Il consiglio dei ministri ha varato il decreto Ristori per sostenere le categorie più colpite dalle misure anti-coronavirus contenute nel nuovo Dpcm. Si va dai contributi a fondo perduto che vengono raddoppiati con un tetto massimo a 150mila euro in soccorso di 460mila attività piegate alla prova delle ennesime restrizioni, alle nuove indennità per i lavoratori stagionali e precari, un’altra serie di norme per la giustizia, e il rinvio delle elezioni comunali del 22 e 23 novembre; ma anche alcune misure sanitarie per dare maggior forza a due fragilità del sistema come i tamponi, per consentirne l’esecuzione ai medici di famiglia e ai pediatri, e il tracciamento dei contatti. di Tommaso Tetro Il Presidente Conte e i Ministri Gualtieri e Patuanelli. @img http://www.governo.it/ Arriva il decreto Ristori. Il provvedimento – annunciato dal premier Giuseppe Conte per sostenere le categorie più colpite dalle misure anti-coronavirus contenute nel nuovo e restrittivo Dpcm – è stato varato all’unanimità dal consiglio dei ministri. Fuori intanto le proteste dilagavano, da Roma a Milano, a Napoli e Torino. Cosa prevede il Decreto Ristori Il pacchetto di aiuti comprende un ampio ventaglio di risorse: in tutto oltre 5 miliardi per l’emergenza, che diventano anche una specie di ‘scudo’ del governo per difendere le proprie scelte in questo delicato momento per il Paese. Si va dai contributi a fondo perduto che vengono raddoppiati, e quadruplicati in alcuni casi, con un tetto massimo a 150mila euro, in soccorso di 460mila attività piegate alla prova delle ennesime restrizioni, alla proroga del blocco dei licenziamenti che andrà avanti fino a gennaio, con altre 6 settimane di Cassa integrazione, fino alle nuove indennità per i lavoratori stagionali e precari dello spettacolo, dello sport e del turismo, un’altra serie di norme per la giustizia, e il rinvio delle elezioni comunali del 22 e 23 novembre al prossimo anno; al suo interno anche alcune misure sanitarie per dare maggior forza a due fragilità del sistema emerse proprio negli ultimi giorni come i tamponi (con un finanziamento da 30 milioni per consentire l’esecuzione ai medici di famiglia e ai pediatri, con non poche polemiche) e il tracciamento dei contatti. I 5,4 miliardi stanziati dal decreto (che arrivano a 6,2 in tutto per saldo netto) sono stati recuperati tra i capitoli di spesa inutilizzati negli ‘avanzi’ di cassa dei finanziamenti messi in campo dall’inizio della crisi. Il pezzo più importante, pari a circa 4 miliardi, va alla proroga della Cig, alle nuove indennità e ai ristori a fondo perduto. Intorno a 2,4 miliardi andranno alle attività costrette a ridurre l’orario, o a chiudere del tutto, per via dell’ultimo Dpcm, compresi taxi e ncc; per queste imprese ci sarà anche l’azzeramento dei contributi per novembre, il credito d’imposta al 60% per gli affitti per ottobre, novembre e dicembre e la cancellazione della seconda rata dell’Imu (in scadenza il 16 dicembre), e lo stop ai pignoramenti immobiliari fino alla fine dell’anno. Per i ristori veri e propri – ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – l’indennizzo sarà automatico per chi aveva già fatto richiesta, e arriverà con bonifico sul proprio conto corrente da parte dell’Agenzia delle entrate entro il 15 novembre; oppure per chi non l’aveva fatta in precedenza l’Agenzia riaprirà il canale per le istanze e il ristoro arriverà almeno stando alle intenzioni entro la metà di dicembre. Rispetto al decreto Rilancio ci saranno più soldini, e gli aiuti saranno diversificati in base al settore: per esempio bar, gelaterie, pasticcerie avranno il 150% di quanto già ricevuto, i ristoranti invece il 200% con la media di indennizzi che va dai 5.173 ai 25mila euro. Raddoppia anche l’indennizzo – che va dai 5mila euro ai 30mila euro – per le palestre, le piscine, i teatri, i cinema; mentre per chi non ha mai aperto, tipo le discoteche, il ristoro sarà del 400%. A questo nuovo pezzo di risorse avranno accesso anche le aziende che superano i 5 milioni di fatturato; ma per tutti il tetto sarà di massimo 150mila euro. Un altro capitolo ampio di aiuti è quello dedicato ai lavoratori. Si comincia con altre 6 settimane di Cig a carico dello Stato, da utilizzare da metà novembre a fine gennaio oppure altre 4 settimane di sgravi contributivi per chi fa rientrare i dipendenti al lavoro. Viene prevista anche una nuova indennità una tantum da 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo (inclusi quelli con contratto di somministrazione o a tempo determinato), gli stagionali degli altri settori, i lavoratori dello spettacolo, gli intermittenti, i venditori porta a porta e i prestatori d’opera. Per i precari dello sport arriverà invece un’indennità di 800 euro. Per chi non potrà accedere a nessun tipo di sostegno ci sarà la possibilità di optare per altre due mensilità di reddito di emergenza. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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