Richard Rogers: le principali opere (dal 1971 ad oggi)

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Scompare all’età di 88 anni, Richard Rogers, architetto di fama internazionale e premio Pritzker 2007. In omaggio alla sua memoria, riscopriamo le sue principali opere percorrendo assieme le tappe più significative della sua fiorente carriera.

Richard Rogers: le principali opere (dal 1971 ad oggi)

 

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Nipote dell’architetto italiano Ernesto Nathan Rogers a cui deve la passione per l’architettura, Richard George Rogers è stato uno dei più grandi architetti dell’era moderna, insignito nel 2007 del Premio Pritzker.

Insignito del titolo di Barone di Riverside nel 1981, Rogers ha però origini italiane. Nasce infatti a Firenze (città a cui resterà legato) nel 1933, per poi trasferirsi ancora bambino con la famiglia in Inghilterra a causa della guerra.

Insegna e tiene corsi in alcune delle più prestigiose università britanniche come il MIT, Yale, Cambridge.
Nella sua lunga e gloriosa carriera professionale ha lavorato, tra gli altri, con dei mostri sacri dell’architettura come Norman Foster e Renzo Piano. Proprio dalla collaborazione con quest’ultimo prenderà vita una delle opere più rivoluzionarie del XIX secolo, il Centre Pompidou a Parigi trampolino di lancio della sua folgorante carriera.

La notizia della sua scomparsa, avvenuta appena pochi giorni fa nella sua casa di Londra all’età di 88 anni, ci offre l’occasione per omaggiare la sua memoria, ripercorrendo assieme alcune delle tappe più significative della sua fiorente carriera.

Centre Pompidou, Parigi (1971-77)

Il Centre Pompidou o Beaubourg (come lo chiamano i parigini), è l’opera che ha consacrato Richard Rogers come astro nascente del panorama architettonico internazionale. Poco più che trentenne all’epoca del concorso, poi vinto all’unanimità insieme al collega e amico Renzo Piano, il Beaubourg ha lasciato un segno indelebile e dissacrante, a pochi passi dalla Cattedrale gotica di Notre Dame.

Centre Pompidou, Parigi

 

L’edificio ha una struttura a telaio in acciaio, con grandi travi reticolari lunghe fino a 48 metri. Questo permette di ottenere grandi spazi open-space di 50×170 m e un’ampia flessibilità d’uso, garantita anche grazie al posizionamento all’esterno degli impianti a vista e dei sistemi di collegamento (scale, ascensori).

Inaugurato nel 1977, è stato fin da subito apprezzato dalla popolazione, tanto da essere preso d’assalto (può vantare oltre 6 milioni di visitatori l’anno ed è uno dei musei più visitati al mondo) e ribattezzato con affetto e ammirazione “beaubourg” (borgo bello).

Considerato il manifesto dell’architettura High-tech, definito “La fabbrica”, “l’astronave”, “la petroliera”, o come ricorda Renzo Piano “la Macchina Urbana, un utensile capace di adattarsi alle diverse necessità della cultura”, il museo rappresenta la vittoria di una sfida lanciata dal presidente George Pompidou, come “un insieme architettonico e urbano capace di segnare la nostra epoca”. E infatti il Beaubourg ha creato una profonda frattura con la tradizione architettonica dell’accademia francese dei Beaux Arts, richiamando alla mente le fervide polemiche di fine 800 che caratterizzarono la costruzione della Tour EiffelIl giornale Le Monde si divertì a ripubblicare un appello di intellettuali di fine Ottocento, sostituendo il nome del Beaubourg al posto delle torre Eiffel”, ricorda l’architetto che, aggiunge, “L’architettura richiede tempi lunghi, prima che le innovazioni siano accettate”.

Lloyd’s of London (1978-1986)

Lloyd’s of London sono il più grande mercato assicurativo del mondo. Richard Rogers Partnership (RRP) ha proposto un edificio flessibile, che potesse espandersi o contrarsi, secondo le esigenze del mercato, attraverso una serie di gallerie attorno a uno spazio centrale. Per massimizzare lo spazio, i servizi sono stati confinati al perimetro.

Inaugurato nel 1986, l’edificio è stato tutelato nel 2011 come monumento di grado I, la struttura più giovane ad ottenere questo status. English Heritage lo ha descritto come “universalmente riconosciuto come uno degli edifici chiave dell’epoca moderna“.

Lloyd’s of London , progetto Richard Rogers Partnership

Il concetto è di spazi serviti e servienti sull’esempio del maestro Louis Kahn, in cui le zone servite come scale, ascensori, bagni e servizi meccanici si ergono liberamente in torri concentrate fuori dalla massa dell’edificio, creando una struttura altamente espressiva e leggibile e conferendo un immediato senso di ordine e gerarchia.

The millennium dome (1996-1999)

Il Millennium Dome era inteso come una struttura celebrativa, emblematica e non gerarchica che offrisse uno spazio vasto e flessibile di 100.000 metri quadrati, adatto per eventi espositivi e performance, nonché svariati usi futuri.

 

The millennium dome, progetto Richard Rogers

La struttura risolveva con grande eleganza il problema di come racchiudere e proteggere le “zone” espositive separate dai capricci del clima britannico. Fornendo 100.000 metri quadrati di spazio chiuso all’interno di un volume di 2,2 milioni di metri cubi, la struttura ha un diametro di 365 metri, con una circonferenza di 1.000 metri. La Cupola, con un’altezza massima di 50 metri, è sospesa da una serie di dodici alberi in acciaio di 100 metri, tenuti in posizione da oltre 70 chilometri di acciaio ad alta resistenza cavo che, a sua volta, sostiene il tetto in fibra di vetro teflonato. La flessibilità intrinseca della struttura è tale che è stata utilizzata come sede sportiva per i Giochi Olimpici di Londra 2012. Attualmente il Dome è un centro di intrattenimento noto come The O2 e ospita l’O2 Arena da 20.000 posti, uno dei luoghi di musica di maggior successo al mondo.

Barajas Airport: Terminal 4 (1997-2005)

Il terminal 4 di Madrid, che è il più grande della Spagna, è stato commissionato per consentire all’aeroporto internazionale di Barajas di competere con i principali aeroporti d’Europa.

Barajas Airport: Terminal 4, progetto Richard Rogers

La struttura lineare del tetto in bambù, che sembra galleggiare sull’edificio, è collegata superiormente da una catena di lucernari, consentendo la massima flessibilità nella disposizione degli alloggi su ciascuno dei piani. Ciò consente di ampliare l’edificio in più fasi successive.

Un sistema flessibile, che utilizza una ripetizione modulare di una griglia strutturale di 18 x 9 metri, è stato scelto come soluzione migliore per soddisfare la moltitudine di usi nel terminal , inclusi banchi checkin, controlli di sicurezza, punti vendita, servizi igienici e ritiro bagagli.

Le misure ambientali, volte a ridurre significativamente il consumo energetico, includono un sistema di raffreddamento stratificato, ventilazione a dislocamento ai moli, alimentazione d’aria a bassa quota a tutte le altre aree passeggeri, ombreggiature estese alle facciate e ai lucernari, illuminazione a zone e raccolta dell’acqua piovana per irrigare il paesaggio.

Scandicci: masterplan e nuovo centro civico

Nel 2002 Richard Rogers è stato incaricato di progettare il nuovo masterplan di Scandicci, città a 10 km da Firenze, sua città natale con cui ha mantenuto legami costanti nel tempo.

L’obiettivo era quello di emancipare la città dal capoluogo toscano, e sostituire all’anonima città-satellite, un nucleo urbano con una sua identità separata, netta e indipendente, attraverso infrastrutture e ambiente appropriati per attrarre una varietà di fattori e attività economiche, creando opportunità educative, occupazionali e residenziali.

nuovo masterplan di Scandicci, progetto Richard Rogers

 

Proprio in questa visione va a collocarsi il Nuovo Centro Civico, un nuovo centro cittadino progettato da Rogers Stirk Harbour + Partners (RSHP). Lo studio ha progettato una nuova piazza pubblica, affiancata da una serie di edifici e servita da una nuova stazione del tram, che si concentra su attività pubbliche e private per l’intera comunità.

Richard Rogers progetto Centro Civico Scandicci

 

Il carattere del nuovo sviluppo rispetta la scala dell’ambiente esistente e crea un linguaggio architettonico contemporaneo e fornisce coesione tra diverse tipologie. Il risultato è un’estetica architettonica sobria che dirige l’attenzione verso l’ambiente piuttosto che gli edifici stessi. Il progetto comprende un centro culturale, un edificio commerciale e residenze.

Il progetto adotta un approccio sostenibile includendo l’installazione di elementi solari e fotovoltaici, nonché un tetto verde sull’edificio culturale.

Macallan Distillery (2012-2018)

La nuova Macallan Distillery è inserita nel paesaggio della tenuta Macallan, uno dei produttori di whisky più famosi al mondo.

Macallan Distillery, progetto di Richard Rogers

 

Il nuovo edificio offre una struttura in grado di aumentare la produzione e consente anche una facile espansione futura. Internamente, una serie di celle di produzione sono disposte in modo lineare con un layout a pianta aperta che rivela tutte le fasi del processo contemporaneamente. Queste celle si riflettono sopra l’edificio sotto forma di un tetto dolcemente ondulato formato da una griglia in legno. Cime ricoperte di erba salgono e scendono dai terreni della tenuta di The Macallan, segnalando ai visitatori in avvicinamento le attività ospitate sotto.
Incastonato nei contorni naturalmente inclinati del sito, il progetto s’ispira agli antichi terrapieni scozzesi.

Capodichino Metro Station (2006 – in corso)

Può essere considerata l’eredità di Richard Rogers. L’estensione della Metropolitana Linea 1 della città di Napoli, parte del sistema della metropolitana di Napoli, è uno sviluppo fiore all’occhiello, con ogni stazione progettata da un artista o architetto internazionale. Il progetto di Rogers Stirk Harbour + Partners per la Stazione di Capodichino Aeroporto, che si trova al termine del prolungamento della Linea 1, rappresenta una significativa opportunità per contribuire alla rigenerazione della città e dello stesso aeroporto.

 Richard Rogers: estensione della Metropolitana Linea 1, Capodichino Metro Station

La nuova stazione trasformerà il terminal aeroportuale esistente in un hub di trasporto sostenibile collegato alla stazione ferroviaria di Napoli Centrale in piazza Garibaldi e al terminal dei traghetti in piazza Municipio.

Il “pozzo” ellittico è l’elemento cardine del design della stazione. Permette alla luce di scendere fino ai treni della metropolitana e viene animato dal movimento verticale dei passeggeri lungo le scale mobili a colori.

Una tettoia aperta in acciaio e vetro si estenderà e sorvolerà una piazza sotterranea. La forma del tetto consente alla luce naturale di penetrare in profondità nello spazio interno della stazione, oltre a consentire la circolazione della ventilazione naturale. Inoltre, protegge la piazza dai raggi solari e dalla pioggia, creando uno spazio pubblico che offre un ambiente sicuro e protetto ai passeggeri che viaggiano tra la stazione e l’aeroporto.


Per approfondire:  https://www.rsh-p.com

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