Rottamazione edilizia

Città più vivibili attraverso una demolizione selettiva. Si tratta della proposta di Claudio De Albertis, presidente Ance, che ha dichiarato: “Tiriamo giù tutto ciò che non è più recuperabile e ricostruiamo gli immobili sulla base di nuovi e più accettabili criteri urbanistici. Rendiamo vivibili le degradate periferie delle città italiane…”. L’idea accoglie i favori anche del Governo, primo fra tutti il Ministro Lunardi, e dell’opposizione. Accettata, almeno in via teorica, la proposta si tratta di verificarne la fattibilità soprattutto dal punto di vista fiscale. Secondo De Albertis la conferma degli sgravi sulle ristrutturazioni la dice lunga sulla bontà della scelta. I Comuni dovrebbero essere i primi a confrontarsi con questa nuova battaglia per la riqualificazione. Il 40% degli edifici del nostro paese, infatti, è stato costruito prima del 1945 e un altro 40% è stato realizzato nei 25 anni successivi alla guerra. Gli italiani hanno voglia di case più moderne e vivibili, confortevoli, servite dai mezzi pubblici e dotate di parcheggi. L’impresa è senza dubbio titanica – secondo stime approssimative per riqualificare centri storici e periferie occorrerebbero trenta anni di interventi e migliaia di miliardi – ma da qualche parte occorre pur cominciare. Per De Albertis un esempio della giusta direzione da seguire può provenire dalla Francia dove Jospin, a fine ottobre, ha varato un piano che, grazie a 10mila miliardi di stanziamenti, cambierà il volto alle case popolari intorno a Parigi e alle maggiori città dello Stato.

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