Nel 2016 gli Impianti protagonisti della ripresa delle costruzioni

Nel 2016 gli Impianti protagonisti della ripresa delle costruzioni

Arriva da MCE il dato positivo sul mercato dell’impiantistica in Italia che si quota al 34%

Impiantistica Italia Costruzioni
Impiantistica in Italia traina le Costruzioni

Dal Rapporto Cresme sul mercato dell’installazione degli impianti risulta una produzione, in Europa, da 369 mld di euro.
Il 2016 è dunque iniziato con ottimi propositi, con l’edilizia che finalmente esce da una lunga fase recessiva.

Per costruzioni si intende sempre meno il comparto prettamente fatto di strutture e opere murarie, ma sempre più un mercato di finiture e impianti, che riguardano edifici e opere del genio civile nel loro ciclo di vita.
L’edilizia è sempre meno il mercato delle nuove costruzioni e sempre più il mercato dell’ambiente costruito, fatto di tecnologie, nuovi prodotti, sistemi e componenti, nanotecnologie e biotecnologie, di sensori, termostati, di internet delle cose, di robotica, stampanti 3d, di digitalizzazione e modellizzazione informatica.

Una situazione che incentiva la domanda internazionale di impiantistica. Il mercato europeo degli impianti ha fatturato, lo scorso anno, il 27% di tutto il valore della produzione nelle costruzioni (nel 2009 era il 24%). Ne fanno parte le installazioni elettriche, la climatizzazione, gli impianti idraulici, per le telecomunicazioni, per la produzione e distribuzione di energia elettrica e idrica.

Dopo la forte flessione tra il 2011 e il 2013, quando l’intero mercato europeo si era contratto di oltre l’8%, perdendo quasi 32 miliardi di euro – principalmente per via del crollo degli investimenti registrato nel Sud Europa, in particolare Spagna, Portogallo e Grecia – , il valore della produzione nel settore è cresciuto con continuità sia nel 2014 (+0,7% a valori reali) che nel 2015 (+2,6%), e alla fine dell’anno in corso potrebbe riportarsi sui livelli del 2010: 382 miliardi di euro (con una crescita attesa pari al 3,5% a valori costanti).

La domanda di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili insieme allo sviluppo del settore della riqualificazione edilizia in ambito di efficientamento energetico, più il rapido sviluppo infrastrutturale dei paesi dell’Est Europeo (impianti per la produzione e distribuzione dell’energia elettrica, telecomunicazioni, reti idriche), hanno reso possibile la conquista progressiva di quote di mercato da parte dell’impiantistica negli ultimi anni.

Un incremento che in molti casi, soprattutto nel nostro Paese e in quelli del Sud Europa (Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro) ha calmierato la crisi delle costruzioni, grazie allo sviluppo del mercato della riqualificazione edilizia.

Italia e Germania ai vertici del mercato europeo

Il mercato dell’impiantistica in Germania è al primo posto, con un valore della produzione nel 2015 stimato in circa 100 miliardi di euro. A seguire la Francia dove l’impiantistica vale circa 50 miliardi di euro, l’Italia con 46 e il Regno Unito con circa 44.

In Italia nel 2015, il comparto valeva quasi 46 miliardi di euro e questo colloca il nostro Paese al terzo posto in Europa.

Quasi 19 miliardi di euro sono il fatturato dell’installazione idrotermosanitaria; oltre 22 miliardi quello degli impianti elettrici ed elettronici applicati all’edilizia e 4,6 miliardi il fatturato degli altri impianti.

La crisi ha impattato meno sugli impianti

Dal 2007 ad oggi gli impianti sono stai colpiti molto meno duramente delle costruzioni tradizionali.

Tra il 2008 il 2013 il settore delle costruzioni ha perso 566.000 occupati diretti su un totale di 1.459.000 posti di lavoro persi dall’economia italiana. Di questi 501.000 si sono persi nelle attività non impiantistiche e 64.600 nel settore dell’installazione impianti.
In sintesi con la crisi il settore dell’installazione impianti ha ridotto l’occupazione dell’11,8%, mentre nel resto dell’attività del settore delle costruzioni si è perso il 34,2% degli occupati. E non solo il mondo dell’installazione impianti ha retto meglio alla crisi, ma lo ha fatto attraverso la tenuta della forza lavoro più qualificata.

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