Il centro Studi CNA ha condotto un’indagine volta a capire quanto gli aumenti delle materie prime possono impattare sulla ripresa del settore delle costruzioni guidata dal Superbonus 110% Come sappiamo il Superbonus 110% è una misura introdotta dal decreto Rilancio per aiutare la ripresa del settore delle costruzioni, piegato da una crisi iniziata nel 2008, che la pandemia ha accentuato. Una misura che sta funzionando, anche se da più parti si lamentano i limiti burocratici e i nodi da sciogliere. Una recente indagine realizzata dal centro Studi CNA, che ha coinvolto un campione rappresentativo di imprese artigiane, micro e piccole della filiera delle costruzioni, impianti e serramenti, evidenzia che la “fiammata delle materie prime” potrebbe limitare la portata del Superbonus. Il 57% delle imprese intervistate conferma l’impatto positivo dell’introduzione della maxi detrazione sulla propria attività, con punte del 65,9% nel comparto dei serramenti e del 64,2% nelle imprese con oltre dieci dipendenti; ma non solo: oltre il 33% delle aziende ha ampliato le proprie offerte a catalogo e il 27,8 ha assunto nuovi dipendenti, per far fronte alle nuove richieste generate dagli incentivi. Eppure il 79% degli intervistati segnala con preoccupazione aumenti rispetto a un anno fa, prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, nei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature. Gli aumenti hanno interessato diverse tipologie di materiali, in particolare i metalli (+20,8%), i materiali termoisolanti (+16%), i materiali per gli impianti (+14,6%), il legno (+14,3%), le malte, i collanti e i laterizi. Aumenti, seppur più contenuti, anche nell’impiantistica e nei serramenti. Per la maggior parte degli intervistati, oltre il 70%, tale incremento è dovuto ai comportamenti speculativi della catena di fornitura. E’ una situazione delicata che rischia di limitare ulteriormente il margine, spesso già minimo, delle imprese, con impatti sulla possibile ripresa del settore dopo tanti anni di difficoltà. Le imprese evidenziano infatti di non poter contrastare questa situazione speculativa, né adeguare alla crescita dei costi il controvalore dei contratti già sottoscritti, anche perché per legge i costi devono essere giustificati attraverso i prezzari ufficiali che non sono ancora stati aggiornati con i nuovi aumenti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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