Asilo Nido a Guastalla) e Tezuka Architects (Fuji Kindergarten e Yoshino Nursery School), le Tiny house in legno di Renzo Piano (Diogene) e Tengbom Architects (Smart Student Unit), le opere dei giapponesi Shigeru Ban (Paper house, Tamedia Office, Cardboard Cathedral, L’Aquila Temporary Concert Hall, Centre Pompidou Metz), Kengo Kuma (The Darling Exchange, Yusuhara Wooden Bridge Museum, GC Prostho Museum, Great Bamboo Wall) e Sou Fujimoto (Final Wooden House, Casa della Musica a Budapest), l’indiano Balkrishna Doshi (Pritzker 2018), l’africano Francis Kéré, (Pritzker 2022) e il costruire come atto sacro dello svizzero ticinese Mario Botta (Cappella Monte Tamaro, Cappella Granato).

Anche la progettazione è evoluta, passando dalle sfilate di fogli a matita e china, al digitale e Cad, per arrivare al BIM, l’ultima frontiera dell’architettura, che consente il controllo di ogni fase del processo edilizio, dal progetto al cantiere passando per la progettazione impiantistica e strutturale, la drastica riduzione di errori e tempi di esecuzione. Senza trascurare gli aspetti energetici e l’impatto ambientale.

Quale futuro per l’architettura?

E il futuro? Ricordiamo che l’obiettivo UE è emissioni zero al 2050 e, l’edilizia essendo il settore che in Europa è responsabile dell’emissione del 40% di CO2 e di 1/3 della produzione di rifiuti, è chiamato ad esserne il protagonista di questa rivoluzione verde. Quindi la costruzione di nuovi edifici NZEB secondo i principi dell’edilizia circolare (cradle to cradle), l’uso delle fonti rinnovabili (fotovoltaico e solare termico, agrivoltaico, eolico, geotermia, comunità energetiche…) dei materiali naturali e del legno da filiera sostenibile (certificazioni ambientali FSC e PEFC) e la prefabbricazione.

Quale futuro per l’architettura?

Oltre alle opere di manutenzione, restauro e conservazione dell’architettura storica, e superamento delle barriere architettoniche per consentirne l’accesso a tutti, avrà sempre maggior rilievo la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente (gli incentivi statali dei bonus edilizi sono essenziali e, il Superbonus, poteva far da traino) e l’uso responsabile delle risorse (secondo i principi dell’economia circolare) tra cui l’acqua (una scarsa risorsa preziosa: nel mondo oltre 1 persona su 4 non ha accesso a fonti d’acqua sicure) evitando sprechi e attraverso impianti per il recupero e riutilizzo delle acque meteoriche, e in accordo all’identità climatica locale, saranno gli attori principali di questo cambiamento e le sfide future per l’architettura.


Per approfondire:

  • Adolf Loos, Ornamento e Delitto, 1908
  • Choisy Auguste, Histoire de l’architecture, 1899
  • Ernst H. Gombrich, La storia dell’arte, 2008
  • Leonardo Benevolo, Introduzione all’architettura, 2001
  • Kennet Frampton, Storia dell’architettura moderna, V ediz., 2022
  • Bruno Zevi, Storia dell’architettura moderna. Da William Morris ad Alvar Aalto: la ricerca spaziotemporale (Vol. 1), 2004
  • Bruno Zevi, Storia dell’architettura moderna. Da Frank Lloyd Wright a Frank O. Gehry: l’itinerario organico (Vol. 2), 2004
  • Lotz W., Architettura in Italia 1500-1600, a cura di D. Howard, Milano, Rizzoli 1997
  • Robert Venturi, Complessità e contraddizioni nell’architettura, 1966
  • Rudofsky B., Architecture without architects, 1964
  • Rudofsky B., Le meraviglie dell’architettura spontanea, 1979
  • Wittkower R., Arte e architettura in Italia 1600-1750, Torino, Einaudi, 1993
  • Vitruvio, De architectura, 15 a.C

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