Bonus facciate: così non funziona, taglia le misure verdi

Bonus facciate: così non funziona, taglia le misure verdi

Aggiornamento del 18/2/20

L’Agenzia delle Entrate nei giorni scorsi ha pubblicato una circolare e la Guida con le indicazioni per poter beneficiare del Bonus Facciate inserito nella Legge di Bilancio 2020


Per le associazioni la norma in Manovra va contro la riqualificazione energetica. Un’alzata comune di voci contro l’incentivo ‘estetico’ ad hoc per condomini e palazzi che “rischia di essere un pessimo affare” e di portare indietro il Paese sugli obiettivi di taglio delle emissioni

a cura di Tommaso Tetro

Associazioni contrarie al bonus facciate

Indice degli argomenti:

In questo modo il bonus facciate non funziona. E’ un’alzata comune di voci quella che si leva contro la norma-incentivo ad hoc per condomini e palazzi contenuta in Manovra.

I commenti delle Associazioni

“Rischia di essere un pessimo affare per la collettività – esordisce Rete Irene parlando del settore della riqualificazione energetica – ci ritroveremo con edifici rinnovati esteticamente ma che per anni continueranno a sprecare energia, produrre inquinamento atmosferico e con un potenziale rischio strutturale”. Ed è per questo che Rete Irene con un emendamento alla Legge di Bilancio punta a trovare una soluzione in grado di armonizzare il sistema degli incentivi fiscali trasformando la norma in un reale vantaggio economico per i cittadini e per l’ambiente, oltre che in una spinta propulsiva per il mercato: “Obiettivo principale dell’emendamento – spiega Virginio Trivella, coordinatore del Comitato tecnico scientifico – è correggere il messaggio sbagliato che il Bonus facciate 90% invia ai cittadini, a causa del suo mancato coordinamento con gli altri incentivi”.

“Così come è stato formulato e presentato, il nuovo bonus presenta il rischio concreto e grave di indurre a trascurare esigenze diverse da quella, pur legittima e auspicabile, del miglioramento estetico dell’ambiente costruito. Riqualificazione energetica e miglioramento sismico, infatti, incentivati di meno e comportanti investimenti maggiori, rischiano di essere accantonati, a favore di attività che vengono rimborsate quasi completamente con le detrazioni fiscali”.

Il risultato è la condanna per “migliaia di edifici nuovamente belli a molti decenni aggiuntivi di spreco energetico e maggiore rischiosità strutturale. Non sembra proprio un buon affare, soprattutto dal punto di vista dell’interesse pubblico”.

La proposta di Rete Irene è la promozione di un coordinamento tra gli incentivi e un più corretto bilanciamento tra le varie esigenze di tutela, per rendere più efficace la capacità di stimolo combinato a vantaggio sia del miglioramento estetico, sia dell’efficienza energetica. Cioè insieme agli interventi di miglioramento estetico della facciata degli edifici dovrebbero essere eseguiti anche attività di riqualificazione energetica.

Le misure da integrare viaggiano per ora su canali diversi. Da un lato vengono prorogate le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica, le ristrutturazioni edilizie, per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata, dall’altro viene introdotta per il 2020 una detrazione pari al 90% delle spese sostenute per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici per restituire un nuovo volto alle nostre città (il bonus facciate costerà 205,8 milioni a partire dal 2021 ma a regime comporterà una spesa di 240 milioni all’anno).

Il quadro delle misure ambientali si completa però con 10,5 miliardi di investimenti nel triennio, suddivisi tra due fondi di investimento assegnati allo Stato e agli enti locali per lo sviluppo sostenibile, delle infrastrutture sociali e degli incentivi alle fonti rinnovabili.

Nei prossimi 15 anni, i due fondi avranno una dotazione complessiva di oltre 50 miliardi. Per i soldi destinate a questi fondi si attingerà sia a risorse europee non spese della programmazione 2014-2020 che da quelle residue del fondo investimenti creato dalla Legge di Bilancio 2018 e rinnovato da quella del 2019.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha annunciato anche l’’intenzione di emettere green bonds, titoli di Stato specificamente destinati ad ambiente e sostenibilità. Mentre il disegno di legge collegato sulla transizione ecologica del Paese definirà meglio i dettagli del nuovo programma verde del Paese (una prima serie di indicazioni sono già contenute nel decreto Clima che vale circa 450 milioni in tre anni).

Anche l’Associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico (Anit) ritene che la norma sulle facciate sia “un provvedimento fine a se stesso” e “controproducente per tutta la politica energetico ambientale che l’Italia sta portando avanti ormai da anni. Gli interventi di finitura estetica della facciata vengono promossi a discapito degli interventi di efficientamento energetico o di messa in sicurezza.

“Infatti deliberare lavori puramente estetici su strutture su cui presumibilmente non verranno eseguiti altri interventi per moltissimi anni, significa perdere un’ottima occasione per una riqualificazione energetica durevole”. Ma non finisce qui perché per esempio – avverte l’Anit – i “progetti di riqualificazione energetica non ancora iniziati, ma deliberati, potrebbero essere bloccati con la prospettiva di poter usufruire nel 2020 di migliori coefficienti di detrazione e minori requisiti, senza alcun vantaggio energetico ambientale e con conseguente rischio di bloccare il mercato edilizio”.

Bisognerebbe allora trasformarlo in super-eco-bonus attraverso alcune modifiche: ammettere interventi che prevedono anche un miglioramento dell’efficienza energetica, escludendo soltanto gli edifici di valore storico e artistico, e far rientrare anche tra gli interventi incentivabili anche quelli di manutenzione ordinaria e opere accessorie; inoltre deve essere resa obbligatoria la comunicazione all’Enea come previsto per tutti gli interventi di efficientamento così da quantificare il risparmio.

Per Aipe (Associazione italiana polistirene espanso) “l’art. 25 della Legge di Bilancio rischia di azzerare tutta la politica energetica e ambientale perseguita da anni nel nostro Paese; è incoerente mutare la strategia intrapresa con un provvedimento totalmente in contrasto con esse. Così come è strutturata, la norma verrebbe a creare le basi per interventi esclusivamente di facciata ed estetici, tralasciando tutti quelli di efficientamento energetico e sicurezza statica: ai primi permettendo di godere di uno sgravio fiscale del 90% ed ai secondi del 65-75%. Inoltre intervenire esclusivamente in facciata produrrebbe costi onerosi ingiustificati” perché “tutte le opere di esecuzione, tipo i ponteggi esterni, sarebbero non pienamente utilizzati”.

Anche grandi associazioni ambientaliste e imprese (come Legambiente e Renovate Italy, Kyoto Club e Green Building Council Italia, l’Associazione nazionale isolamento termico e acustico) lanciano l’allarme, scrivendo direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che “il bonus facciate affosserà gli investimenti di efficienza energetica e prevenzione sismica. E l’Italia non se lo può permettere. E chiedono una modifica per non vanificare l’eco-bonus”.

La misura – dicono – sarebbe “la benvenuta per le nostre città, se non fosse in aperta rotta di collisione con l’ecobonus per le ristrutturazioni energetiche e sismiche del patrimonio edilizio. Un aiuto fiscale che ne ammazza un altro non si è mai visto, specialmente se, come in questo caso, ‘a perdere’, perché meno sostenuti, sarebbero gli investimenti più necessari per la sicurezza sismica e la riduzione dei consumi energetici. Così com’è il provvedimento è sbagliato – si legge nella lettera diretta a Palazzo Chigi – danneggia gli investimenti delle imprese, dà un messaggio sbagliato ai cittadini ed entra in conflitto con le misure per ridurre l’inquinamento urbano e le emissioni di gas serra: l’isolamento delle facciate è l’intervento più efficace per ridurre i consumi energetici legati alla climatizzazione degli edifici”. Per questo sostengono che “si può, e si deve, cogliere l’opportunità del rinnovo facciate per ottenere benefici in termini di efficienza energetica degli edifici. Il risultato sarà identico, in termini estetici, ma nel frattempo si sarà fatto anche qualcosa di davvero importante, sia per il benessere abitativo e la sicurezza di chi, in quegli edifici, ci vive, sia per accelerare sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni atmosferiche, di cui il settore civile è la fonte principale”.


 

Legge di Bilancio: confermato bonus facciate al 90%

4/11/19

Nella bozza della Legge di Bilancio sono confermate le detrazioni fiscali per il 2020 per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica. Via libera al bonus facciate al 90%, senza nessun massimale di spesa e senza cambiare colore alla facciata. Sparisce il bonus verde.

a cura di Raffaella Capritti

facciata-edificio

La Bozza della Legge di Bilancio conferma l’introduzione per il 2020 del “Bonus facciate”, un credito fiscale del 90% dedicato agli interventi di manutenzione ordinaria, sia per villette e immobili di proprietà privata che per i condomini, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici. Inoltre la bozza specifica che in questo caso non si applicano i limiti massimi di spesa di 96.000 per unità immobiliare previsti per ecobonus e detrazioni per interventi di ristrutturazione (aggiunta al comma 1 dell’articolo 16, del decreto-legge 4 giugno 2013, n.63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n.90 dedicato alle detrazioni).

Considerando che la l’agevolazione interessa anche la semplice manutenzione ordinaria, si potrà usufruire del bonus anche per la sola tinteggiatura della villetta unifamiliare senza prevedere un cambio di colore.

Come dicevamo sono stati confermati anche bonus per gli interventi di ristrutturazione ediliza, l’Ecobonus, il Bonus mobili, e il Sismabonus – che era già valido fino al 2021. Salta invece il Bonus verde. A questo proposito il Presidente di ASSOVERDE (FINCO) Antonio Maisto  ascoltato in X Commissione – Industria del Senato, ha chiesto che venga mantenuto se non addirittura potenziato, sottolineando l’importante ruolo del bonus verde, sia per quanto riguarda l’efficienza energetica e il contenimento delle emissioni di CO2 che per il valore estetico. Ha inoltre aggiunto che toglierlo rappresenta una decisione incoerente con quanto previsto nell’ambito del Decreto Clima sulla riforestazione.

Tra le altre misure che interessano edilizia e risparmio energetico vi segnaliamo la plastic tax, tassa sugli imballaggi di plastica; sono istituiti un Fondo investimenti territoriali che ha l’obiettivo di sostenere lo sviluppo delle infrastrutture e dell’edilizia pubblica, un Fondo sarà assegnato ai Comuni per la messa in sicurezza del territorio e l’efficientamento energetico degli edifici. Sono stati stanziati due miliardi per l’edilizia sanitaria E’ confermato il regime forfettario per chi abbia percepito compensi, non superiori a euro 65.000.

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