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A Urbanpromo, l'evento di marketing urbano e territoriale organizzato a Bologna dall'Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, si è fatto oggi il punto sulla ricostruzione dell'Aquila. E' intervenuto l'assessore comunale alla ricostruzione, Piero Di Stefano, che ha denunciato la "feroce stasi" nel quale versa il capoluogo abruzzese dopo il sisma di due anni e mezzo fa. Di Stefano ha criticato una prassi tutta italiana che ha finito per ingolfare anche la ricostruzione del capoluogo abruzzese: "Si considera tutto emergenza, c'è una scala che sovverte i poteri ordinari e costituzionali. Non ha mai portato buoni risultati, si pensi ai commissari dei rifiuti a Napoli e in Campania. Quello che avvilisce, nel caso dell'Aquila, è che l'unica norma vera che regola la ricostruzione siano un decreto dettato dalla straordinarietà del momento di emergenza, il 39 del 2009".La logica dell'emergenza, ha spiegato Di Stefano, finisce per condurre ad esiti dannosi: "La strategia regionale, infrastrutture ed economia, è nelle mani del commissario e non della Regione. E' una grave deficienza che non ci porterà lontano". L'assessore ha parlato anche dei costi, invocando un'operazione verità: "Per ricostruire le sole abitazioni private del centro storico servono 4 miliardi. Per tutto il territorio del Comune comprese le opere pubbliche occorrono 14 miliardi. Bisogna parlare chiaro, di risorse che servono". Di Stefano è sceso nel dettaglio sulle mancanze, con i progetti fermi a causa dei consorzi Cineas e Reluis che "andranno via dal 1° gennaio 2012" e per il quale vuole la possibilità di una sostituzione immedita. Il processo, del resto, è molto indietro: sono stati esaminati appena 1500 progetti su 8000 circa.Di Stefano è intervenuto nel corso del convegno organizzato dal Laboratorio Urbanistico Aquila, promosso dopo il terremoto dall'Istituto Nazionale di Urbanistica e dall'Associazione nazionale centri storici artistici, per dare un contributo scientifico alla progettazione della ricostruzione. Nell'incontro di oggi (ne è seguito un altro in cui è stato presentato il piano di ricostruzione dei centri storici dell'Aquila e delle frazioni) il Laboratorio ha presentato i risultati degli atelier a cui hanno partecipato, nel luglio scorso all'Aquila, dottorandi delle università di tutta Italia. Il responsabile scientifico del laboratorio, il rappresentante Inu Pierluigi Properzi, ha spiegato che i risultati degli atelier costituiscono i punti di un'agenda strategica che "sarà di accompagnamento al lavoro delle istituzioni". L'assessore Di Stefano ha riconosciuto di avervi colto "spunti interessanti". Properzi è tornato a ribadire la posizione dell'Inu, che già nei mesi immediatamente successivi al sisma chiedeva il ritorno rapido a un governo della ricostruzione "ordinario". Ora Properzi sottolinea: "Ci vuole uno strumento ordinario di ripianificazione del territorio fatto da Comune, Provincia e Regione".Tra i risultati e le indicazioni emerse dagli atelier del laboratorio, c'è l'idea di decongestionare il traffico della statale 17, causato dalla moltiplicazione a ridosso degli insediamenti del progetto Case, attraverso un utilizzo del tratto autostradale per gli spostamenti urbani; il recupero della ferrovia con la creazione di una metropolitana di superficie, le cui fermate potrebbero prendere il nome delle centralità di riferimento in un'ottica di recupero delle identità delle varie zone cittadine; l'utilizzazione delle mura cittadine come connessione tra centro storico e contesto limitrofo; la gestione del verde come elemento di connessione, ad esempio con la predisposizione di un parco urbano in piazza d'Armi collegato al parco del Castello.Sono emersi problemi, come un preoccupante calcolo di scenario: si è stimato che se la città dell'Aquila recuperasse assieme agli edifici gli abitanti che aveva prima del sisma (compresi gli studenti fuori sede), si avrebbe – visti i nuovi insediamenti – un sovrappiù di circa diecimila unità abitative, che rimarebbero vuote. Un rischio, per una città che ha nell'industria edilizia una parte fondamentale della propria economia.Il dossier di bilancio degli atelier ha evidenziato anche con le cifre i problemi esposti da Di Stefano: per la quanto riguarda, ad esempio, le abitazioni classificate E (quelle danneggiate più gravemente) sono ancora da presentare circa quindicimila pratiche, il 78 per cento del totale. A fronte di questi dati, sono stati spesi per la ricostruzione più di 800 milioni di euro sui due miliardi totali concessi finora dallo Stato. Risulta, inoltre, sul riepilogo fornito dalla Regione, una discrepanza tra la somma delle singole voci e il totale di circa 67 milioni di euro. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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