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“Il terremoto irpino-lucano del 23 novembre 1980 ha dato un grande impulso a studi e ricerche che hanno fornito strumenti per la mitigazione del rischio sismico. L’esperienza di terremoti recenti ha però evidenziato una realtà a volte diversa e frustrante, sottolineando la distanza ancora esistente tra la ricerca e le sue applicazioni. Il trasferimento delle acquisizioni scientifiche alla comunità avviene, infatti, con una lentezza che mal si presta a contrastare la frequenza con la quale colpiscono i terremoti”.Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Opere pubbliche e Mobilità, con delega alla Protezione Civile, Rosa Gentile, nel suo intervento a conclusione della giornata di studi promossa, in occasione del trentennale del terremoto del 23 novembre 1980, dal Dipartimento Strutture, Geotecnica, Geologia applicata all’Ingegneria dell’Università degli Studi di Basilicata e l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.Tema del convegno, che si è sviluppato nell’arco della giornata odierna a Tito Scalo nell’Area della Ricerca del Cnr, “Il terremoto del 23 novembre 1980: riflessioni critiche e prospettive future per studi geofisici e sismologici in Basilicata” al quale hanno partecipato tecnici, studiosi e docenti universitari provenienti da diverse regioni italiane. “Con il recente terremoto de L’Aquila – ha proseguito l’assessore Gentile – si è riproposto il problema del deficit di protezione sismica del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato.La Regione Basilicata, memore dell’esperienza del sisma del 1980, si è inserita in maniera decisa nell’attuazione delle nuove norme sismiche, la cui efficace applicazione richiede un robusto supporto scientifico.L’Università della Basilicata è impegnata in campo nazionale ed internazionale ed è all’avanguardia nella ricerca sul rischio sismico attraverso il Dipartimento di Strutture, Geotecnica, Geologia Applicata, i cui ricercatori hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo da protagonisti nella predisposizione ed applicazione del nuovo impianto normativo”. “In tale contesto,- ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo regionale guidato dal presidente De Filippo – per favorire una collaborazione sempre più efficace tra studi e politiche di prevenzione, opera il Centro di Competenza Regionale per lo Studio ed il Controllo del Rischio Sismico (CRiS) costituito con Dgr n. 2000 del novembre 2003 con il coinvolgimento delle Regione Basilicata e dell’Ateneo Lucano.L’obiettivo fondamentale è quello di elevare la capacità di risposta del tessuto economico, culturale e sociale della regione Basilicata nei confronti del rischio sismico, e viene perseguito principalmente attraverso la valutazione della vulnerabilità sismica dell’ambiente costruito ed infrastrutturale; la messa a punto ed applicazione di metodi e tecniche di intervento per la riduzione del rischio sismico; la diffusione della cultura professionale e d’impresa nel campo della prevenzione sismica; la riconsiderazione del ruolo del rischio sismico sull’assetto del territorio;la realizzazione di efficaci politiche di informazione ed educazione sistematica della popolazione”. L’assessore alla Protezione Civile ha quindi illustrato le principali attività sviluppate dalla Regione Basilicata nel campo della prevenzione del rischi sismico:formazione di tecnici liberi professionisti e della pubblica amministrazione sui temi della progettazione antisismica e della agibilità degli edifici danneggiati nell’emergenza post-sisma;definizione delle priorità per la predisposizione del programma temporale delle verifiche di sicurezza sismica degli edifici strategici (es. Ospedali) ed a rischio rilevante (es. Scuole);realizzazione di Linee Guida contenenti metodi e strumenti per lo svolgimento delle verifiche per la valutazione della vulnerabilità sismica delle opere strategiche e rilevanti, in coerenza con le Norme Tecniche nazionali ed europee per le costruzioni in zona sismica;realizzazione e gestione del sito Web del CRiS (www.crisbasilicata.it);realizzazione di studi e ricerche su: la riclassificazione sismica della Basilicata, la microzonazione sismica di alcuni centri urbani, il censimento e valutazione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio privato della Basilicata, la caratterizzazione di strutture esistenti in cemento armato tipiche del patrimonio edilizio lucano, la costruzione delle mappe di rischio sismico del territorio regionale,la definizione di criteri per la predisposizione di strategie di intervento per la mitigazione del rischio sismico su edifici strategici ed a rischio rilevante. “Va sottolineata in modo particolare – ha detto Gentile – la rilevanza di definire adeguate strategie di intervento per la riduzione della vulnerabilità degli edifici pubblici in considerazione della presenza sul territorio lucano di centinaia di edifici pubblici come Ospedali, Scuole, ecc., privi di protezione sismica, per la cui messa in sicurezza servirebbero risorse molto ingenti dell’ordine di centinaia di milioni di euro.Il Convegno di oggi, organizzato dal CNR-IMAA di Tito Scalo, si inserisce a pieno titolo nel programma degli eventi che la Regione ha voluto ed organizzato in occasione del trentennale del gravissimo sisma del 1980.Il contributo che gli esperti daranno anche in questa occasione – ha sottolineato l’assessore concludendo il suo intervento – sarà sicuramente di grande aiuto per la programmazione delle attività di prevenzione dei rischi, che costituisce la vera priorità nell’ambito delle funzioni che la legge affida alla Regione e, in particolare, al Dipartimento Infrastrutture cui afferiscono le attività in materia di difesa del suolo e di coordinamento del sistema regionale di protezione civile”. Fonte basilicatanet.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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