«L’auspicio del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che in futuro non vengano più varati condoni edilizi può certamente essere condivisibile. A tale dichiarazione di principio, però, deve necessariamente accompagnarsi l’indicazione di una soluzione veloce ed efficace per lo smaltimento delle centinaia di migliaia di istanze in giacenza relative alle tre sanatorie del 1985, del 1994 e del 2003. Altrimenti si rimane nell’ambito delle frasi ad effetto, senza dare uno sbocco operativo ai problemi». Lo dichiara l’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA. «Non c’è dubbio che i disastri a cui assistiamo quotidianamente per il maltempo siano favoriti e amplificati da un modo scellerato di cementificare il nostro Paese – prosegue Simoncini –. Il consumo di suolo è un fenomeno che va arginato e possibilmente arrestato, ma non possiamo far finta che tre condoni non ci siano già stati: incassare gli oneri concessori relativi alle domande pregresse di chi ha diritto al condono permetterebbe alle Amministrazioni locali e allo Stato di avere ulteriori risorse da destinare alla messa in sicurezza del territorio. Ciò ovviamente implica che ci siano anche dei dinieghi riguardo ad alcune istanze e che si proceda alle demolizioni per chi ha edificato palesemente al di fuori delle regole: su questo gli Amministratori devono garantire massima risolutezza, senza farsi guidare dalla logica del consenso politico. Ci sono nuovi sistemi che consentono di abbattere tempi e costi grazie a procedure snelle e trasparenti: vanno vinti gli interessi di parte e le resistenze, che troppo spesso bloccano lo sviluppo e l’innovazione in Italia». Condoni Edilizi: il Governo dia indicazioni su istanze pregresse 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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