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Presentato da Fillea Cgil e Fondazione Di Vittorio, il II Rapporto sull’andamento delle costruzioni in Italia, che conferma i timidi segnali di ripresa legati soprattutto a ecobonus e detrazioni fiscali Il II Rapporto sull’andamento delle costruzioni in Italia, firmato Fillea Cgil e Fondazione Di Vittorio, parla di una timida ripresa per un settore che nel nostro paese lo scorso anno ha rappresentato il 9,6% del Pil, circa 1 milione e 300 mila occupati e il 46% di tutti gli investimenti in conto capitale del Paese. Come sappiamo quello dell’edilizia è un settore strategico per la ripresa economica dell’intero paese, nel Raporto Fillea si legge infatti che 1 mld di euro investito nelle costruzioni ha una ricaduta sul sistema economico per 3,5 mld e per l’occupazione fino a 50mila posti di lavoro, di cui 12mila direttamente nel settore delle costruzioni. Dopo 10 anni di profonda crisi, aziende e professionisti possono dunque respirare un cauto ottimismo legato principalmente a ciò che hanno mosso ecobonus e detrazioni fiscali, a livello di investimenti e di interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. E’ invece ancora presto per valutare gli effetti del sisma bonus. Basti pensare che i lavori di ristrutturazione legati agli incentivi governativi sono passati dal 16% del 2007 , per un valore di 9 miliardi, al 40,7% del 2016, per una spesa di 28 miliardi, investimenti che hanno creato mediamente 270 mila posti di lavoro, ma nel 2016 l’impatto sull’occupazione è stato di circa 400 mila posti. Il Rapporto segnala che nel 2016, gli occupati nei segmenti delle costruzioni sono 1.346.000, il 5,91% degli occupati in totale, con un aumento delle ore impiegate, per la maggior parte oltre le 36 settimanali, più che del numero dei lavoratori. Emerge una contraddizione fra una domanda per segmenti sempre più specifici e specializzati, come la manutenzione straordinaria, il risparmio energetico, l’anti sismico, la rigenerazione urbana, l’uso di nuove tecniche costruttive e nuovi materiali, a cui non corrisponde una scelta da parte delle aziende di maestranze specializzate, continuando a preferire le basse qualifiche. Senza dimenticare che sono ancora molti, anche se difficili da stimare, i lavoratori in nero o quelli a cui vengono applicati altri tipi di contratto, pur dichiarando i lavoratori di svolgere mansioni tipiche dell’edilizia. Per cercare di far fronte a questo problema la Fillea, unitariamente con Filca e Feneal, ha lanciato nel febbraio scorso una proposta di legge dal titolo “stesso lavoro stesso contratto”. In aumento anche gli investimenti pubblici (+10,4% nel 2016 sull’anno precedente, +23,9% nel 2017, +26,2% nel 2018) ma si segnala un divario notevole tra le risorse stanziate e quelle realmente spese. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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